Konstantinos Kavafis: Aspettando i barbari

(Dimitrios Loumiotis)

*

 

Aspettando i barbari (Le invasioni barbariche)

Che cosa aspettiamo così riuniti sulla piazza?

Stanno per arrivare i Barbari oggi.

Perché un tale marasma al Senato?

Perché i Senatori restano senza legiferare?

È che i barbari arrivano oggi.

Che leggi voterebbero i Senatori?

Quando verranno, i Barbari faranno la legge.

Perché il nostro Imperatore, levatosi sin dall’aurora,

siede su un baldacchino alle porte della città,

solenne e con la corona in testa?

È che i Barbari arrivano oggi.

L’Imperatore si appresta a ricevere il loro capo.

Egli ha perfino fatto preparare una pergamena

che gli concede appellazioni onorifiche e titoli.

Perché i nostri due consoli e i nostri pretori sfoggiano la loro rossa toga ricamata?

Perché si adornano di braccialetti d’ametista e di anelli scintillanti di brillanti?

Perché portano i loro bastoni preziosi e finemente cesellati?

È che i Barbari arrivano oggi e questi oggetti costosi abbagliano i Barbari.

Perché i nostri abili retori non perorano con la loro consueta eloquenza?

È che i Barbari arrivano oggi. Loro non apprezzano le belle frasi né i lunghi discorsi.

E perché, all’improvviso, questa inquietudine e questo sconvolgimento?

Come sono divenuti gravi i volti!

Perché le strade e le piazze si svuotano così in fretta

e perché rientrano tutti a casa con un’aria così triste?

È che è scesa la notte e i Barbari non arrivano.

E della gente è venuta dalle frontiere dicendo che non ci sono affatto Barbari…

E ora, che sarà di noi senza Barbari?

Loro erano una soluzione.

trad. Filippo Maria Pontani


5 risposte a "Konstantinos Kavafis: Aspettando i barbari"

  1. conosce molto meglio la miseria di un popolo l’invasore, del popolo stesso che non la vuole vedere.
    La poesia come storia e lettura di un tempo, la poesia che denuncia e dice.
    Necessario chiaro e coraggioso.
    Grazie per questa condivisione.

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  2. la chiusa “loro erano una soluzione” soprattutto. epitaffio lapidario sulla morte della politica. inevitabile chiosare che anche in tempi moderni, “barbari” allegorici s’aggirano per l’europa: è il nuovo che avanza? è il vecchio che ritorna? chissà… forse è soltanto un “waiting for godot” ante-litteram. resta il fatto che questa è una poesia senza tempo e che l’animo umano è per sua natura incline a confidare in soluzioni calate dall’alto piuttosto che a rimboccarsi le maniche. un declinare le proprie responsabilità abdicando al destino. mi ha fatto tornare alla mente il fatto che qualche mese fa berlusconi e negli ultimi tempi monti abbiano additato i “barbari coi colletti bianchi” della bce come invisibile guida spirituale (“ce lo chiede l’europa”) dell’azione politica. barbari coi colletti bianchi?!? surreale. o forse no…

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  3. Concordo anche io, anche perchè fa una certa impressione constatare l’attualità, quasi profetica, di queste parole per ciò che sta succedendo in Europa ma in particolare proprio in Grecia…visto che sono comunque e sempre i poteri forti che decidono, invadono e comandano.
    Un saluto
    monica

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