Sole dell'insonnia, inediti di Lucetta Frisa

Ho finito di scrivere, e continuo!

Amelia Rosselli

                                                             mare poco mosso

Lucetta Frisa
Lucetta Frisa

 la mente dentro il respiro

l’intimità nell’immenso

nessuna nuvola  –

solo cielo

 

 dal buio

da dove penso

                                                          mi torna ancora una luce-

                                                                            stupore?

 

 Creature di temperature

nate con il tepore

dentro barriere estreme

movimento e prigionia

 

 opera morta-

la superficie

opera viva-

l’invisibile

 verità sempre più stretta

buio appena strisciato

 

né immobile né divino

il buio:

e si misero a costruire

vasi armi navi specchi

 

ogni attimo

è onda

 

 le parole a riva

 

 agitazione e scoglio

 se domanda non c’è

 

né nave né viaggio

è questa docile piega

la coscienza?

 

 Le ondedomande

mare poco mosso

 

 Cosa muta là sotto

cosa appare qui sopra?

deriva – dove?

scavi una breccia nell’ordine?

 

 Tutto ritorna al mare

 

 Le ondedomande

le parole a riva

 

agitazione e scoglio

mare poco mosso

ondaritmo

nessun approdo

scirocco grecale luna

i pesci nelle reti

 

 Làsciali andare

non controllare i margini

la strategia s’impara con gli anni

al sole dell’insonnia

 

 È calma piatta

la sapienza?

 

 Làsciati andare

restando al largo

-né riva o deriva-

in controluce

fai scivolare

sul dorso della mano

il mare

                                           

 il sogno è verticale

ha luce

come schiena di foglia

linfa

è materia-terra

canto

soffio

dentro la pietra-

sale e risuona

 

Il nero nel sottosuolo

tiene il seme del mondo

mi dirai che la vita

nasce dalla morte

ti dirò che il buio si apre

se lo penetra il sogno

 

Ruberò l’udito agli uccelli

per potere ascoltare

chi  prende le mie domande

chi il mio pianto

che non è seme di nulla

 

 

 un enigma per me

camminare in superficie

 

 

le lacrime

o la loro assenza

case ossa cenere

parole vacue

testimoni

 

e neppure domani

ci sentiremo colpevoli

 

 

Canto fermo

canto senza fessure

per la violenza degli abissi e dei turbini

e intorno a quella ferma melodia

invano gli altri suoni ruotavano

tristi affannosi assaltando

l’impenetrabile

canto

d’Orfeo

 

il canto fermo

strappato ad Orfeo

si curva nelle nostre voci

a contrappunto del dolore

 

gli dèi

curiosi di farsi uomini

alzando città di pietra

a specchio

dell’ariosa mappa del cielo

mai seppero

che cos’è reale

se le parole

o i sassi

 

forse di diventerà

polvere di suoni, si sperderanno

tutte le parole inventate

solo il sole si udrà

col suo unico timbro

 

il mistero e i suoi ritmi

nel respiro

e in ogni cosa viva

si nasconde

 

 

chiedo

qualcosa d’intero

a saldare il desiderio senza nome

che consumò la mia vita

e la ruppe

 

datemi la moneta

sopra le palpebre

per un altro sogno

datemi la moneta

sopra la lingua

per farmi udire

 

e qui si continua

parlandoci senza bocca

ascoltando

con le orecchie chiuse

scrivendo

con le dita tagliate

 

Non lasceremo

nessuna scia di stella

né bava di lumaca

 

 

oh sole, sole

dell’insonnia,

vieni a illuminare

il mistero!

 

 

 


8 risposte a "Sole dell'insonnia, inediti di Lucetta Frisa"

  1. Un canto straziante che più che cercare dice del senso, e dei sensi per dirlo. Spinti alla massima percezione di se stessi nonostante la compressione. Compressione del buio, del non suono, dell’immobilismo, della persa coordinata che indichi la strada, la direzione, l’ortostatismo del pensiero a tutti i poli, la risposta è: la domanda. Splendido viaggio dentro il profondo di se stessa e dell’uomo questo di Lucetta Frisa (canto fermo mi ha letteralmente affogato lo sguardo, l’ho sentito in ogni cellula). Grazie per questo dono.

    Doris

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  2. Grazie per l’entusiasmo. Fa sempre molto piacere quando c’è corrispondenza .Non chiedo altro..
    Ringrazio anche Pasquale Vitagliano che con tanta gentilezza mi ha invitato qui a Neobar dove non avevo mai messo piede e,ovviamente,Abele.
    buon lavoro e un abbraccio a voi tutti!
    lucetta

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  3. La superficie viene vissuta come una crosta enigmatica che racchiude e raccoglie entità dall’esistenza insospettata, ci si tuffa in verticale, con il grimaldello del sogno, inquesto mare sonoro, dove i pesci sono domande, che magari faranno affiorare anche per la superficie qualche risposta.

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  4. Un tuffo, come dice Giancarlo, in un continuo divenire che al di la’ del senso imbriglia/incanta i sensi (Orfeo giustamente di casa). Arriva come musica, canto fermo, luce nitida di voci che si intrecciano e s’inseguono. Grazie Lucetta; e grazie Pasquale per la proposta.

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  5. Sono felice, Lucetta, di poter leggere i tuoi splendidi versi anche qui.
    La tua poesia è un’onda che investe la mente e il cuore, ci si lascia avvincere, trascinare…

    grazie a te, ad Abele e a Pasquale.
    cri

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  6. vi ringrazio tutti per la visita graditissima che avete fatto i miei versi: da Giancarlo ad Abele, da Cristina ad Annamaria e Roberto e, ovviamente, a Doris che è stata la prima a “entrare” dentro il mio mare…Grazie, cari amici, ancora grazie di cuore.
    lucetta

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