
La bellezza di Dio e la bellezza dell’altro salveranno il mondo
Di fronte a queste cose voi potreste dire: “Ma noi cosa possiamo fare?” ma io credo che nel piccolo pure qualche cosa potreste fare… Il rispetto… Il rispetto dei volti, il rispetto delle persone, il rispetto… la bellezza… la cura della bellezza, che non è qualcosa di effimero. Voi sapete che Dio è la bellezza… è la bellezza che salverà il mondo. Coltivate la bellezza del vostro volto, anche quando avrete ottant’anni. Coltivate la bellezza del vostro corpo, la bellezza del vostro vestire, cioè l’eleganza non fatta di abiti firmati… non quella… l’eleganza, la semplicità. La bellezza del vostro sguardo… non potete immaginare quanta luce dà a chi è triste… non sono un romantico, che viene a cantarvi delle serenate al chiaro di luna… non potete immaginare quanta voglia di vivere produce uno sguardo generoso che voi date su di una persona che è triste, su di un passante… Non c’è ricchezza al mondo, non c’è denaro che ti ripaghi… E queste cose, il rispetto del volto dell’altro, il rispetto dei luoghi, la scoperta di Dio, ragazzi, anche a voi che probabilmente siete molto scettici… la scoperta di Dio nelle cose belle che Lui ci dà… nella natura… e l’intuire la presenza di questo essere più grande di noi… che fa i miracoli ogn i giorno e noi magari non li sappiamo cogliere. Il poeta romano, Trilussa, adesso sta entrando anche nella antologia di letteratura italiana, poiché fino a qualche anno fa veniva snobbato, oggi la critica gli dà un posto di prima grandezza. Tra tutti i suoi versi vi voglio ricordare questo, ora non ricordo bene il titolo. È un dialogo tra un albero di ulivo e il taglialegna che sta per tagliare l’albero. L’albero dice: “ma perché mi strappi dalla mia terra? Che vuoi? Mi fai trasformare in una scrivania come quel faggio?”.
Risponde: “Ma no, che dici? Tra poco tu diventerai statua di un santo. Ti metteranno sull’altare, ti porteranno in processione. Sarai santo. Potrai fare tutti i miracoli che vuoi.”
Ma l’albero rispose:
“Ti ringrazio tanto, ma il carico di ulive che ho addosso, non ti pare un miracolo più grosso di tutti quelli che farei da santo? Tu stai sciupando tante cose belle, in nome della fede. Ti inginocchi se vedi che un pupazzo muove gli occhi e non ti curi di guardare le stelle. Mentre gli diceva queste parole si intravvide una luce d’improvviso, un raggio d’oro e Dio dal paradiso benediceva l’albero, con il sole”.
Don Tonino Bello
***
Trilussa: L’omo e l’arbero
Mentre segava un Arbero d’Olivo
un Taglialegna intese ‘sto discorso:
“Un giorno, forse, proverai er rimorso
de trattamme così, senza motivo.
Perchè me levi da la terra mia ?
Ciavressi, gnente, er barbero coraggio
de famme massacrà come quer Faggio
che venne trasformato in scrivania ?
Invece – J’ arispose er Taglialegna –
Un celebre scurtore de cartello,
che lavora de sguarbia e de scalpello,
te prepara una fine assai più degna.
Fra poco verrai messo su l’artare,
te porteranno in giro in processione,
insomma sarai santo e a l’occasione
farai quanti miracoli te pare.-
L’arbero disse: – ” Te ringrazio tanto;
ma er carico d’ olive che ciò addosso
nun te pare un miracolo più grosso
de quelli che farei da santo ?
Tu stai sciupando troppe cose belle
in nome de la Fede ! T’inginocchi
se vedi che un pupazzo move l’occhi
e nun te curi de guardà le stelle ! –
Appena J’ebbe dette ‘ ste parole
s’intravide una luce a l’improvviso:
un raggio d’oro : Iddio dar Paradiso
benediceva l’Arbero cor sole.”
senza parole, nel silenzio antico da meditazione…
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Meraviglioso! Letture che fanno bene.
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Oltre che “edificante” questo testo è uno splendido esempio di critica letteraria.
Rosaria Di Donato
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