pianto urlo
in suono di lamento
quando l’impeto dello schianto
attraversa il ferro serrato
Danae d’istinto stringe il figlio
forte al petto il rombo
nell’aria gracile le ossa
la maglietta d’estate
Se sapessimo figlio cosa temere
se la quiete del giorno sotto al lutto
inscenato con parole convulse
quasi a trovare riconoscimento
se agli occhi degli altri o dei potenti
Passerà anche questa con l’insolvenza
delle cicale sotto la calura
l’immagine sgualcita di un bambino
esile con capelli girasole
che prende il treno per il mare
e una chiusa sulla morte che vaga
casellante da una stazione all’altra