Paolo Vincenti: Satura 9

SATURA 9

Il paradosso. Nessuna delle due forze risultate più votate alle recenti elezioni ha interesse a formare un governo e la forza che è risultata sconfitta è centrale per la formazione del governo stesso. Amenità della legge elettorale. Infatti, sia l’M5s che il centro-destra dovranno chiedere l’appoggio del PD, appoggio che il partito ha negato per bocca del suo segretario dimissionario. Ma quelle dell’M5s e della Lega sono tattiche; infatti, come detto, queste forze politiche in mancanza di una maggioranza assoluta non hanno interesse ad andare al governo. Prima di tutto perché dovrebbero farlo chiedendo i voti del PD o peggio, alleandosi fra loro. In secondo luogo perché, molto probabilmente, questa sarà una legislatura brevissima e lo spettro di nuove elezioni non fa dormire sonni tranquilli a nessuno. Ma soprattutto perché un governicchio, M5s o Lega che sia, sarebbe un fallimento totale, non potrebbe portare allo sperato cambiamento da queste forze promesso in campagna elettorale, nessuna delle riforme sbandierate sarebbe realizzata, alcun risultato raggiunto, da un esecutivo raffazzonato e posticcio. La conseguenza sarebbe che la forza di governo alle prossime elezioni verrebbe bocciata dagli elettori e così si spegnerebbero per sempre i bi-sogni di gloria di Matteo il lumbard e Giggino “o presidente”.  Come i Cinque Stelle potrebbero giustificare alla massa di scrocconi e derelitti che li hanno votati il mancato conseguimento dei risultati? Forse potrebbero capire quegli elettori più maturi che magari hanno votato Cinque Stelle solo per disperazione, per evitare l’astensionismo. Ma il novero di potenziali beneficiati, di nuovi cortigiani, la massa informe del pueblo meridionale di giovani scansafatiche e tamarri scioperati in cerca di assistenza, non gli si rivolterebbero contro, una volta viste deluse le tapine aspettative? E mutatis mutandis, come potrebbe la Lega di Salvini spiegare ai tanti razzisti ed incazzati bauscia del nord i mancati risultati?  Non imbraccerebbero essi  i forconi contro il board leghista? Dunque cui prodest, si chiedono i giornalisti, di fronte alla ricerca delle due forze in campo di accordi e intese per formare un governo? La loro è una ricerca vana, anzi una finta, imposta solo dal dovere istituzionale di dare stabilità al Paese. Ma i meschini calcoli politici li porteranno ad evitare una simile congiuntura ed essi costringeranno il Presidente Mattarella a sciogliere le camere e farci tornare a votare. Di Maio in peio, si Salvi(ni) chi può!
Gerontocrazia. Ma Albano non doveva ritirarsi nel 2018? Invece è più attivo che mai (cuore permettendo). Eccolo ancora che sgambetta da una trasmissione all’altra, in tv è onnipresente, e programma concerti in tutto il mondo come nemmeno le più grandi rockstar americane. Yes, Salento is magic! Potere dei peperoncini, dell’olio, del vino e dell’aria buona di Puglia. Però Albano esagera, l’anagrafe in qualche conto bisognerà pure tenerla. Niente di strano, certo, perché in questo patto con il diavolo il cellinese è in buona compagnia. La storia della musica è piena di finti annunci  e di finti ritiri, da Renato Zero a Vasco Rossi. Felicità!

Morte per autocombustione. Con la sonora sconfitta del Pd, la sinistra ha neutralizzato sé stessa, perdendo l’ultima possibilità che aveva di agganciare il treno della credibilità e della coerenza.  Con la sberla presa alle elezioni del 4 marzo infatti, il Pd ha polverizzato non solo il Giglio tragico renziano, ma tutto ciò che era alla sua sinistra, Liberi e uguali in primis. L’operazione Leu, velleitaria già nelle premesse, risultante di una tradizione ingloriosa che va da Sinistra Ecologia e Libertà a Sinistra italiana, da Sinistra Arcobaleno a Comunisti Italiani, da Rivoluzione Civile a Lista Tsipras, si è dimostrata ancora più becera di quante l’hanno preceduta, perché frutto di invidie e vendette personali, di odi e ripicche, tutti interni al Pd, ma di cui agli elettori non poteva importare un piffero. Nonostante i pifferi abbiano cercato di suonarli, lo smacchiatore di giaguari Bersani e Massimo antipatia D’Alema, Civati chi? e Roberto Speranza (perduta). E rendendosi poi conto di non essere versati per questo tipo di musica, abbiano cercato un pifferaio magico pronto a risolvere la situazione. Ma hanno sbagliato suonatore, a quanto pare, o spartito. Pensavano di trovare nel Presidente del Senato “Grasso” che cola, invece i topi in fuga gli hanno fatto capire che non c’è trippa per gatti. La sconfitta si è mangiata anche “Potere al popolo”, l’ultima listarella elettorale assiepata intorno alla falce e martello che furono.  Ora la sinistra in gramaglie piange sé stessa e gli elettori che un tempo erano rossi sono diventati bianchi, come la scheda elettorale che hanno lasciato intonsa, o peggio incolori, come il Movimento Cinque Stelle che in gran parte hanno votato.

Luca era gay. È triste l’inviata di “Quinta Colonna” Nausicaa Della Valle, martire insieme a Roberto Poletti dei cazziatoni di Paolo Del Debbio, che li tratta a pezza di piedi nei loro surreali collegamenti dai campi rom o dalle principali piazze di spaccio italiane. Del Debbio gli intima di spostarsi più a destra o a sinistra nell’inquadratura, di dare o togliere il microfono a qualche intervistato in base alle sue simpatie del momento, gli toglie la parola e chiude il collegamento se stanno dicendo qualche corbelleria oppure li costringe a continuare a parlare del nulla per interminabili minuti se magari non è ancora pronto il collegamento successivo. Della Valle incassa e va avanti, fedele soldatina delle truppe deldebbiane.  Ma la Nausicaa, dicevamo, è triste perché è stata massacrata in rete da insulti e ironie. Infatti, qualche tempo fa, ha rilasciato un’intervista ad una tv cristiana, Tci, in cui dichiarava di essere stata gay ma che ora è guarita grazie all’intervento del buon Dio. Dopo aver sbandierato la liberazione dall’omosessualità e dalle lobby gay, sostiene la giornalista, è stata fatta oggetto di una campagna di odio soprattutto da parte delle comunità lesbo e omo. Ma Gesù mio, come si fa a sostenere una cosa del genere e poi non aspettarsi di essere insultata dal popolo della rete? Allora, o la Della Valle non era lesbica prima, ma solo sessualmente aperta, ed ora ha perso l’interesse, oppure non lo è mai stata o lo è ancora e cerca pubblicità inventando una storia risibile.

PAOLO VINCENTI


4 risposte a "Paolo Vincenti: Satura 9"

  1. “questa sarà una legislatura brevissima”
    e… perché? la precedente, ancor più eterogenea nonché piena di casacche mescolate e rimescolate più volte, non è forse arrivata a fine legislatura? il PD non ha nessuna convenienza a tornare alle urne (e paradossalmente neanche l’Italia, intesa come “noi italiani”). quindi magari perderò la scommessa (c’è molta incertezza anche a livello internazionale, in questo buio periodo storico, e spirano venti di guerra), ma punterei sul fatto che il PD sbraiterà e pesterà i piedi dando l’impressione di non voler trattare su un governo col M5S, ma alla fine, atteggiandosi a salvatore della patria si *concederà* carnalmente perché “vuolsi così colà dove si puote”.
    poi chettidico… al di là delle battute e dell’ironia sottotraccia, rimestare gli argomenti della narrazione mainstream (il sud come “massa informe di scansafatiche in cerca di assistenza” e il nord come “tanti razzisti incazzati”) non solo non riesce a divertirmi, ma anzi mi suggerisce che le speranze sono davvero ridotte al lumicino.

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  2. ma mi riferisco alla gran parte di quelli che li hanno votati, malos, non a tutto il sud o a tutto il nord… o forse sì? mmm… non lo so, intanto ci penso. ma tenderei ad escluderlo, perché se così fosse, sarei uno sciovinista e un becero qualunquista. possibile che io sia una simile merdaccia? beh, in effetti, a pensarci bene, sì!

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