
Donnone e donnine
Non sopporto la donna androgina, la virgo potens, l’amazzone potente e distruttrice. Quella che combatte come una Pentesilea (che poi venne sconfitta da Achille) e fa strage dei nemici, vendicativa come Tomiride ( la mitica regina degli Sciiti che sconfisse Ciro il Grande, lo uccise selvaggiamente, ne tagliò la testa e la conservò in un otre pieno di sangue). Oggi, siamo circondati da queste donne battagliere, dominatrici del mondo, determinate, sicure di sé, multiversate. Sono figlie dell’emancipazione e della rivoluzione sessuale, della globalizzazione dei costumi e dei gusti. La donna in carriera è una super manager, dirigente di importante ente pubblico, c.e.o. di una famosa multinazionale, giornalista parlamentare, ha due ipad, cinque telefonini, dieci visa card, dorme pochissimo e viaggia molto. Vola in business class, ha una camera d’albergo prenotata tutto l’anno in tre città diverse, ha l’autista, l’assistente, il cuoco personale, l’interprete, dovunque vada. Frequenta in orari impensati la palestra e lo psicanalista, parla in video conferenza in inglese e in giapponese, fissa gli incontri, pianifica, indice la conferenza stampa, rilascia interviste, lancia il brand, firma il contratto, chiude la fusione, apre una nuova linea di credito, garantisce per i suoi amici, promuove il prodotto, patrocina l’ente, lancia un’opa, manda in crisi la Borsa, chiude la filiale, divide gli utili, copre il debito. È sempre in ritardo alla colazione di lavoro. Al party o alla cena fra amici, è sempre l’ultima ad arrivare e la prima ad andar via. I suoi genitori vanno a trovarla nella città dove vive ma lei non è mai a casa. Sicché i suoi vecchi restano comunque soli e vanno a visitare musei, al cinema oppure a passeggiare nel parco. Li raggiunge in aeroporto, quando dopo una settimana di permanenza ripartono, che hanno già chiamato l’imbarco, e non riesce nemmeno ad abbracciarli perché sono nel gate, e li saluta con la mano. I suoi accompagnatori sono sempre “amici”. Non ha una relazione stabile, nessuna storia d’amore, ma solo passade, flirt. Fisico nucleare, astronomo, ufficiale di Marina, Capitano di Polizia, avvocato, commercialista, la donna in carriera, dedita alla scalata al successo, se le capita la ventura di aver famiglia, affida i figli h24 alle cure dei nonni o della tata e i mariti alle attenzioni delle amanti, salvo poi, giunta a cinquant’anni ai vertici dell’ azienda, ricordarsi dei figli che nel frattempo sono divenuti dei debosciati ed eroinomani e del marito ormai alcolizzato e ninfomane (il quale, per gradire, si è pure mazzolato tutte le sue amiche). A quel punto, per recuperare il tempo perduto, concede un divorzio a molti zeri, e si prende un toy boy di vent’anni che la colmi di baci ed effusioni a bordo del suo panfilo ormeggiato nel porto esclusivo.
Ma se la donnona, la wonder woman, multitasking, è detestabile, non sopporto nemmeno la donnina tutta svenevolezze e smancerie, brava moglie, brava mamma, premurosa, attenta, delicata, carina. La donna angelica, devota alla famiglia, che non muove un passo senza i propri cari. Questa donna d’altri tempi, vezzosa, fedele, ma in fondo frivola, non prende alcuna decisione senza consultare il padre o il marito e addirittura i figli. Libertà, per questo tipo di donnicciola, è il carcere nel quale si è rinchiusa volontariamente. Se a qualcuno saltasse in mente, a seguito della sua avvenenza, di farle la corte, quella rifiuta sdegnosamente le sue avances, lo fa sentire un depravato, un traditore dell’amicizia, un rovinafamiglie. Ma poi il respinto viene a sapere che in realtà è solo già impegnata, se la intende con qualcun altro da tempo. Eloise dimidiate, signore Bovary in formato Avi, brutte copie di Elena di Troia, le donnine sono demoni sotto mentite spoglie. Chi ha detto “donna e danno”?
Paolo Vincenti
Uh. Interessante descrizione, ma piu che una o l’altra, considerando anche me stessa tra le mie conoscenze, le due fanno una, perché capita non di rado che una sia la parte in vista, in attesa che si riveli l’altra, meno sospetta, , sempre che non si sia già arrivati a una variopinta mescolanza.
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Mi sento chiamata in causa da donna..😊…Non mi ritrovo in nessuna delle due categorie volendo estremizzare a due macro insiemi il genere femminile e ci terrei d’altro canto a sfumare la chiusa e la bipartizione dicendo che ” c ‘è donna e donna” …..per fortuna…!
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mi fa piacere per te Monica, perché è chiaro che a nessuna delle due macro categorie vada il mio afflato. un plauso a te e a quante non si riconoscono nella mia impietosa descrizione.
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Questa descrizione resterà impressa come un monito..donnone e donnine… per impietosamente mai cadere o legittimarsi in una delle sopra macro categoria…credo che la ricchezza sia negli occhi e non nelle tasche e che una donna valga per la sua dignitosa e necessaria personalità a completezza in un rapporto …sempre ad maiora…
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