
SULLA PRIMAVERA DI QUEST’ANNO
Con indosso strane maschere
la gente ha ripreso per il corso
a far le vasche
Mangia sano
respira piano
si tiene lontano
non stringe la mano
Ma intanto…
…i giorni sono caldi
e forse verso sera torneranno
le rondini e i saldi
Ogni tanto qualcuno dà uno sguardo
a un negozio semiaperto
o butta un occhio al cielo
imperturbabile come un mostro
dietro a un velo
“Quest’anno in pratica
non ha piovuto!”
“Quest’anno ha fatto altre cose!”
parla da solo un muto
“Quest’anno? Non parlarmi di quest’anno,
non me lo ricordo ricordo!”
gli risponde un sordo
E senza più parole ci si guarda
come se qualcuno avesse alzato
una serranda
DA DIETRO SEGNALO CHE STO AVVICINANDOMI
Da dietro segnalo che sto avvicinandomi
strusciando la mia suola sull’asfalto
In passato avrei avvertito
con un colpetto di tosse
ma adesso rischierei
come minimo insulti e percosse
ALL’ALBA MI ACCOMPAGNO SULLA SPIAGGIA
All’alba mi accompagno sulla spiaggia
e mi guardo scrivere poesie
su una sedia a dondolo celeste
cigolante come il mare
In certi momenti mi invidio
TUTTO IL RESTO È RIMASTO LO STESSO
Tutto il resto è rimasto lo stesso
tranne l’inferno
Il mare è sempre blu
le nuvole sempre bianchissime
le mele sempre rosse
come in un disegno di un bambino
Tutto è rimasto lo stesso
a parte che l’inferno è più vicino
(inediti)
Simone Consorti è nato nel 1972 a Roma, dove insegna in un liceo. Ha esordito con “L’uomo che scrive sull’acqua ‘aiuto’”(Baldini e Castoldi 1999, Euroclub 2000, Premio Linus). Ha pubblicato i romanzi “Sterile come il tuo amore”(Besa, 2008), “In fuga dalla scuola e verso il mondo”(Hacca, 2009), “A tempo di sesso”(Besa, 2012),“Da questa parte della morte”(Besa, 2015), “Otello ti presento Ofelia” (L’erudita, 2018), “La pioggia a Cracovia”(Ensemble, 2019), oltre che diverse raccolte di poesia, tra cui “Nell’antro del misantropo”(L’arcolaio, 2014) e “Le ore del terrore”(L’arcolaio, 2017). La sua piéce “Berlino kaputt mundi” è andata in scena al Teatro Agorà di Roma nel marzo del 2018. Si occupa di street photography; ha tenuto mostre personali in Italia e partecipato a collettive in Russia.
L’ha ripubblicato su Sentieri sul mare.
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“Sulla primavera di quest’anno” mi è stata fautrice e humus. Dopo averla letta ieri, sono uscita e ho assaporato la mia città al tramonto. Lo scenario era unico come sempre e il sentire è nuovo in questo periodo. Mi ha lavorato dentro una voglia di comporre poesia che si riallacciasse al testo di Consorti riportando le mie sensazioni vissute in merito la città. Essendo poi Neobar uno spazio con composizione multisfaccettata per provenienza geografica, ho pensato potesse essere un elemento di condivisione.
Il testo inedito si chiama Azzurro Cielo.
Azzurro Cielo
Odore di salsedine
per le vie, scorre
in una città bagnata
dal mare e intessuta
di storie.
Incauta e dormiente
silente padrona indomita
si allunga e tange
come lingua sul bagnasciuga.
Cado voce sommessa
non taciuta come le nuvole
e il vento in volo strascico
di rime lontane ed echeggiate.
La sua indole si è fermata
per un attimo ma neppure.
E’ desta e forte, la rivela
all’ora che l’aria s’infiamma,
e ogni cosa prende d’arancio
quando il grigiore del maltempo
annebbia e il tramonto si oscura
ma sulle prue tutto è vigile.
Impetuosa nelle onde
che sbattono, risalgono e s’asciugano.
E’ nei profili verdi neri
di sera e luminosi
a mezzodì quando
i gabbiani planano
e poco più in là le rondini
ricamano, i passerotti
cinguettano. I marinai
i turisti di una volta, la gente
delle Marche.
Primavera di suoni, rumori,
odori profumi e sguardi.
Le ombre confuse
le forme abbozzate,
i tratti sempreverdi.
Torneranno da lontano
sul litorale, rivivrà Fano.
E’ una promessa certa
come l’azzurro cielo
delle mascherine.
Indomabile lo spirito
d’una città
come le curve della
vita, ricuciranno a
nuovi progetti,
spunti d’avvenire
segnati come tatuaggio
sulla pelle.
Monica Baldini
13.05.2020
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notevole il piglio *amarinconico* con cui l’autore bacia qualche verso. ad esempio, tosse/percosse è davvero una ciliegina sulla torta dell’ottima istantanea poetica di “da dietro segnalo”. anche “all’alba mi accompagno” possiede una notevole forza evocativa (il cigolio del mare, l’autoironia con cui il Poeta espia se stesso dall’esterno, nonché quel solitario accompagnarsi).
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