
Grigliata
Laboravi in gemitu meo, lavabo
per singulas noctes lectum meum:
lacrymis meis stratum meum rigabo.
(Orlande de Lassus, Psalmi Davidis Pœnitentiales)
Arrivò in una città di ratti bianchi
che si mangiano tra di loro
la stazione deserta con assi alle porte
attorno nessun facchino a portargli
la valigia di esche rodenticide
che trascinò da solo alla pensione
dove un inserviente con mascherina
gli fece strada su per le scale
nidore di canfora e piscio
cotante erano le cose che avrebbe
voluto dimandargli s’anche lui
soffrisse di mal di testa e nutrisse
incommensurabili sentimenti
per roditori di chiavica e nutrie
si limitò a dire dov’è la vita?
Era sul terrazzo di fronte
dove avean ripreso dei delatori
una grigliata di alette di pollo
sparute su carboni esangui
figuri cantavano mottetti
di Orlande de Lassus
prima che l’elicottero della polizia
ravvivasse con le pale i carboni
e alla fuga si dessero i cantori
Abele Longo

complimenti al duo Longo: bravissimi!
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Grazie Doris!
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Nei tempi di pestilenza la vita o una grigliata sul terrazzo sono un’opera al nero, un’eresia da riscattare con salmi penitenziali. C’è tanta carne al fuoco per gli inquisitori a caccia degli spiriti incubi o succubi.
Complimenti anche per i disegni, così espressionisti, il cantore mi ricorda Otto Dix.
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Grazie Giancarlo! Anche da parte di Sophia che sta cercando Otto Dix su internet 🙂
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Non conoscevo questa tua versione sofisticata e culta in tandem con la bravissima disegnatrice Sophia! Congratulazioni ad entrambi,
Annamaria
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Carissima, sono i frutti della pandemia. Speriamo che continui (il duo!). Grazie anche da Sophia :)))
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