
La poesia occupa ancora un ruolo secondario nella letteratura africana sub-sahariana. Il progetto Afro Women Poetry racconta l’Africa attraverso la voce di donne nere vittime di una cultura patriarcale e razzismo bianco.
Tre poesie e un quadro Sono una prostituta [I’m a ho, di Afi Gbegbi Woetomenyui] Sono una prostituta Sono una donna facile Ho iniziato troppo presto A che età non lo so più Ho malattie veneree Non mi toccare Non mi guardare Non mi eccitare Altrimenti poco importa Il suo colore la sua taglia la sua età Me lo sbatte dentro e questo è tutto II Sono una puttana Sono una prostituta Ho a malapena intrapreso gli studi Imparato un mestiere Provato a fare affari Non mi è andato bene nulla Non sono buona a niente A niente No Sono molto dotata Superdotata in qualcosa Nelle tecniche Di contrazione Di restringimento Di oscillamento Di simulazione Non mi assaggiare Perché altrimenti tornerai E nel mio bacino ti seppellirò III Sono una puttana Sono una prostituta Sono nata nell’opulenza Una bambina viziata E anche se mio padre è morto E poi anche mia madre Devo continuare a vivere nell’agiatezza Tanto peggio per gli amici di mio padre Per i suoi colleghi E persino per mio zio che si è impossessato dei beni di mio padre Me li renderà in altro modo IV Sono una puttana Sono una prostituta Sono una donna intelligente Domino l’arte della manipolazione Al posto di fare un lavoro Come fanno molti, senza voglia Io coniugo ninfomania e mitomania Mi adorno d’oro Percorro il mondo grazie alla mia femminilità Corro sulle macchine più belle I ricconi vengono a pascolare nel mio prato privato Non mi paragonare Non mi paragonare alle altre Io, io sono una puttana Infine, non vi fa piacere che lo dica Ma chi si sente migliore Mi scagli contro la prima pietra. *** Traduzione di Giovanna Molinelli I’m a ho I’m a prostitute Je suis une femme légère Très tôt j’ai commencé A quel âge je ne sais plus La … je vénère Ne me touche pas Ne me regarde pas Ne m’excite pas Sinon peu importe Sa couleur sa taille son âge Foût-la moi dedans et maintenant II I’m a ho I’m a prostitute J’ai à peine fait des études Appris un métier Tenté le commerce Rien ne me réussit Je suis nulle en tout Nulle Non Je suis très douée Surdouée quelque part Dans les techniques De contraction De resserrement De basculement De simulation Ne me goûtte pas Autrement tu reviendras Et dans mon bassin je t’enterrerai III I’m a ho I’m a prostitute Je suis née dans l’opulence Une enfante gâtée Même si mon pere est décédé Que ma mere l’a succedé Je dois vivre dans l’aisance Tant pis pour les amis de mon pere Ses collègues de travail Et même mon oncle qui s’est emparé des biens de mon pere Me les rendra d’une autre maniere IV I’m a ho I’m a prostitute Je suis une femme intelligente Je maîtrise l’art de la manipulation Au lieu de faire un travail Au combien degoûtant Je conjugue nimphomanie et mithomanie Je me pare d’or Je parcours le globe grâce a ma feminité Les plus belles bagnoles me font la cours Les richissimes vienne pètre dans mon paturage privé Ne me compare pas Ne me compare pas aux autres Moi, I’m a whore Enfin, vous n’aimez pas que je le dis ainsi et bien, que celui qui se sent plus digne Me jette la première pière. Traduzione di Giovanna Molinelli Il vuoto dell’eros [Désert d’éros, di Marcelle Koutchoukalo Tchassim] Planare nei cieli dei miei sogni Vagabondare sulla bruma della mia essenza Percorrere i prati sognanti della mia giovinezza Contemplare i miraggi di famiglie in nascere Frugare in silenzio i grembi delle donne Gemere nel loro cuore tramortito dalla sofferenza Di una vita impastata di amarezza e sopportazione Nascosta nell’ombra dei rimpianti e della solitudine in cadenza. La mia odissea sentimentale riversata nel fangoso stagno dai coccodrilli viziosi e canaglie Mai rivivere l’amore dei prati della mia giovinezza Crollati. Il battello sognatore di sentimenti nubili I clamori oceanici che cullavano i miei sogni puerili dei miei calori prematuri confidenti sottili Estasiarsi nelle mie notti di fantasmagorici abbracci L’amore vuoto del mondo dalle gambe aperte Addomesticare il verde maestoso di disseminati giardini Le facce ipocritamente girate Amore verso il basso ventre attorcigliato Affettuosamente mortale e velenoso Amore ingenuo che non resiste ai tormenti maliziosi Afflizioni disoneste di torelli astuti Principi azzurri scherzosi e festaioli Trasportate nelle praterie di diavolesse Un’avventura incerta, sonnambulica Campi che ristorano desideri carnali, degli occhi, del cuore, del mondo, esorbitanti Parure magnifiche, scintillanti, seducenti Silhouette magiche, luminose, cangianti, eccitanti Vento di porpora scintillante e lussureggiante L’amore vuoto nell’abisso che risucchia II L’amore smisurato mortificato L’amore altruista strangolato La regola d’oro di mia madre ampiamente sovrastata Le virtù comunitarie immolate Il trono del vivere insieme estromesso dalla creazione della mia civiltà puttana ed egocentrica Meravigliosamente in stand-by di una sensibilità divoratrice dei miei costumi pietosamente smussati L’amore smisurato decaduto Il mostro dell’ego sopraffatto e acuto Della mia selvaticità posticcia Lasciare eredi fantocci Costruire le armi del mio destino Del dio sole carbonizzare i miserabili misteriosamente avvolti nella loro postura di eterni sacrificati. *** Planer dans les airs de mes songes Flâner sur la brume de mon essence Parcourir les prés rêveurs de ma jeunesse Contempler les mirages des foyers en semence Fouiller les entrailles des femmes en silence Gémir dans leur cœur meurtri par la souffrance D’une vie pétrie d’amertume et d’endurance Tapie dans l’ombre des regrets et de solitude en cadence Mon odyssée sentimentale Déversée dans la mare boueuse Aux crocodiles vicieux et crapules Ne jamais vivre l’amour des prés de ma jeunesse Effondrés. Le navire rêveur de mes sentiments nubiles Les clameurs océaniques berceuses de mes rêves puérils De mes chaleurs prématurées confidentes subtiles S’extasier dans mes nuits fantasmagoriques étreintes L’amour désert du monde aux jambes écartelées Apprivoiser les verdures sensationnelles des jardins parsemés Hypocritement les truffes détournées Amour vers le bas-ventre serpenté Affectueusement mortel et venimeux Amour naïf qui ne subsiste aux affres malicieux Des afflictions malhonnêtes des taureaux astucieux Des princes charmants farceurs et bambocheurs. Emportées dans les prairies des diablesses Une aventure incertaine somnambulique Des champs restaurateurs de convoitises Charnelles, des yeux, du cœur, du monde, exorbitantes Parures magnifiques, clinquantes, séduisantes Silhouette magique, étincelant, chatoyant, excitant Vent en pourpre scintillant et luxuriant L’amour désert dans l’abîme engouffrant. II L’amour agápe mortifié L’amour altruiste étranglé La règle d’or de ma mère superbement surplombée Les vertus communautaires immolées Le trône du vivre ensemble évincé Par ma putaine de civilisation égocentrique érigée Etonnamment en mode veille d’une sensibilité Dévoreuse de mes mœurs pitoyablement émoussées. L’amour agápe déchu Le monstre de l’égo submergé aigu De ma jungle postiche Laisser des héritiers fantoches Bâtir les armes de ma destinée Du dieu soleil calciner Les misérables mystérieusement drapés Dans leur posture d’éternels sacrifiés. Traduzione di Michela Mengoli Ipersessualizzazione della donna africana [Hypersexualitation of the African woman, di Carolyne Afroetry] Feticizzata Quanto valgo è misurato in taglie del reggiseno e del culo. L’integrità è compromessa e accantonata. Parti del corpo identificate controllate e sessualizzate. Dicono che sia l’ondeggiare del mio bel didietro la goffaggine del mio seno la pienezza delle mie labbra e l’arco della mia schiena. Oggettivata dai media la mia nudità è spiattellata sui cartelloni pubblicitari Venduta in video musicali volgari e riviste pornografiche. Corpo barattato in valuta estera per un assaggio di esperienza esotica venduto per essere consumato. Sono soltanto un esperimento un prodotto da disprezzare. La società patriarcale infanga il mio nome con una percezione distorta del mio corpo. Lasciva, incapace di amare. Una donna bellicosa con un insaziabile appetito sessuale. La mia carnagione è volgarmente apprezzata con commenti sessisti, ma non desiderata. Palpeggiami in pubblico, mettimi in ginocchio perché in qualche modo la mia storia mi ha reso una schiava sessuale e la cultura dello stupro non è altro che una leggenda. Il suo ego deve essere gratificato. Stereotipata Sono la proverbiale donna nera incazzata che sventola il cartello sporco di sangue e che maledice tutti come se il mondo le dovesse qualcosa. Il mondo non mi deve niente! Gli archetipi della mia storia imbrattano le pareti dei laboratori come eredità del colonialismo impresse nella mia coscienza. Sono un simbolo di trauma e degrado. Indosso il velo della vergogna che Sarah Baartman indossava quando veniva esibita nei Freak show di Londra e Parigi. “Troppo”, dicono! “Ѐ troppo!” “Carolyne, quel vestito non valorizza le tue forme”. “I tuoi capelli sono crespi hai bisogno di usare un po’ di cera”. Ma vedi, non posso controllare il modo in cui le mie cosce si strofinano quando cammino. O il modo in cui il mio culo rimbalza quando cammino. Aneddoti della mia femminilità lasciano sgocciolare frammenti della mia identità lungo le cosce. Influenzano il modo in cui vedo me e te negli egemonici ritratti della mia identità di donna africana. Ma io, indosso questo corpo con estremo orgoglio. *** Fetishized My worthiness is measured in cup sizes and big booty. Integrity is dismissed and compromised. Body parts named policed and sexualized. They say: “it’s the sway of my African belle derriere the clumsiness of my breasts the fullness of my lips and the arch of my back”. Objectified by the media, my nudity is plastered on billboards and marketed in raunchy music videos and sex magazines. Bartered in foreign currency for a bit of the exotic experience and sold for consumption. I’m just an experiment. I am a product of disrespect. Patriarchal society trashes my name with a twisted perception of my body. Lewd, incapable of love. A belligerent woman with an insatiable sexual appetite. My tinted shade is salaciously appreciated with sexist comments but not pursued. Grope me in public Bring me to my knees because somehow my history conditioned me to be a sex slave and the rape culture is nothing but a myth. His ego must be massaged. Stereotyped I am the proverbial angry black woman waving the blood stained banner cussing out at everyone like the world owes me something. The world owes me nothing! Archetypes of my history are smudged on the walls of public laboratories as a legacy of colonialism imprinted on my consciousness. I am a symbol of trauma and degradation. I wear the shroud of shame that Sarah Baartman wore when she was been paraded in the freak shows in London and Paris. “Too much”, they say! Too much! “Carolyne, that dress doesn’t flatter your body size”. “Your hair is nappy. You need a few lashes of lye on your scalp”. See, I can’t control the way that my thighs rub when I walk or the way that my booty shakes when I move. Anecdotes of my femininity leave shards of my identity dripping over my thighs. Affecting the way that I see me and you in the hegemonic depictions of my identity as and African woman. I wear this beautiful body with pride. Traduzione di Giovanna Molinelli
In generale la poesia africana è quella tra le più sconosciute, a parte pochi poeti che hanno adottato le lingue europee, come Senghor , Achebe o Neto, il resto in lingua locale è un pianeta sconosciuto che meriterebbe di essere esplorato.
Ancora di più lo è l’opera delle poetesse, vittime di quella verniciata di “cultura puttana ed egocentrica” sovrapposta a quella autentica africana. Meritevole e molto interessante il progetto (ho guardato un po’ il sito).
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