Ci vuole un fisico bestiale

C’è stato un tempo, verso la metà degli anni Ottanta del secolo scorso in cui poeti di talento, vero talento, hanno rinunciato a vivere e si sono autoaffondati. Alludo a Nadia Campana, Salvatore Toma, Beppe Salvia, Remo Pagnanelli. Gente di profonda cultura e ingegno, che tanto avrebbe potuto dare a un ambiente poetico e culturale già all’epoca piuttosto asfittico almeno qui in Italia. Col tempo stessa sorte di sono dati Claudia Ruggeri e Simone Cattaneo. Impressionante vero? L’avvento della rete e delle piattaforme prima, e dei social dopo, hanno prodotto un nuovo fenomeno in realtà ancor più avvilente. Scribacchini e poeti hanno scoperto la rete che, acritica e democratica, ha generato mostri tutti etichettati come poeti altissimi e di gran talento. In questi ultimi anni il fenomeno si è aggravato, giovani che hanno cercato i riflettori a tutti i costi. Sono sempre stato del parere che dire poeta a una persona ancora in vita sia l’offesa con cui rispondere con uno sputo. Questi ragazzi hanno pensato che bastasse scrivere qualcosa, cercare le persone giuste per promuoversi, o meglio essere promosse, hanno vissuto alcuni anni appagati soltanto nell’attivismo, e nella celebrità che potesse derivarne. Cosa sono due o più pubblicazioni (magari a spese dei genitori) alle spalle quando hai poco più di vent’anni? Opere giovanili acerbe e, se hai futuro, da sconfessare. Se non hai il coraggio di un Massimo Sannelli non sopravvivi a te stesso. Poi ci sono le foto ufficiali, la promozione e tutto quanto l’armamentario che fa di un giovanotto di belle speranze un poeta. Questo fenomeno malato inizia però a mietere vittime. Sono morti troppo giovani Gabriele Galloni e Lorenzo Patàro, anagraficamente potevano essermi figli e mi chiedo se per qualche attimo delle loro vite troppo brevi siano stati realmente felici o soltanto appagati da una celebrità che li ha consumati. Si va sempre a caccia di fenomeni, dai poetini esangui alle poetesse giovani e con le tette ancora alte, ai figli, fidanzati, o parenti di altre celebrità. È acclarato che non esisti se non stai sotto i riflettori e questo produce pessime opere, oltre che mietere vittime. L’ambiente poetico italiano è pieno di miasmi e porcherie. A tutto questo segue soltanto un cordoglio interessato, un “non lo conoscevo ma oggi scopro che era un grande poeta”, un fare a chi piange più forte per mettersi in mostra, trovare a sua volta un posto sotto i riflettori. Francamente trovo tutto questo rivoltante e inquietante.


2 risposte a "Ci vuole un fisico bestiale"

  1. Condivido. La rete ha un suo ruolo nel promuovere apparenza nella fugacità ma anche il numero crescente di editori a quote prepagate non permette una selezione seria. A tantissimi poeti pubblicati nessuno compra poesia o scribacchiature, come dici. Un mercato, solo un mercato di affari e illusioni e disillusioni con la rara vergogna di essersi esposto a tale mercimonio e a gruppi organizzati autoacclamantesi. E’ preferibile scrivere o coltivare la poesia e la ricerca poetica in solitudine e dalla solitudine uscire per in un contesto di madrassa poetica e sinceramente amicale .
    Grazie.

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