
Quali ripari vado immaginando…
È dove non s’avverte che universo
remoto al mio dolere e le sere
farsi previsione sterminata, case
libere al vento. Sono le illuse strade
dove la fortuna d’un momento
sparendo mi ritrova e io m’accendo
alla più magra luna senza cielo:
con tanti minuscoli bagliori
si fa il sereno d’una notte.
Così il tempo mi svola, le ali accosta
nella fine di una lucciola stanca
a cercar sosta – ma pure i fili d’erba tra le rovine
sono contenti della primavera
e per la quercia grande che m’invento
s’allunga in belvedere una finestra
via dal deserto, e l’ombra piove,
come se fossi già quel che divento.
*
da Le barricate misteriose (Einaudi 2001)
*
La rubrica Poeti del lunedì termina con questa proposta. Grazie a Neobar per lo spazio che mi ha donato.
Non ci sono ripari dal tempo che passa
Le cose, anche quelle minime, del mondo sembrano anticipare la coscienza infelice delle nostre metamorfosi
pensiamo già di essere quello che diventeremo, scappiamocene via allora da questo deserto.
(Un peccato i prossimi lunedì senza la poesia)
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