Documenti_ Discorso di Benjamin Netanyahu all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (26 sett. 2025)

Riprendendo il discorso di Harold Pinter in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Letteratura nel 2005 (https://neobar.org/2025/09/17/documenti_-harold-pinter-come-cittadino-devo-chiedere-che-cosa-e-vero-che-cosa-e-falso-2005/), in cui sottolineava l’urgenza, per ogni cittadino, di interrogarsi su ciò che sia vero e ciò che sia falso, si intende qui porre l’attenzione su un altro intervento destinato a rimanere nella memoria pubblica, ma in senso opposto: per la sua radicale negazione del vero. Si tratta del discorso pronunciato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il 26 settembre 2025. In quella sede, Netanyahu ha condannato con toni particolarmente duri la decisione, assunta nei giorni precedenti da diversi stati, di riconoscere formalmente lo stato di Palestina, accusandoli di antisemitismo. Nel corso del suo intervento, ha inoltre avanzato una serie di affermazioni rivelatesi false o quantomeno gravemente fuorvianti, come quando ha sostenuto che “l’esercito israeliano ha fatto di tutto per evitare di ferire o uccidere civili palestinesi”. Come documenta il video dell’evento, il discorso è stato preceduto dall’uscita dall’aula di numerosi rappresentanti diplomatici, mentre quelli che sono rimasti hanno comunque accompagnato l’intervento con ripetuti e fragorosi applausi.


6 risposte a "Documenti_ Discorso di Benjamin Netanyahu all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (26 sett. 2025)"

  1. un minimo di fact checking sulle parole pronunciate da Netanyahu.

    Ogni volta che è stato offerto loro uno Stato palestinese, ma è stato loro imposto di porre fine al conflitto con Israele e riconoscere lo Stato ebraico, ogni volta nel corso dei decenni, hanno rifiutato.”

    evidente ribaltamento della realtà. vedasi l’iniziativa di Pace Araba del 2002, che offriva a Israele la piena normalizzazione con l’intero mondo arabo in cambio del ritiro dai territori occupati nel 1967. i palestinesi l’avevano approvata, Israele l’ha respinta. e ancora prima, gli Accordi di Oslo degli anni ’90, sottoscritti dai palestinesi e traditi da Israele che ha addirittura esteso gli insediamenti illegali, consolidato l’occupazione militare (oltre ad aver ritardato in modo sistematico ogni fase prevista dagli accordi). da allora, l’espansione degli insediamenti illegali, l’annessione di Gerusalemme Est e lo strangolamento dell’economia di Gaza non hanno fatto che intensificarsi. sono decenni che Gaza è già una sorta di campo di concentramento “soft” (frontiere militarizzate, aeroporto bombardato, impianti di desalinizzazione bombardati, impianti elettrici bombardati, riserve d’acqua tagliate, pesca bloccata, settore industriale strangolato). nel 2006, Dov Weisglass, l’allora consigliere del Primo Ministro Ehud Olmert, lodava la furbesca strategia politica israeliana su Gaza: “l’idea è quella di mettere a dieta i palestinesi, ma di non farli morire di fame”. in seguito, infatti, emergerà prova documentale che le autorità israeliane calcolavano l’apporto calorico minimo appena suffciente per evitare una grave malnutrizione, in modo che Israele potesse limitare la quantità di generi alimentari ammessi a Gaza senza rischiare il clamore di troppi morti per fame. nel 2012, le Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto intitolato “Gaza nel 2020: un luogo vivibile?” in cui si rimarcava che col proseguire dell’assedio di Israele alla striscia di Gaza entro il 2020 non ci sarebbe stato “praticamente alcun accesso affidabile a fonti di acqua potabile”, con grave peggioramento degli standard di assistenza sanitaria e istruzione, energia elettrica ridotta a un lusso per la maggior parte della popolazione e ulteriore aumento di povertà, emarginazione e insicurezza alimentare.

    “Signore e signori, gran parte del mondo non ricorda più il 7 ottobre. Ma noi ricordiamo, Israele ricorda il 7 ottobre.”

    in realtà il mondo ricorda benissimo (non potrebbe essere altrimenti vista la copertura mediatica ricevuta) e condanna senza mezzi termini l’orrore compiuto da Hamas il 7 ottobre. solo che, com’è evidente da quanto scritto più sopra, la “questione palestinese” non inizia certo il 7 ottobre. non bastasse, il 7 ottobre è il tragico ma auspicato risultato di una strategia politica, almeno in base a quanto denunciato dall’ex primo ministro Ehud Barak, ovvero che Hamas è stato mantenuto “vivo e vegeto” anche a costo di sacrificare coloni del sud per indebolire a Ramallah l’Autorità Nazionale Palestinese e per sfruttare il fatto che grazie ad Hamas è più facile spiegare agli israeliani che non può esserci nessuno con cui sedersi a un tavolo e parlare. e comunque, memoria per memoria, forse è Netanyahu che ne difetta maggiormente visto che non sembra essere provato da una lunga serie di notti insonni nonostante sia direttamente responsabile della morte di oltre 70.000 civili tra cui oltre 20.000 bambini e oltre 15.000 donne.

    “Se Hamas accettasse le richieste di Israele, la guerra potrebbe finire *immediatamente*”.

    in realtà Israele, col pieno sostegno USA, ha bloccato svariati tentativi di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. ad esempio, il 18 marzo, Israele ha mandato in fumo l’accordo di cessate il fuoco stipulato con Hamas uccidendo più di 400 palestinesi. ad esempio, il 9 settembre, dopo aver accettato una proposta di cessate il fuoco, Israele ha bombardato il Qatar cercando di spazzare via l’intera leadership politica di Hamas fuori da Gaza.

    “Israele si sta impegnando molto per ridurre al minimo le vittime civili a Gaza.”

    dall’inizio della guerra fino a marzo 2025, ogni 10 vittime 9 erano civili. da marzo 2025 in poi ogni 15 vittime 14 sono civili: in altre parole, il 95% dei morti sono civili (data from ACLED, the UN- and Western-backed conflict tracker). come termine di paragone, in Ucraina i morti civili sono meno del 3% del totale.

    “Hamas sta mettendo in pericolo i civili di Gaza costringendo le persone a fungere da scudi umani.”

    Israele non ha mai fornito nessuna prova che Hamas abbia utilizzato le strutture civili come cosiddetti “centri di comando e controllo militare” o persone come “scudi umani”. con questa giustificazione Israele ha bombardato in modo sistematico rifugi di civili, ospedali, scuole, ambulanze, luoghi di culto, impianti idrici, centrali elettriche e altre infrastrutture necessarie al sostentamento.

    “Un paese che commette un genocidio non implorerebbe i civili di togliersi dalla traiettoria delle sue bombe.”

    umorismo involontario: ti lancio addosso delle bombe e ti imploro di toglierti dalla traiettoria. un’area residenziale, densamente popolata (oltre due milioni di abitanti), bombardata con almeno 200.000 tonnellate di esplosivi…  peraltro i continui ordini di evacuazione forzata emessi da Israele *se* arrivano ai civili (telecomunicazioni distrutte, blackout, internet a singhiozzo) lasciano comunque pochissimo tempo per fuggire (e dove?).

    Dall’inizio della guerra, Israele ha fatto entrare a Gaza più di 2.000.000 di tonnellate di cibo e aiuti. Si tratta di una tonnellata di aiuti per ogni uomo, donna e bambino di Gaza; quasi 3.000 calorie a persona al giorno.”

    probabilmente Netanyahu  confonde le tonnellate di bombe con le tonnellate di cibo. infatti in una conferenza stampa del 2024 aveva dichiarato: “forniamo aiuti umanitari minimi… se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi di guerra, forniamo aiuti minimi”. di più, un documento della U.S. Agency for International Development afferma che Israele blocca in modo sistematico le consegne di cibo e di aiuti medici a Gaza. non bastasse un gruppo di medici statunitensi volontari a Gaza ha denunciato che lo stato di malnutrizione ha causato aborti spontanei e alta mortalità neonatale perché le madri sono troppo deperite per allattare, e in più manca sia latte artificiale che acqua pulita. Euro-Med Human Rights Monitor riporta che attualmente il 100% della popolazione di Gaza è denutrita.

    “Israele non sta bloccando l’ingresso degli aiuti a Gaza; è Hamas che li sta rubando ai palestinesi.”

    nessun riscontro, anzi un rapporto dall’esercito israeliano e uno dell’agenzia statunitense per gli aiuti esteri, USAID smentiscono la cosa. per contro Israele ha imposto blocchi totali a tutti gli aiuti in entrata nella Striscia in più occasioni e la cosiddetta GHF (Gaza Humanitarian Foundation) facente capo a Israele e USA, ha reso difficile e pericoloso ricevere aiuti alimentari (migliaia di palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano di ottenere del cibo)

    “L’Iran sta rapidamente sviluppando un massiccio programma di armi nucleari e un massiccio programma di missili balistici, con l’obiettivo di distruggere Israele, minacciare gli Stati Uniti e ricattare le nazioni.”

    non esistono prove che il programma nucleare dell’Iran, in atto da oltre due decenni, abbia scopi diversi da quelli civili. l’Iran non possiede testate nucleari mentre il “belligerante” governo Israeliano dispone di oltre 90 testate. nel 2015 le Nazioni Unite, premiando il comportamento collaborativo dell’Iran avevano rimosso le sanzioni contro Teheran.

    penso che possa bastare anche perché, pure stasera è giunta mezzanotte…

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  2. Grazie malos, per le puntualizzazioni! Ciò che colpisce in questo discorso è anche l’impianto retorico e la postura assunta: una sicumera tipica di chi si percepisce come detentore della verità e si rivolge al pubblico semplificando la complessità della questione in domande retoriche dal tono quasi didattico, simili a un “quiz a risposta multipla”. Non sorprende la consonanza con alcune modalità comunicative proprie di Trump.

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  3. Sono completamente d’accordo con le considerazioni di Abele e le osservazioni di malos, tranne che sull’ultimo punto, quello che riguarda l’attività sul nucleare dell’Iran. Rafael Grossi dell’AIEA sia per l’Iran, che aderiva al programma di non proliferazione nucleare,  che per Israele, che invece non  ha mai aderito, parla di ambiguità e di non collaborazione. Israele non ha mai consentito all’ispezione dei suoi impianti, comunque l’AIEA pensa che disponga di circa 90 testate nucleari.

    Per quanto riguarda l’Iran L’AIEA pensa che disponga di 400kg di Uranio arricchito al 60%.

    L’esame di fisica nucleare l’ho dato quarant’anni fa, però mi ricordo benissimo che per le applicazioni civili serve l’arricchimento dell’Uranio al massimo del 5% che è già troppo.

    Ai miei tempi le centrali nucleari più avanzate erano le Candu canadesi che usavano Uranio arricchito a meno del 2%. Più l’Uranio è arricchito più è difficile controllarne la fissione, diminuisce anche la massa critica necessaria per sviluppare la fissione e quindi il volano termico.

    (L’Uranio estratto dalle miniere è U238 e una minima percentuale minore dell’1 % di U235 che è l’isotopo fissile. Per arricchire l’Uranio, questo viene dapprima trasformato in gas, quindi immesso in centrifughe che meccanicamente separano i due isotopi).

    L’Uranio arricchito al 20%  si usa già per scopi militari, nei reattori dei sommergibili nucleari ad esempio, o negli ordigni nucleari “sporchi”.

    Non esiste un uso civile dell’Uranio arricchito al 60%, si produce solo se si vuole arrivare all’80% per costruire la bomba.

    Il programma nucleare iraniano è cominciato in realtà negli anni 50 con l’aiuto degli americani, allora c’era lo Scià che era loro alleato. Khomeini poi aveva dichiarato che il nucleare “non è islamico”, e quindi si dovevano bloccare le attività, ma su questo a quanto pare non se l’ è filato nessuno.

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  4. non so a quale intervista a Raphael Grossi si riferisca Giancarlo, ma in quella rilasciata ad Al Jazeera il 19 giugno 2025 (di cui esistono video e ampie trascrizioni in rete), il direttore generale dell’AIEA afferma:

    NON abbiamo trovato in Iran elementi che indichino l’esistenza di un piano sistematico attivo per costruire un’arma nucleare. NON abbiamo riscontrato elementi che ci consentano, in qualità di ispettori, di affermare che un’arma nucleare fosse in fase di progettazione o di fabbricazione da qualche parte in Iran”.

    di più, Grossi chiarisce con fermezza che i rilievi dell’AIEA circa la necessità di maggiore trasparenza da parte dell’Iran sul suo programma nucleare OVVIAMENTE NON giustificano MAI (usa termini come *never* e *absolutely*) attacchi militari di qualsivoglia stato, ma servono a SOLLECITARE (non dovrebbe essere necessario esplicitarlo, ma evidentemente…) NUOVE TRATTATIVE per accordi e controlli più stringenti.

    so what?????????????????????????????????????????

    cioè il paese A di punto in bianco bombarda lo stato B e lo si giustifica????

    siamo al livello della provetta sventolata da Powell all’ONU che doveva contenere la prova delle armi di distruzione di massa dell’Iraq…

    invece nessuno ha parlato del “piccoliiiiiissimo problemino” che DOPO la condivisione con la AIEA delle informazioni sulle loro identità (che dovevano restare segrete), sono stati assassinati alcuni scienziati iraniani. indubbiamente, un buon modo per invogliare l’Iran a collaborare. come pure si sa che i bombardare la controparte aiuta sempre a calmare gli animi e a trovare soluzioni pacifiche…

    : (((

    ma vediamo di contestualizzare il tutto anche da un punto di vista cronologico.

    il rapporto dell’IAEA arriva il 12 giugno, quasi in contemporanea all’annuncio  del ministro degli Esteri dell’Oman, Badr Albusaidi, nel quale si riferiva che entro tre giorni (domenica 15 giugno) sarebbe iniziato un sesto round di colloqui tra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare: “reaching a new nuclear deal is one of the several diplomatic priorities being juggled by US President Donald Trump Steve Witkoff” – riferisce in New York Times.

    infatti, nella mattina del 12 giugno, a Vienna, il rapporto dell’AIEA (elaborato da Londra, Parigi, Berlino e Washington) viene votato e approvato dal Consiglio dei governatori AIEA con 19 voti favorevoli su 35. Notare bene: il rapporto NON è ancora neanche stato inviato alle Nazioni Unite. Teheran replica in una nota congiunta del Ministero degli Esteri e dell’Organizzazione Iraniana per l’Energia Atomica nella quale si legge che “l’Iran ha sempre rispettato i propri obblighi di salvaguardia” e che il rapporto dell’AIEA è “politicamente motivato” e “privo di fondamenti giuridici”.

    infatti, a prescindere dal giudizio sulle intenzioni (in cui anche Giancarlo si lascia trascinare e che lascia ovviamente il tempo che trova), l’arricchimento dell’uranio al 60% è CONSENTITO nei trattati internazionali. nel caso specifico dell’Iran c’erano gli accordi JCPOA del 2015, cui l’Iran aveva aderito: arricchimento limitato a solo 3,67% (ben al di sotto della soglia per uso militare) e accettazione da parte dell’Iran del “protoccolo addizionale” (il regime di controlli e ispezioni dell’AIEA più stringente possibile). in cambio, Teheran otteneva la rimozione delle sanzioni ONU, USA ed UE sui suoi settori chiave (petrolio, finanza, trasporti) e il ripristino dell’accesso al sistema finanziario internazionale e al commercio globale (con annesso sblocco di miliardi di dollari di asset congelati all’estero). poi però l’Iran ha rotto gli acc… ah no, ANCHE STAVOLTA NON E’ l’Iran ad aver trasgredito ai suoi impegni: nel maggio 2018 sono gli USA a rompere unilateralmente gli accordi con le seguenti motivazioni: l’accordo copre una durata di 25 anni e non impedisce DOPO 25 anni all’Iran di sviluppare l’atomica (devo ridere?), i controlli dell’AIEA (i più duri mai imposti a un paese) sono insufficienti e l’accordo è incompleto perché non prevedeva una limtazione del missili balistici capaci di trasportare testate nucleari (ma l’accordo bloccava la possibilità di produrre testate nucleari, quindi???).

    chiunque valuti tali motivazioni largamente con un minimo di onestà tiri pure le sue conclusioni… a me appaiono largamente pretestuose, nonché fogliafichesche per coprire interessi economici e geopolitici nell’area mediorientale della superpotenza americana.

    eniuei, DOPO che gli USA si sono tirati indietro e l’accordo non c’è più, l’Iran a sua volta comunica l’inevitabile decadenza del limite JCPOA di arricchimento dell’uranio al 3,67% e ipso facto, si torna al limite massimo legale consentito a livello internazione che è fissato al 60%. ergo, per maggiore chiarezza lo ribadisco senza tema di smentita: non esiste un divieto nei trattati internazionali che vieti l’arricchimento dell’uranio al 60%.

    ri-so what????????

    mappoi, perché se gli iraniani prima collaborano e *poi* puntano i piedi (visto che intorno a loro altri paesi NON stanno collaborando) addirittura li si può bombardare e invece Israele che non collabora *da sempre* (e si è fatto il suo arsenale nucleare) non solo non viene condannato, ma in più si erge a Supremo Inappellabile Giudice Unico Bombardatore?

    è evidente che l’azione terroristica internazionale del SIGUB nella notte tra il 12 e il 13 giugno (oltre a fungere da elemento di distrazione sul genocidio in corso a Gaza) alla luce delle date sopra riportate, è stata messa in atto tempestivamente usando come *pretesto* una interpretazione FALSA del report dell’AIEA (come confermato da Grosso, che alla domanda di un giornalista sul perché il report dell’AIEA sia stato ampiamente frainteso risponde telegraficamente: chiedetelo a Israele e non a me!!!) per bloccare in modo definitivo l’imminente ripresa dei negoziati in Oman.

    sempre con affetto, per minimo dovere di cronaca.

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  5. Facevo riferimento alla risoluzione AIEA del 12 giugno, quella del link seguente:

    gov2025-38.pdf

    Nel link seguente le risoluzioni anche degli anni precedenti:

    IAEA and Iran – IAEA Resolutions | IAEA

    Anche per Israele viene sottolineata l’opacità della collaborazione, la sua situazione è descritta brevemente nel seguente report NTI  (The Nuclear Threat Initiative):

    Nuclear Disarmament Israel

    Le 90 bombe non sono state osservata dagli ispettori, per l’opacità della collaborazione di Israele, che comunque è un membro dell’AIEA, inoltre Israele non ha mai effettuato test nucleari, cioè non ha mai fatto esplodere una bomba sperimentale, tutto il mondo se ne sarebbe accorto. La consistenza del suo arsenale è dedotta da considerazioni di intelligence e dall’opinione di esperti. Comunque anch’io penso che ci siano quegli ordigni.

    Sono d’accordo anch’io che la risoluzione AIEA non giustifichi l’attacco di Israele.

    Ma non conosco nessun accordo internazionale che limiti i valori dell’arricchimento al 60% se me lo indichi ti ringrazio (non sono specialista di accordiinternazionali). L’arricchimento dell’uranio per usi civili è inferiore al 5%, sopra si entra nell’uso militare.

    E’vero che gli Stati Uniti sono un pericolo per il mondo (lo sono sempre stati, non ci si può fidare), in particolare per quelli che sono stati i loro alleati, come si è visto in Vietnam e in Afghanistan dove gli alleati del giorno prima sono stati abbandonati alla vendetta dei vincitori.

    Una volta che gli americani sono usciti dal JCPOA, al quale partecipavano anche Cina, Russia e diversi paesi europei, è come se l’Iran reagisse dicendo: “allora noi facciamo la bomba”.

    Io voglio fare solo considerazioni tecniche, l’uso politico esprime solo il brutale interesse e la forza degli stati.

    Ad esempio Israele è come se dicesse “noi possiamo avere la bomba ma voi no” altrimenti vi bombardiamo “perché simo più forti”.

    Stessa cosa ad esempio fanno l’Iran e la Turchia, accolgono con tutti gli onori quelli di Hamas, ma perseguitano i Kurdi, che alla fine vogliono la stessa cosa dei palestinesi.

    Per me arricchendo sempre di più l’uranio gli iraniani vogliono ottenere la bomba.

    Non si fanno processi alle intenzioni, ma alla realtà.

    Per fare un confronto, se io mi compro un fucile da caccia, chiedo la licenza di caccia e compro un cane da caccia, chi fa il processo alle intenzioni potrebbe pensare che intendo diventare un cacciatore. Invece no, questo di solito si fa solo perché la legge lo consente.

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  6. il TNP, cui si fa in genere riferimento, fa parte di quei trattati internazionali “di principio che  seguono un approccio descrittivo. dunque non è un manuale tecnico e non contiene percentuali. di più, non vieta l’arricchimento dell’uranio per se, considerandolo in prima istanza “tecnologia nucleare pacifica”, ma si limita a vincolarlo ai controlli dell’AIEA. vieta, per contro, agli stati firmatari (che non siano già dotati di armi nucleari) di acquisire o fabbricare ordigni nucleari. ma andiamo con ordine per provare a fare maggiore chiarezza,

    : )

    a) tutti sanno benissimo (e mi sembra che siamo d’accordo in proposito) che un “ordigno nucleare” necessita di uranio arricchito oltre l’85% e che l’uranio arricchito al 60% non è un “ordigno nucleare” (non è utilizzabile come tale)

    b) l’esempio che fai col cacciatore non è corretto (l’Iran non ha già il fucile da caccia, ovvero l’ordigno nucleare). un esempio più corretto è quello di un grattacielo di 90 piani dal cui tetto spesso si gettano i suicidi (e infatti per legge è vietato salire sul tetto del grattacielo, pena “l’arresto”).

    c) attenzione: non esistono prove che il signor Iran sia salito al 60mo piano, sebbene ciò sia lecito, possibile e anche probabile. ammesso (e non concesso) che il signor Iran sia salito di nascosto al 60 piano (cosa che nel documento dell’AIEA non c’è scritto), andiamo avanti.

    d) che ci fa il signor Iran al 60mo piano, visto che non lavora ai piani alti del grattacielo? la cosa, come detto nel punto precedente, è molto sospetta e va attentamente sorvegliata per… *capire* cosa sta accadendo nella testa del signor Iran visto che per i normali usi civili basta e avanza l’uranio arricchito meno del 20%

    e) tutti i media (allineatissimi) da parecchi mesi stanno facendoci ‘na capa tanta per convincerci che *l’unico motivo* per cui il signor Iran è salito al 60mo piano è perché vuole buttarsi dal tetto al 90mo piano, ovvero quel cattivone folle del signor Iran vuole fare la bomba atomica e buttarla in testa ai buoni. davvero stanno aiutandoci a capire cosa sta succedendo o l’obiettivo dei media è l’esatto contrario?

    f) in effetti, quando leggo che la spiegazione di cose molto complicate è un “unico motivo” m’insospettisco e inizio a studiare (vedasi la risibile narrazione mainstream sul 7 ottobre che oltre ad essere indecente è un’offesa alla nostra intelligenza)

    g) soffermandoci a riflettere (cosa preziosa), possiamo facilmente accorgerci che è improbabile che quello strombazzato dai media sia “l’unico motivo”, visto che, almeno fino all’attacco di Israele tra il 12 e il 13 giugno, il signor Iran stava *trattando* con l’occidente

    h) dunque esiste almeno un altro buon motivo per cui il signor Iran è salito al 60mo piano, ovvero quello di convincere gli USA a negoziare le sanzioni trattando da una posizione di maggiore forza (occhio: ho l’uranio arricchito al 60%!) nella speranza di non essere preso per l’ennesima volta a pesci in faccia (ho già spiegato come siano stati più volte gli USA e non il signor Iran a far saltale il tavolo delle trattative)

    i) teniamo conto che il signor Iran fatica ad accettare che in giro ci siano almeno quattro paesi che sbattendosene del TNP e degli ispettori dell’AIEA si sono dotati di ordigni atomici e nessuno dice niente (India, Pakistan, Corea del Nord e Israele). in linea di principio, al signor Iran non sembra giusto che all’ultimo paese della lista, con il quale ha rapporti “molto tesi”, sia concesso senza battere ciglio a livello “ispettoriale” e internazionale quello che a lui è negato

    l) il signor Iran si sente in pericolo: sa quello che è successo al confinante Iraq, e poco oltre ha un vicino ostile dotato di arsenale atomico e che non esita a condurre attacchi militari come più gli aggrada (esempi recenti: i bombardamenti a Gaza, in Siria, in Iran, etc).

    m) il signor Iran si sente in pericolo: mentre stava cercando di convincere gli USA a trattare, Israele ha bombardato il tavolo delle trattative. in altre sostanze, è stato detto forte e chiaro al signor Iran che dalla sua posizione senza atomica, i pesci in faccia sono l’unica risposta

    n) da quel momento, il signor Iran ha cominciato a pensare che anche per lui possa valere lo stesso ragionamento che si fa per Israele: avere la bomba atomica, non implica la volontà di usarla. in giro per il mondo, fino ad oggi, l’arma atomica ha sempre funzionato come “deterrente” e non come arma di offesa

    o) è probabile che il signor Iran sia stato spinto a tirare le somme in questo modo: Israele ha l’atomica (e nessuno protesta o progetta di levargliela), io sono in una posizione di debolezza (hanno fatto saltare qualsiasi trattativa e mi prendono  a pesci in faccia), quindi l’unica soluzione è sanare lo squilibrio. non c’è più un’altra via d’uscita: se non ho l’atomica sono fottuto.

    p) il signor Iran si sente in pericolo: sa quello che è successo il Libia nel 2011 dopo che Gheddafi aveva rinunciato volontariamente al suo programma nucleare nel 2003. il signor Iran si sente accerchiato: l’Arabia Saudita, tanto per fare un esempio, gioca “coi buoni”.

    q) sappiamo bene che gli USA sono “i buoni” ma non sono affatto i buoni che altruisticamente, per il bene del mondo, si son presi l’onere di garantire l’ordine internazionale liberista, bensì sono la classica potenza imperialista che crea instabilità a livello globale in modo diretto (o “per procura”) per il proprio tornaconto geopolitico

    r) sappiamo bene che Israele, mentre recita la parte di chi lotta per la sopravvivenza in un vicinato ostile, in realtà sempre più combatte una guerra di conquista e punta all’egemonia totale sullo scacchiere medio-orientale preda dell’esaltazione cinico-mistica di incarnare “il Bene” che lotta contro il “Male” (tweet di Netanyahu docet),

    s) sappiamo bene che Israele, il suopotere economico e i suoi servizi segreti non vanno tanto per il sottile, specie negli ultimi vent’anni (la narrazione dei media circa il conflitto che noi ci “beviamo” non fa molta presa in medio oriente…) e che esiste una doppiezza e una spregiudicatezza in Netanyahu e negli esponenti del suo governo per cui quando Israele dice bianco intende nero (la narrazione del 7 ottobre ne è il massimo cinico capolavoro cinematografico)

    ok, penso che gli spunti di riflessione siano più che sufficienti…

    chiedo scusa se  in qualche passaggio sembro “paternalista” o “pedante”. l’idea che volevo comunicare scrivendo per punti (spero di esserci riuscito) era quella di stimolare passo passo il pensiero critico e di fare l’esercizio (il medico lo fa sempre) di mettersi nei panni del paziente (il signor Iran) e di vedere il mondo con i suoi occhi *per capire*.

    quindi.

    quindi l’attacco israeliano nella notte tra il 12 e il 13 giugno non è solo “un attacco“, ma è, agli occhi del signor Iran, la conferma ulteriore della visione iraniana e questo rafforza il *circolo vizioso*, che potremmo (e)semplificare in questi termini: l’occidente (attraverso Israele) bombarda e sabota, l’Iran si convince che la sua unica salvezza sia un deterrente nucleare, l’Iran accelera il programma, avvicinandosi alla bomba, l’occidente e Israele puntano il dito contro l’Iran come *stato canaglia* che minaccia la pace, giustificando nuove sanzioni e nuovi attacchi, infiammando ancora di più la regione. è un ciclo di provocazione e reazione che si autoalimenta.

    concludo: non si può separare la questione nucleare dalla più ampia rivalità geopolitica. non si può raggiungere la pace se l’opinione pubblica occidentale è schierata con Israele. condannare l’Iran per il suo programma nucleare, senza affrontare contemporaneamente la questione della sicurezza regionale (incluso il nucleare israeliano) e senza offrire garanzie credibili di non-ingerenza, è un approccio miope e destinato a fallire (ce lo sapremo ridire). di più, USA e Israele (i cui sabotaggi attivi delle trattative sono ormai un modus operandi consolidato), al di là di risibili Nobel e di “cessate il fuoco” per le allodole, sono ben contenti del fallimento. Netanyahu e il suo governo non vogliono *davvero* la pace.

    la narrazione di un conflitto tra “comunità internazionale responsabile” e “stato canaglia irresponsabile” è un gioco spietato a reti unificate di potere, egemonia e sopravvivenza già visto e tutt’altro che credibile…

    sperando di essere stato utile per un passo avanti nelle direzione di un attimo di riflessione, abbraccio in modo sempre più fraterno Abele e Giancarlo (uniche voci in questo silenzio cinico e neobaro…)

    : )))

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