Francesca Pellegrino: Dimentico sempre di dare l’acqua ai sogni

Paolo Ventura
La mia poesia viene dalla mia casa, dalle mie strade, da tutte le voci che mi inseguono ogni giorno nel bel mezzo del traffico, mischiate dentro tutto l’invisibile che non arriva agli occhi. L’invisibile che si insinua nei profumi e nelle pieghe dei vestiti, quello che si nasconde dietro un muro alto, che ci stai davanti e sogni. Per questo spesso guardo in su. La mia poesia è l’ironia della realtà che si fa pioggia, polvere, ruggine, sulle cose che speriamo eterne. E’ il disincanto delle cose rotte – un caso come una speranza.

All’urgenza non si comanda, come per la fame e per la sete. Ero piccola, sui dodici anni e ricordo di aver iniziato ad avere due diari differenti: uno per le cose di tutti i giorni e l’altro per la poesia. Le conservo tutte – disordinata con le carte come sono – ma le ho tutte. Io non so per gli altri, io scrivo perché non so neanche immaginare come sarebbe stare senza. E mi sono chiesta mille volte – perché …Tra le mille risposte che mi sono data da sempre, l’unica che mi ha convinto fin dentro ogni significato è che la Poesia è la più bella e grande consolazione del mondo. L’unico modo in cui io sono i miei occhi, la mia bocca ed il mio tutto – compreso la voce contralta che sa di scirocco e di sud.

F.P.

Old

Alle tredici
il mercato della frutta
puzza di cosa vecchia e
inacidita.
Intorno ai pomodori
c’è una roba bianca
che ad assaggiarla
si fanno gli occhi piccoli
e la lingua stretta
in mezzo ai denti.
Niente di che
sono solo cose andate a male.
Del resto anche io
ho un buco nuovo di zecca e
qualcosa come di ruggine.
Tutt’intorno.

Ruggine

E ci sarà davvero poco da ridere
succede ogni volta con te e
le saracinesche abbassate
zitte di silenzi.
Sembra la controra delle farfalle.
Qualcuna dorme i fianchi assolati del sole
una penombra di voci appena
e qualcuna si lascia scopare cagna
al primo fiore.
E ci sarà davvero poco
da ridere
per questo vuoto che ritrovo
vivo – travaglio di un grido che nasce
e sotto madonne che cercano il figlio.
Sarà che si perdono gli occhi
a scavare la ruggine .dagli occhi.

Shut

Il chiodo che ho nel cuore
non fa più sangue.
Si è fatto
una casa di ruggine
intorno – qualcosa che
se non mi muovo troppo
non fa più male.
Non fa più amore.
Non fosse per quel
vento bagnato dello scirocco
che entra e
gela neve sottocuore e
spegne ogni respiro.
Ed anche la voce.

Francesca Pellegrino, Dimentico sempre di dare l’acqua ai sogni, Kimerik, 2009

http://www.kimerik.it/ecommerce/main.asp?Action=VIEWBOOK&Code=609


21 risposte a "Francesca Pellegrino: Dimentico sempre di dare l’acqua ai sogni"

  1. “La mia poesia è l’ironia della realtà che si fa pioggia, polvere, ruggine, sulle cose che speriamo eterne. E’ il disincanto delle cose rotte – un caso come una speranza.”

    Pioggia/polvere/ruggine… parole chiave della poesia di Francesca, come anche scirocco e sale. Ruggine è quella che prediligo perché racchiude le altre. Sono color ruggine i suoi versi, come la polvere delle stelle o delle farfalle, le rotte squame che tarpano il volo.

    Abele

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  2. conosco ogni cellula di questo libro quasi quanto vorrei conoscere ogni cellula di francesca. ho sempre guardato alle parole di francesca , alla sua poesia, con un misto di stupore e malia. ci si sente addosso la propria femminilità nel leggerla ci si ritrova nel proprio sbigottimento femmineo, nelle medesime ansie, nelle stesse frustrazioni. ci si sente a casa. un libro poetco e non solo di poesie. da leggere.

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  3. Scrittura molto originale che si esprime con tecniche nuove (videopoesia) e lessico realistico, tratto dalla concretezza dei giorni e dalle situazioni che descrive: le metafore rinviano allo stato d’animo, ma non c’è lirismo. Solo consapevolezza del vuoto e sentimento del vivere sottovoce, nonostante il GRIDO poetico.

    Rosaria

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  4. francesca è una Donna di bella intelligenza ideativa, la conosco da tempo e mi ha fatto piacere coinvolgerla due volte in quella follia estravagante di ex libris! del resto lei convive con la poesia, io convivo con i colori, forse stessa cosa con mezzi differenti?

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  5. Leggendo le poesie di Francesca ho imparato a conoscere lei: vitale, forte, ironica, tenace. Mi piace quando nella sua nota al libro Alfredo de Palchi parla di “entrata chiassosa”…è chiassosa perchè è onesta, sincera fino a fare male. Le poesie di Francesca sono coraggiose… e belle.
    Un abbraccio a Francesca e ad Abele.
    stefania

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  6. La ruggine come quint’essenza delle cose rotte, andate a male e il vuoto intorno lacerato, come una tela di Fontana, e lacerante come i denti taglienti della fame, come un grido che scava nel profondo, come chiodo nel cuore e vento nell’anima.
    Quella di Francesca è una poetica del disincanto: l’ho detto tante volte. E’ un’angoscia del quotidiano e di riflessione che riesce a guardare se stessa senza perdersi e senza perdere, con ciò, in profondità.

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  7. mi ritrovo esattamente nell’ottimo commento di D.Q.

    di mio aggiungo chei versi di francesca mi parlano anche di una dislocazione, quasi che le parti del corpo frammentato (in modo specifico: occhi e bocca) alludano agli orifizi (a volte agli orridi) di qualche cosa di profondo e indicibile che rimane come tensione sotto al lessico spoglio-
    insomma l’immagine che quasi sempre mi si fa avanti è quella di un quotidiano che ad un certo punto tappa (occhi e bocca, magari anche per pietà o per consentire di andare avanti)

    ciao

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  8. Conosco bene le poesie di Francesca e conosco il suo percorso, le sue motivazioni, la genesi dei suoi versi, ma, nonostante ciò, la sua presentazione mi ha commosso e stupito, perché ha la stessa radice sincera dei suoi versi, la stessa anima così assetata, eppure così disposta a cedere la propria acqua a tutto quello che le sta intorno.
    Proprio per questo non smette mai di stupirmi.

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  9. …Ancora una volta mi hai raggiunto…dentro…Grazie! p.s. come faccio a “condividere” questo video? Scusa ma sono più abile a danzare che non ad usare il computer ;)… per fortuna!

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  10. è mutevole, ogni giorno, il significato delle parole che leggo. le poesie di Francesca si trasformano nel vivere. così come anche per ogni quotidianamente vivere è diverso. questa è poesia. ritrovare il senso.

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