Pasquale Esposito: Spensieratezza

 

“Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé.“ Pablo Neruda 

Ecco, oggi ho riflettutto a lungo su queste parole. In effetti la spensieratezza è stata piuttosto poco accanto a me ed io l’ho cercata raramente.

Mi hanno insegnato ad essere, ad essere sempre qualcosa. Non c’è stato il tempo per vedere come diventavo. Dovevo essere e basta.

A distanza di anni non si può più fornire una giustificazione del genere. Bisogna andare avanti. Non che io non scherzi. Anzi lo faccio spesso. Tuttavia la spensieratezza è altra cosa. Significa avere la mente sgombra, fare quello che desideri o devi, ma senza preoccuparsi troppo. Le conseguenze arriveranno. Le premesse non importano, si parte da dove si è.

Vivere senza spensieratezza è come portare sempre un peso sulle spalle. Per quanto potrai sforzarti sarai sempre più lento o più affaticato.

C’era un bel sole oggi.

Mio figlio mi ha chiesto di giocare insieme tutto il giorno. E’ da lui che ho capito questa cosa della spensieratezza. Ho solo un bambino fuori di me. Sarà per questo che sono così riconoscente nei suoi confronti.

C’era un bel sole oggi. I due antibiotici hanno cominciato a fare effetto e la febbre è calata finalmente. Sono ancora molto fiacco. Mio figlio no, sembrava così leggero. Mi ha detto di fare le cose piano piano. Tutto è sembrato più lieve.


14 risposte a "Pasquale Esposito: Spensieratezza"

  1. “Ho solo un bambino fuori di me. Sarà per questo che sono così riconoscente nei suoi confronti.”
    Un tema che mi prende non poco. Pessoa diceva che abbiamo due vite, lui che ne aveva tante, quella sognata da bambini e quella che viviamo con gli altri e ci porta alla tomba. Forse, come anche nel mio caso, sono proprio i figli a insegnarci la spensieratezza, proprio quando pensiamo di averla persa per sempre :).
    Grazie Pasquale!
    Abele

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  2. Non ho figli, ma senza l’infanzia in noi e fuori di noi è impossibile cogliere l’autentica bellezza. Pasquale ha questo dono … “fuori” e dentro di sè …
    Non si può che rimanerne incantati.
    Un caro saluto
    Anto

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  3. Non ho mai conosciuto nessuno più serio di un bambino. Mai, soprattutto quando gioca è serissimo. Mette tutto il suo impegno nel GIOCARE ed è PIENAMENTE CONSAPEVOLE di farlo, del fatto che sta giocando. Sono gli adulti che lo dimenticano con una leggereezza che è superficialità, dimenticano che stanno anch’essi giocando ad un gioco molto, molto grande, in cui i confini non sono i limiti del giardino di casa…quella paterna, ma non hanno proprio con-fini. Ringrazio e auguro una buona guarigione. Personalmente ho conosciuto la spensieratezza, l’ho conosciuta con ampiezza ed è profonda radice in me, accresce l’albero della mia vita. Ancora respira l’interezza di quel tempo e rigenera questo, concedendomi la sensazione di non avere perso nemmeno una foglia dai miei rami. Grazie,ferni

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  4. Pasquale ha questo dono, davvero, sa trasformare il vissuto , ogni vissuto, in poesia.
    Consigli vivamente di leggere il suo splendido libro “Come pagina bianca”
    e si capirà ancora meglio la grande anima filosofica di un emozionante poeta.

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  5. Il post risale a quando, grazie ad una provvidenziale influenza, ho potuto godere un pò più a lungo del bambino fuori di me. Inevitabilmente mi sono rispecchiato in lui, in quella lieve serietà alla quale fa cenno Fernirosso. Scambierei tutte le sicurezze che devo ostentare goffamente ogni giorno con una sola delle sue insicurezze. Quando ha paura, senza dire nulla, cerca la mia mano ed è solo allora che ho piena consapevolezza della mia forza. Quando è con me non riesce a camminare se non saltellando e riesco persino a farlo insieme a lui, io compassato uomo di mezza età. Eppure è quando gli parlo che sento di tracciare la mia destinazione futura. In quelle parole posso lasciare l’unica eredità che possiedo: le mie parole. Il resto non vale molto perchè è solo quando le ascolta che mi regala quello sguardo incantato che mi rende evidente il motivo per cui mi alzo ogni mattina. Oggi Abele mi ha fatto un bel regalo. Il senso di vuoto che in certe fasi della vita ci portiamo dentro forse serve solo a creare lo spazio adatto per ospitare un così grande gesto di affetto.
    Grazie a te ed agli altri gentili commentatori.

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  6. Mia figlia ha appena compiuto quattro anni e qui, in Inghilterra, va già a scuola. Assurdo, secondo me, anche se per fortuna l’ha presa bene, anzi ne sembra contenta. Giorni fa, mentre eravamo in macchina, ha visto la la sua insegnante tra i rami di un albero.
    Come dice Cristina, Pasquale ha la “grande anima filosofica di un emozionante poeta”, aspetto quindi un altro regalo :))
    abele

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  7. amo i bambini soprattutto quando sono bambini, ma anche quando li incontro nei grandi (non quando sono bamboleggianti eh ).

    condivido in toto la bella analisi di fernirosso riguardo la serietà del gioco (e di come siano seri i bambini nello stesso).

    Grazie a Pasquale Esposito e ad Abele.
    ciao

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  8. mmm… seria spensieratezza. epperché no! in fondo il gioco è un ossimoro della colonna vertebrale umana (e, più precisamente, il primo, i.e. l’atlante).
    tuo figlio è fortunato. un abbraccio a entrambi.
    : )

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