Oltre lo specchio
una figura attende l’ora della treccia
ha lunghi capelli colore dell’oro
li pettina il vento ruffiano li guarda
nel rosso tramonto gioca di foglie
la meraviglia alberga nel cappello della notte
dice la custode dal respiro tenue
proteggi tua madre, sii conforto al suo passo
componi il ramo, ricuci la tela, sorveglia
là qualcuno scrive una lettera
col gessetto sul diario che portiamo in tasca.
*
Oblò
Ho avuto case ad abitarmi
nessuna cosa è perduta.
Le tue stanze senza porte avevano oblò
non troppi mi sarebbe parsa una prigione
così l’ho scambiata per una nave.
Anche di notte faccio ritorno
senza parola approdo appiglio
sosto e attendo
spengo la luce tesso illusioni
filo il miracolo d’onda immobile.
*
Acqua smossa
Aveva gli occhi chiusi
come una pianura di grano
arso a mezzogiorno
ogni tanto li apriva
richiamata da un’ombra
sbucata da una riga
o da un mezzo rammendo
le parlavo di numeri
erano dita di nuvole
di peltro, lontane
che fatica impararli
mi diceva che non era grave
avrei avuto occhi grandi
per giocare coi papaveri
un giorno sospinta da troppa luce
bussato ad una porta
tenendo nella conca
della mano una minuta
linea di splendore inafferrabile
sarei sopravvissuta alle lusinghe
di farfalla disegnata con pochi colori
ingoiato acqua di fontana
fino a smuovere le radici
che l’amore aveva creato
un giorno e senza chiedermi il conto.
*
Fanno la fila
i ferri da stiro
quando evaporano lettere
che scrivo a me stessa
–a chi interesserebbe sapere
il colore di un comune calzino?-
a volte per le stanze danzano
foglie rosse autunnali
nessuno le sfiora con un dito
è più facile calpestare un sorriso
che esplorare un petalo di foglia
e ti chiedi perché non vivi
di quel solo colore
senza orologi che ti segnino il passo.
*
Incipit (giardino segreto)
Avevo voglia di alberi
e acqua di pioggia
a lavarmi la faccia
.
la luna si era arresa
al lento divagare
giocava distratta alle piccole angustie
.
al trascorrere delle ore
si formavano parole conosciute
come baci rimandati al mittente
matite oneste
ad indicare un cielo inarrestabile
in cui perdersi senza evadere
chi resta assente
o visibile in altri luoghi.
*
Come Psiche non ho riconosciuto amore
Ladro amore afflitto di speranze
esibito come l’appartenenza
al grembo che ci ha generato
schiavo di abitudini incurabili
geloso e senza lacrime
né concessione alcuna
come una scatola pronta
rammen-di un giorno inatteso
gambe tremule
alla stazione del sentimento.
I passi sfiniti d’assenza
fanno l’amore (e)sangue
dietro stelle cadute
dorme
per tornare embrione
sprofonda negli abissi.
*
Camera di ricordi
Nel sonno della notte
la bambina scalza
si muove sulle punte delle dita
canta una porta nascosta
un viale alberato
trattiene viole del pensiero
per raggiungere il mio corpo
e abitarlo.
E’ un pianto lieve
mentre mi viene incontro
la sua assenza.
*
Incipit (da un filo di fiato)
difendere le voglie d’infinito
chi- è -dono
da parte a parte
.
non disarmare le stagioni del loro
susseguirsi, eterno onere abbandonarci
stremati dal caldo e dal fitto inverno
.
lumi-nascere
sarò più bianco della neve.
*
Apprendo dalle ali stonate un canto sigillo di cure
Di chi erano le labbra, di chi le braccia a stringermi?
avvolgo le spalle nel nero
dello scialle canto l’essenza
pane spezzato, pane pegno d’amore
pregno di mancanza
senza alcun nome nato
segno col rosso il rigo
del dolore sarà il perfetto scorrere
scivolo in preghiera annoiata
scalpito urla di gioia
il Tuo cuore senza bende.
*
Dove crescono i sogni il pensiero gioca a moscacieca
ho verniciato le mie scarpe di sposa
chiesto in prestito un seme
lo pianterò sulla luna che nasce
alla stessa ora, senza rintocchi
un castello di sabbia bagnata
a farmi dimora
attenderò il risveglio del fiore
erboso il viaggio
prossima al respiro
della prima nascita ascolterò il vagito.
Fi(g)li/ segni dello stesso ordito.
Penelope/Arianna che attende/tesse il passare delle stagioni.
Lo specchio fissa/muove le immagini di quel film che Dylan Thomas individua prima del “vagito”:
“Nel sonno della notte
la bambina scalza
si muove sulle punte delle dita”
Come un incipit sospeso tra le ombre della caverna.
Abele
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Un incanto di versi. Grazie Elina e grazie ad Abele per aver proposto questa meraviglia. Un caro saluto
Federica Galetto
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Ottimi versi Elina . Grazie a te ed Abele
Maria Grazia Galatà
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Versi che puntano al cuore. E colpiscono l’obiettivo. Fotografando momenti quotidiani e ammaliando i cuori di chi vive il quotidiano.
Grazie.
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Che bello Elina, leggerti in altre sedi mi da un effetto di gioia, di frizzante novità
ed i tuoi versi, nonostante li conosca bene seguono a riempirmi di belle sensazioni.
Sono felice per te. Ringrazio Abele dal cuore per questa splendida sorpresa!
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“Oltre lo speccchio” l’ incanto di un sorriso che scrive in punta di labbra un diario di sogni. Il vissuto psichico diviene un felice gioco di immagini che illumina il quotidiano di visioni che sbocciano come fiori primaverili. L’ incanto è attesa di una nascita: desiderio di inizio oltre il riflesso.
Complimenti Elina!
Rosaria
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Arrivo a leggere Elina, in ritardo come sempre.
Credo che ormai si sia abituata a questo mio esserci sempre dopo. I suoi versi sono un arcobaleno poetico da trattenere per quando il grigiore invade l’intorno, ecco perchè anche se tardi, per ultima o apparentemente inutile, arrivo a fare incetta dei passi a colori.
Grazie, Elina e grazie anche a te, Abele.
clelia
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sono in debito verso elina ma non dimentico la promessa fatta, una sinestesia immaginifica data la sua bravura e raffinatezza ideativa qui confermatya..
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il trovarti nei tuoi versi mi dà già la sensazione di abbracciarti dal vivo..i miei complimenti a te e al luogo che ti ospita..
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ad Abele il mio affettuoso grazie per aver ospitato le mie parole
molti testi hanno nessi, collegamenti ad immagini, colori “in apparenza”
la mia voce ancora in costruzione mi fa emozionare, ora che liberamente posso dedicarmi a trattenerla un attimo
un generoso grazie a tutti voi che avete letto o riletto frammenti di viaggio, avete riscaldato questa giornata rigida e di poco sole
Elina
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la dolcezza di Elina nn è mai esagerata…. jamais.
perchè è un incanto ascoltarla. ti siedi ed è come ascoltare musica.
Un abbraccio
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ho letto incantata i suoi versi…
è la delicata visione di una donna che mette a fuoco la vita quotidiana, che sa esprimere il senso dell’umano consistere di calzini e nuvole, e riesce a trasformare il tutto in oro puro, l’oro della Poesia.
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Davvero notevoli, l’aspetto immaginifico è reso con maestria. Grazie ad Abele ed alla poetessa per la bella lettura.
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Complimenti, continua così
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“non disarmare le stagioni del loro
susseguirsi, eterno onere abbandonarci
stremati dal caldo e dal fitto inverno.
lumi-nascere
sarò più bianco della neve”.
Versi all’altezza di “Foglie d’erba”. Grazie ad Abele e ad Elina per l’ottima proposta.
PVita
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Ho apprezzato tutti i testi qui postati, ma trovo “Acqua smossa” una poesia particolarmente riuscita nel suo evocare immagini attraverso un filo che pare arrotolarsi e poi dipanarsi in variegati rivoli semantici, grazie all’alone metaforico che avvolge i versi. Estremamente suggestivo inoltre l’incipit:
“Aveva gli occhi chiusi
come una pianura di grano
arso a mezzogiorno”
Complimenti, Elina, e grazie ad Abele
Teresa
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non riesco a scrivere sui testi di Elina, sento familiarità per certe stanze, dove la parola fa eco ad alcuni suoni già conosciuti. E poi ci sono degli scarti, dei cambi di direzione,come se indossasse scarpe e pesi,dentro le piante, che la fanno a volte vegetare altre invece sorvolare luoghi visti in lontananza, in riflessione o in trasparenza. Insomma, trovo che ci sono dei passaggi ben delineati e praticabili in più direzioni, altri invece come appena sbozzati, o usciti dal guscio, come se nel suo orecchio ancora la lumaca stentasse a cavarne l’armonia. ma la stoffa c’è e dunque Arianna, Penelope o anche le Parche, potrebbero tesserne luoghi di diverse ingegnose e labirintiche sequenze. In bocca al lupo, perchè trovi l’universo che la anima.ferni
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ringrazio ancora per l’attenzione e le osservazioni svolte che ritengo belle e sincere
ancora grazie per l’augurio che è di grandezza incommensurabile
continuerò a cercare con fiducia una parola ancora nuova
e ora posso abbracciarvi tutti
Elina
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una bella sorpresa entrare per leggere Marco e trovare tanti amici, per prima Elina e i suoi boccioli di poesia che hanno l’incanto delle cose leggere eppure fortemente significanti.
Blumy
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Poesie che sono riuscite a toccarmi, sfiorami, con la stessa delicatezza di una soffice ragnatela mossa da un vento senza fretta: il tempo si ferma in questi testi, il ricordo si fa dimensione di -presenza-, non rivisitazione, piuttosto ritorno al sé. Piacevolmente incantata da questi versi, freschi eppure eterni, come rugiada che disseta.
Complimenti Elina.
Doris
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Particolarmente colpito da “Oltre lo specchio” e “Fanno le fila”. Una poesia limpida, ma non semplice. Densa di significato e di immagini evocative. Sta qui la tua bravura secondo me.
Complimenti!
Fernando
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“Avevo voglia di alberi
e acqua di pioggia…”
e sono tornata qui, per dirtelo.
grazie.
simy
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