Assenzio
La deserta stagione
nell’acqua dei cortili
le sue gioie scompone
precipita dai clivi.
Verso i monti delle alpi
torna azzurro ed assenzio
di venti, torna ai campi
la sagra del silenzio.
E il tuo freddo rimpianto
sta sui vacui confini
contro il porpureo vanto
dei mosti e dei giardini
mentre l’astro crudele
dalle attardate sfere
rigèrmina e fedele
cresce nel suo potere.
Sigillo augusto, degna
fine, voto profondo,
spada che a morte segna
per sempre il cielo e il mondo,
delle tenebre alunno
che impietrisci l’aurora!
Nell’ombra dell’autunno
il chiuso bosco odora.
Pace per voi per me
buona gente senza più dialetto,
senza pallide grandini
di ieri, senza luce di vendemmie,
pace propone e supremo torpore
l’alone dei prati la cinta
originaria dei colli la rosa
dispersa il sole
che morde tra le tombe.
Ah la cicuta e il poco
formicolio, non più, colà sepolto.
Ah l’acqua troppo tenue che mi cola
oltre la gola e gli occhi e di là di là s’invischia
in tiepidi miseri specchi
su cui l’ortica insuperbisce.
Ed ah, ah soltanto, nei modi
obsoleti di umili
virgili, di pastori castamente
avvizziti nei libri, nella conscia
terrena polvere,
ah ripeto io versato nel duemila.
– Ah – risuona il colloquio
in eterno sventato,
dovunque io passi, ovunque
l’aria mai sfebbrata mi sospinga,
la selva m’accompagni
e impari la vicenda non umana
del mio fuisse umano.
Futura età, urto di pietra
sulfureo sangue che escludi
che inintelligibili fai questi
fiori e gridi ed amori,
non-uomo mi depongo
ad attenderti senza nulla attendere,
già domani con me nel mio fuisse,
pieghe tra pieghe della terra
cieca ad ogni tentazione d’alba.
*****
Grazie Abele, per aver ricordato questo grandissimo…che finalmente è stato accolto dalla sua “selva” tanto amata e aspettata…
un abbraccio, Anna
"Mi piace""Mi piace"
Anch’io penso che sia paesaggio, quello di cui ha ha scritto per esteso tutta la vita, come ne fosse completamente salvato e malato allo stesso tempo. “Dentro il paesaggio”, lo stesso che coglieva dentro, senza prevaricarlo, come in molti tentano di fare in Veneto come altrove, in un mondo che è davvero paese, cercando di “legarlo” a false memorie, che invece di pietre del monte sono cementificazioni nella carne viva della terra e della gente.
fernanda
"Mi piace""Mi piace"
Gli volevo bene… Per me è difficile parlarne.
Sempre nel cuore, caro Andrea***
Un abbraccio a voi tutti
Ninette
"Mi piace""Mi piace"
come ho detto altrove: un Poeta non muore mai.
"Mi piace""Mi piace"
Amici, incontro i vostri nomi in navigazione (ma sono un pessimo internauta).
Vi trascrivo ciò che ho scritto per Andrea Zanzotto ieri:
Bar Mokafè – Lioni, 19 ottobre 2011, ore 12:39, scontrino fiscale 57-
Omaggio ad Andrea Zanzotto – Poesia improvvisata – 40 versi liberi –
C’é un accapo lieto…
1 C’è un accapo lieto
nella quiete
di un sonno bambino,
nel ritorno dei fiori…
5 C’è un dentro e un fuori
del mondo circoscritto
in ognuno di noi
dove l’attesa,il volere, il poi
sono il nodo contratto
del paesaggio che ci accoglie,
che ci annota i passi
e da dove nessuno
può sfuggire
per geo-storia e memoria…
15 Bisognerebbe avere
il coraggio di morire
nella beatitudine dei colori
delle nuvole,
esseri felici della sorte
di un passero
che esplora rami e foglie
con l’istinto di volare
sicuro della gioia
nella sua ignara giornata
25 appesa all’interrogativo
di altre vite
affamate di vita,
alla mercé del vento,
sovrastate dal cielo,
avvolte nel velo del tempo
che modella le stelle
e ci permette di essere voce,
meno mistero pensante
armonia e pace
35 fino all’incontro sereno
della morte,
fino allo stupore
della parola coniata,
sottesa all’innocente
40 parlata del cuore… =FINE=
= Memo Archivio Orig. – Redaz .9° Q, pag.15 =
DIRITTI RISERVATI per AUTOS EDIZIONI
Con affetto, come sempre, Gaetano Calabrese – poeta errante dell’Irpinia.
E-mail: gaetanocalabrese@tin.it
"Mi piace""Mi piace"