Rosaria Di Donato: Sandro Angelucci, di Rescigno il racconto infinito

E’ un testo agevole che ripercorre l’opera del poeta salernitano come in un breve, avvincente, racconto, quasi un romanzo, a cui non mancano acume interpretativo, competenza nell’analisi tecnico stilistica e giudizio degli aspetti formali.
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10 risposte a "Rosaria Di Donato: Sandro Angelucci, di Rescigno il racconto infinito"

  1. Ringrazio Abele per aver pubblicato questo post e Sandro Angelucci per avermi donato questo suo saggio su una delle voci più autentiche della poesia italiana contemporanea: Gianni Rescigno. E’ uno scritto riflessivo e fecondo che offre più di uno spunto per meditare sul significato della poesia e sul ruolo della scrittura poetica nel destino umano. Si incontrano, leggendolo, sentieri di luce che conducono al centro delle tematiche di Rescigno e nel vivo di una poesia che è insieme carne e spirito, cammino nel tempo e speranza.

    Un caro saluto,

    Rosaria

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  2. La poesia di Rescigno nell’interpretazione di Angelucci mi sembra fondersi nell’eternità parmenidea dell’essere, risovendo (in questa poesia) la doppia faccia del tempo, paterna e amica, ma anche dalle scansioni inesorabili che disperdono i figli che lo abitano.

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    1. Gentile Giancarlo Locarno,
      le sono grato per il suo intervento, che coglie nel segno quando mette in luce la doppia faccia del tempo: tema preponderante in Rescigno. Debbo, tuttavia, confidarle che, nella poesia del poeta campano, non ho riscontrato attinenze con il concetto dell’essere parmenideo: voglio dire che l’eternità rescignana “nasce” proprio dall’apparente scarto, che salto non è, tra essere e non essere. I vivi e i morti convivono, si chiamano, si sfiorano spessissimo in questi versi.
      Grazie ancora, sinceramente,

      Sandro Angelucci

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  3. Grazie Giancarlo per il tuo passaggio! però penso che più che la relazione con l’essere parmenideo, S. Angelucci ponga in risalto il senso cristiano dell’esistere nella poesia di G. Rescigno. E cioè la vita come passaggio e come prova, come flusso di energia che non si ripiega in se stessa nel tempo, che non si conclude con la morte, ma che si fa luce, che è già luce quando si apre all’amore. L’essere parmenideo è eterno, continuo, ingenerato, … non accoglie le mille sfumature dell’esistenza che è nascita, poesia e fecondo logos. Insomma, qualcosa che va oltre la mera razionalità!

    Un cordiale saluto,

    Rosaria

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  4. Ho molto apprezzato il contributo di Rosaria Di Donato in merito al saggio di Sandro Angelucci: un saggio capace di illuminare davvero la capillarità dei versi del grande poeta Gianni Rescigno.

    Andrea Mariotti

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  5. Conosco il modo di operare di Sandro Angelucci e posso garantire che, per scrivere, egli ha assolutamente bisogno di sentirsi ispirato. Questo saggio è veramente l’incontro di due anime poetiche trascinate nell’onda di un sentire comune. E’ la testimonianza di quella che dicesi un'”affinità elettiva”, ed ha ragione Rosaria Di Donato nell’evidenziare la rara particolarità dello scritto, consistente nella “condivisione di un orizzonte comune”. Sono ottanta pagine in cui, dalla prima all’ultima riga, ci si trova immersi in una corrente di ampia ed elevata potenza emotiva. Senza che ciò tolga nulla alle valenze del testo sul piano strettamente critico.
    Franco Campegiani

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