“Ditemi!” poesie di Angela Argentino (Lucianna Argentino)

 

Yannis Stavrou

Con molto piacere offro ai lettori di Neobar alcune poesie di Angela Argentino, mia omonima felicemente conosciuta tramite facebook, tratte dal suo libro “Ditemi!”. L’imperativo categorico espresso nel titolo spiazza un po’ in quanto offrendosi nella scrittura è lei stessa a dire qualcosa a noi e in effetti molto ci dice attraverso la sua poesia schietta e luminosa. Titolo insolito, dunque, come ho avuto modo di dire in un commento a un post su Angela Argentino apparso nel blog Viadellebelledonne in quanto è il poeta a dire, a offrire le sua parola poetica mentre qui è la poetessa a sollecitare gli altri alla parola. Alla parola giusta che faccia combaciare essere e apparire, che annulli le distanze tra ciò che siamo e ciò che siamo costretti ad apparire anche se in altra occasione mi è capitato di dire che in fondo è ciò che di noi appare a renderci avvicinabili, prossimi, ci offre la possibilità, nel bene e nel male, di essere toccati. Poesia luminosa dicevo e Angela è nata in Sicilia e ora vive in Grecia, due luoghi in cui il sole impera e in qualche modo la sua poesia ne è intessuta perché, pur non mancando le ombre, è la gioia di vivere a prevalere. Forse sarebbe meglio dire che è la consapevolezza che dentro ogni abisso scuro c’è una via d’uscita e che le ferite che la vita ci infligge possono essere come solchi fecondi per nuove fioriture. Angela Argentino attraverso l’arte figurativa e la scrittura fa fiorire la ricchezza del suo animo attento e sensibile a ciò e a chi le sta intorno. Arte e scrittura che si completano e si compenetrano attingendo entrambi dalla ricchezza della vita, dei suoi colori, dei suoi profumi e ricomponendosi sulla pagina dopo essere passata nell’animo altrettanto ricco della poetessa.

 

by Angela Argentino
by Angela Argentino

 

‘’Ai Yanni Antzousi ‘’ ( chiesa di Lefkada)

Silvestri acque smeralde
sciabordano al piede della roccia .

In concavo silenzio
davanti alle tue icone
ascoltiamo la preghiera del mare .

Come in utero materno
troviamo pace
in penombra d’ incenso.

*

‘’Al tempo appese le parole’’

Al tempo appese le parole
sussurrano a volte
di perduta vita .
L’età felice del povero quartiere
l’annuncio di un regalo
le risate sfrenate
di una domenica unita
una festa
una lode
me attrice bambina su un palco
i baci di mio padre,
io che gli chiedo il gelato,
il suo cuore che batte
quando mi addormento
sotto la giacca che sa di tabacco.
Voci , parole
di pena e di deriva.
Parole appese che mi tengono alla vita

*

‘’Dammusi’’

Qui vissero a proteggersi dal sole
i miei antenati ,
carichi di fatica e di fierezza .

In penombra fragrante di carrube
passarono la vita
come piccoli despoti senza terra .

*

‘’Di questo silenzio ‘’

Di questo silenzio
affranto ed inesploso
che si è installato
come chili di troppo
intorno alle linee del mio corpo,
che farne?

Di questo silenzio nel rumore
disperso a brandelli vivi
di questo silenzio che parla
al mio cuore
parole ancora indistinte
di cui ho forse paura
che farne?

La mia vita raccolta su me
ogni volta che ho avuto paura
è un oggetto.

*

” Ditemi !”

Ditemi ! Riuscite a far combaciare
il catasto della percezione di voi
con l’ombra che questo ingranaggio
proietta per strada?

Lo zampillo di gioia
il fardello di pena
l’ insensato residuo di desideri
combaciano ancora
con l’ombra della vita
che ci cammina a fianco?

La mia gioia che è silenziosa
si proietta garrula nell’ombra ;
la mia pena dai confini fissati
dilaga per strada infinita ;
i desideri superbi
appaiono spenti nell’ombra
come catene che frenano
l’ansito e la corsa .

Alzo allora i miei pugni nell’ombra
per scioglier le catene
e mi appare un ricamo di artigli
di code contorte
di serpi .

Il catasto reale di quanto possiedo
si sfugge da me
e rincorro e confondo
l’essenza la presenza e l’ombra .

*

‘’Dondola la bambina’’

Dondola la bambina
i suoi pensieri pigri
intrisi di sole e desideri .
Sogni assorti e sonnolenti
di un pomeriggio lungo
ad aspettare compagnia.

Dondola la bambina
la sua breve storia
tra luce e ombre .

E si vede riflessa
lungamente sulla Terra .

*

‘’La lingua che ora parlo’’

Il cielo e il mare sono una cipria azzurra
nell’oblò della nave
che mi riporta a casa

Il mare si muove appena
tra i suoni delle donne immusonite
e dondola i suoi miti.

Io raccolgo il concerto stonato
di suoni duri e taglienti
gutturali appena,
accentati.
Lingua αρχαία
involgarita da quotidiane lotte
Lingua θαλασσινή
epica
che se anche non senti
ti emerge

Traduzione dal greco :
Αρχαία = antica
Θαλασσινή = marinara

*

‘’La morte piovana’’

Morì in una notte di pioggia .
Prima di andarsene
entrò negli occhi del suo amore .

Gli scivolò nell’anima
a trovare di se stessa
scavato nella roccia
il calco vuoto delle sue ginocchia
come quello dei Santi nelle grotte.

Fuori la pioggia si allargava
come aureola di argentei spilli.

Lei si lasciò andare
tranquilla
a perdersi nel suono più bello
della sua infanzia.

Di acqua piovana sopra i tetti.

*

‘’Noto ‘’

Un cuore di pietre rotonde
tra le mani bambine
e un cielo libero che sta sopra le piazze…

Di tegole e vecchie porte
di rivoli d’acqua in discesa
di donne informi e vocianti
mi è rimasto l’odore
e il canto.
Lady

Lady è la prima farfalla
di ambra e castagna
che si è posata oggi
sugli spinosi fiori del giardino.

Con che grazia tiene le ali
ventagli di pudore, chiusi
che immobile la stagliano sul mare.

Regina appena nata alla vita
cerca i fiori più alti
più soli e più belli
offerta, in posa,
alla mia invidia.

*

‘’Le donne pietre’’

Un tempo queste pietre
furono donne
dai grassi seni turgidi.

Da dove giunsero
a frotte sterminate
davanti a questo mare?

Stava cadendo la Vita
la loro.

Poi in quell’ultimo spasimo di sole
i bianchi frutti di latte rigonfi
furono sassi duri e levigati.

Vita continua nell’immobile Tempo
Vita di acqua che rotonda le forme,
Vita di suoni che furono, che sono ,che saranno…
Vita di anamnesi
di quando i grassi seni
davano il latte ai ciottoli bambini.

*

‘’Niente dolore stasera’’

Occhi così
che liquidi parlano
per lampi e per silenzi
solo nel buio
di qualche villaggio incantato
li trovi.
A raccontarti una storia bambina
a proteggerti il sonno
con parole di zucchero sparso
impalpabile.
Niente dolore stasera.

*

‘’Ogni tanto ti vengo a trovare’’

Ogni tanto ti vengo a trovare
in questa strana casa di cataloghi
in tua assenza e presenza.

Ogni tanto ritorno al mio passato
Frantumato deposto o disperso,
chissà
anche in te .

Un amore a geroglifici
di parole e di gesti svianti
di silenzi pesanti
di desiderio avverso.

Ogni tanto ti vengo a trovare
con un vestito rosso
che scopriva le spalle e un po’ di seno.

Ti trovo davanti a una macchina
che fotocopia il tuo viso
tra il matto e l’artista .

E ancora mi consegni quel foglio
come una verità che tarderò a capire.

*

‘’ Ti prego’’

Ti prego
resta signore fino alla fine
dritto come un fuso
nei tuoi bei vestiti.

Se anche si annebbiano gli occhi
conserva la tua fierezza accesa.

Alza le mani a carezza
e toccami con la dolcezza di sempre .

Che anch’io invecchi con te
nel cerchio della tua grazia .
*

‘’I luoghi a perdere’’

I luoghi a perdere sono città
dove un attimo solo
abbiamo trovato agio o poesia ;
persone con cui abbiamo respirato
l ‘aria dentro a un museo;
pietà provata per lo stesso povero
che ci chiedeva il pane ;
l ’attimo di luce che ci colse insieme.

Noi viaggiatori sparsi
che non ci parliamo
che teniamo strette
parole eterne
solo per noi stessi.
Città che ci chiamate per mostrarci
la seconda strofa,
silenzi di immensa natura .

I luoghi a perdere non finiranno mai.

*

by Angela Argentino
by Angela Argentino

Angela Argentino nasce a Noto, in Sicilia che lascia per studiare a Roma ,tra mille difficoltà e in un periodo storico durissimo come quello del terrorismo .Laureata in Lingue e Letterature Straniere ha soggiornato a Parigi e Londra . Infaticabile lettrice e viaggiatrice scrive poesia da quando impara a leggere a scriver anche se tutta la sua produzione giovanile è andata perduta .Sposata a un medico greco, si trasferisce in Grecia e vive l’inserimento nella nuova società ,come un cammino di redifinizione dei propri confini, un percorso un po’ doloroso ma, nello stesso tempo, ricchissimo di fermenti, di curiosità, di scoperte.
Nell’isola di Lefkada, dove vivono, decide di aprire una scuola privata di lingue dove insegna inglese, francese e italiano. Insegnare ,per lei e’ sempre stato qualcosa di etico e magico ,il momento più alto in cui competenze e carisma si uniscono a formare il dono della “trasmissione “della conoscenza agli altri . Da qualche anno si dedica solo alle sue passioni di sempre :la scrittura, la pittura ad acquarello ,il canto corale e i viaggi . Nel 2012 pubblica la silloge poetica ‘’ Ditemi !’’ dove raccoglie circa 40 pesie divise in 7 sezioni con una interessante post fazione di Arnold De Vos .Di prossima pubblicazione una silloge con poesie d’amore ‘ ’ L’amore di ottobre ‘’ e una raccolta di racconti .


9 risposte a "“Ditemi!” poesie di Angela Argentino (Lucianna Argentino)"

  1. Luminosita’ che emanano anche i versi. Il mio grazie ad Angela e a Lucianna Argentino.
    Ho appena visto su Facebook le tele altrettanto belle di Angela. Se Angela me lo consente, mi piacerebbe aggiungerne una (Lefkada) nel post.
    Abele

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  2. Splendidi i colori di Angela Argentino nella pittura e nella parola poetica che, a sua volta, è scandita da un ritmo che ricorda le onde del mare, un vitale abbraccio di luce, di cielo…

    Rosaria Di Donato

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  3. Sono io che ringrazio Angela che pur non conoscendo ancora personalmente sento essere una donna piena di energie positive, di amore per la vita e per l’arte. Un grazie anche ad Abele per la cortese ospitalità. Cari saluti, Lucianna Argentino

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  4. C’è autoascultazione ma anche attenzione all’Altro , al Mondo ; e una generosa disposizione ad accogliere la Bellezza senza celebrarla , puntando tutto sulla massima rappresentatività della Parola fatta salva da filiazioni dipendenze e canti di sirena .
    Una poesia solare , luminosa e certamente molto personale / riconoscibile .
    leopoldo attolico –

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    1. Caro Leopoldo grazie per il tuo commento che seppure non mi sorprende in quanto mi riconosco nel tuo giudizio, tuttavia mi lascia piacevolmente sorpresa nella attenzione con cui sottolinei che punto sulla Parola e che essa è salva da ”filiazioni dipendenze e canti di sirena ”

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