Maurizio Manzo: Roglio, furrìsca e callentèddu (Roglio)

by-m-manzo_-passi-1982
by-m-manzo_-passi-1982

ROGLIO

Non so cosa tutto vedesse de pìzzusu delle sue lunghe gambe, ma Cònk’e casciòne planava a tipo condor a scioddài tutte la bardùffule a ròglio lanciando la sua bardùffula.

Cùssu mengiàno, Cònk’e casciòne frantumò 12 trottole che a turno sostavano a ròglio.

A ròglio ci sta chi sbaglia il suo lancio, chi non riesce a pigài con il palmo della mano, allargando le dita, sa bardùffula mentre trottola velocissima, mostrando la meraviglia dei colori che studiavamo apposta per creare un effetto tròppu tògu.

Si non da spaccàra al primo lancio, Cònk’e casciòne, si faìra scivolare sa bardùffula sul palmo della mano e da lanciàra con forza sopra la trottola a ròglio, spaccandola in dusu.

Càndu Cònk’e casciòne ìara accabbàu de fai spinchistài is bardùffulas e inziando a guardarsi intorno con fare da trionfatore, arrivò in piazzetta Ghìsciu tròttu arretzettèndi cumènti is bardùffulas appena scioddàrasa, e tutto concitato inizia a raccontare quello che ha sentito al bar de sa prazzìtta de pìzzusu.

Ghìsciu tròttu si intrufolava nelle discussioni de is mannusu, stava lì in mezzo come se non esistesse e ascoltava, poi torràra a nài su chi cumprendiàra e non sempre capiva bene, ma quella mattina c’era poco da capire su sa bòsci chi circolàra in tòttu su quartieri: cinque ragazzi, de is prùsu tògusu, avevano messo a ròglio Ginetta, tòttu sa nòtti nelle macerie mentre l’alba filtrava dalle finestre sventrate e il sangue che si asciuttàra sui calcinacci.

Ginetta aveva riportato lesioni da tutte le parti, e Ghìsciu tròttu tòttu infogàu nel raccontare, ripeteva le parole della gente nei bar: “sperràra a tìpu sardina, le hanno messo punti da tutte le parti e non pòriri màncu camminài. “

Lei, Ginetta, non viveva in un ambiente de is mellusu, is fràrisi in casànza e toccàra a s’arrangiài, aveva appena iniziato a mostrare la sua bellezza, che era tanta e la faceva camminare con sé, nisciùnusu però da scòcciara e quell’affronto aveva sconvolto il quartiere, perché tòttusu si chiedevano cosa sarebbe successo, càndu sa bòsci sarebbe arrivata a Buoncammino.

Intanto mi chiedevo quanto questa similitudine sarebbe rimasta arretzettèndi nella testa dei bambini che si fanno adulti, dove a ròglio ci finisce una bardùffula allo stesso modo di una ragazzina.

by-m-manzo_trottola-1-2016
by-m-manzo_trottola-1-2016
by-m-manzo_trottola-2-2016
by-m-manzo_trottola-2-2016

4 risposte a "Maurizio Manzo: Roglio, furrìsca e callentèddu (Roglio)"

  1. Un nuovo episodio fresco fresco di scrittura…qui Maurizio ho voluto collegare il danno che possono creare certe similitudini che nascono semplicemente nel gergo comune, tra i quartieri, i paesi e che però formano il carattere, entrano nel cervello e sono cose che non cambieranno…come un danno permanente, in particolare negli uomini. ‘Roglio’, lo ricordiamo, è la “vittima”, è come un bersaglio…infatti nel gioco con la trottola si disegnava col gesso un cerchio, il roglio, e dentro ci andava la trottola appunto a roglio…da qui il modo di dire anche per le donne, di metterle a roglio.

    "Mi piace"

  2. Apprezzo moltissimo questi testi di Maurizio Manzo i quali, è vero, partiranno pure dalla magistrale lezione di Sergio Atzeni, ma sanno imporsi per originalità e sapienza costruttiva; mi piace, in particolare, l’impressione che se ne riceve di una rappresentazione veritiera e convincente del modo di pensare e di raccontare di chi, perfettamente bilingue (e mi riferisco anche ai parlanti italiano e dialetto) senza soluzione di continuità si rappresenta il mondo e i fatti attraverso un passaggio continuo, ma spontaneo e del tutto naturale, tra i due sistemi linguistici. Commovente è, poi, l’amore che si percepisce per il quartiere di Castello.

    "Mi piace"

Lascia un commento