IL COMPLESSO DEL PRIMO MAGGIO
“E questa è la canzone del complesso del Primo Maggio
che in genere si esibisce sotto il sole di pomeriggio
con la chitarra acustica scordata, calante
che la gente che balla a torso nudo neanche la sente
corre lu guaglione dentro al centro sociale
corre lu poliziotto che lo vuole acchiappare
corre lu metalmeccanico che brandisce una biella
corre quella col piercing che non è tanto bella
Complesso del primo maggio
Lu complesso del primo maggio
ti va riconosciuta una certa dose di coraggio
Complesso del primo maggio
Lu complesso del primo maggio
che quando ti sento sento che mi sento a disa(g)gio
E all’improvviso parte una canzone tipo Bregovic!
( “Il complesso del primo maggio” – Elio e le storie tese)
Il concerto del Primo Maggio sul lettino dello psicanalista, come il mondo in una celebre vignetta di Melanton. Non è più il primo maggio di una volta, quando i cantanti si esibivano col pugno alzato e lanciavano dal palco messaggi impegnati, arrabbiati, a volte farneticanti, fra l’apocalittico e l’ideologico. Ormai gli artisti, dopo la loro performance, scendono dal palco mesti come ci sono saliti. Anche quest’anno, facile previsione, sembrerà un funerale, e in un funerale non è che si possa far baldoria. L’umore dei partecipanti si acconcia al clima di mestizia dei tempi. Si piange la morte del lavoro, che ha abbandonato quasi del tutto il nostro Paese negli ultimi anni, ma anche la morte dei sindacati che vivono la stessa crisi dei partiti. Cgil Cisl e Uil hanno perso rappresentanza, anche perché sono strutture elefantiache, apparati complessi e costosi, costosissimi, incapaci come una volta di interpretare le esigenze della classe lavoratrice e di rispondere alle istanze della base. Eh sì, il concertone del primo maggio ha proprio un grosso complesso, per riprendere i versi degli Elio e le storie tese, i quali nella loro canzone giocano come al solito con le parole. In Piazza San Giovanni a Roma, come tanti hanno scritto, nelle ultime edizioni è sembrata sfilare l’assenza del lavoro, con tutte le sue nefaste conseguenze, quali la perdita dell’ottimismo, della fiducia, della speranza, da parte delle giovani generazioni, che sono quelle che soffrono maggiormente della crisi occupazionale. Nonostante i trionfalistici annunci del pataccaro Renzi e del suo epigono Genticloni, col fido contabile Padoan, infatti, il lavoro è cronicamente precario in Italia; “Precario è il mondo”, come canta Daniele Silvestri, “ sì finchè è normale /ma sembra ancora più precario questo stivale /che sta affondando dentro un cumulo di porcheria / e quelli che l’hanno capito vedi vanno via”. Un primo maggio in tono minore, quindi. I ragazzi vanno al concerto per la musica, mica per i sindacati, questo è risaputo. Ma anche i cantanti cominciano a defilarsi. Quest’anno pochi i nomi grossi, devo dire. Con la conduzione di Ambra Angiolini e Lodo Guenzi degli Stato Sociale, sul palco del concerto romano saliranno, fra gli altri, Gianna Nannini, Fatboy Slim, Max Gazzè, Carmen Consoli, Ermal Meta, Sfera Ebbasta, Le Vibrazioni, The Zen Circus, ecc. Sembra anzi che i nomi grossi ormai preferiscano Taranto. Quello della città ionica, da concerto alternativo al primo maggio romano, è diventato ormai più importante e sentito, da controcanto sta diventando canto, e per giunta senza i lauti finanziamenti sindacali, tutto o quasi pesa sul groppone degli organizzatori Michele Riondino, Roy Paci e Antonio Diodato. Mentre il primo maggio romano è ormai solo spettacolo, televisione, Taranto è denuncia, impegno civile, politica vera. Un primo maggio di lotta, insomma, come nella migliore tradizione del primo maggio romano quando era ancora tutto bandiere rosse e bella ciao. Il primo maggio tarantino è interamente dedicato all’Ilva, ovvero al dramma che la città sta vivendo ormai da anni. Canteranno Brunori Sas, Noemi, Emma Marrone, Levante, Irene Grandi, Piotta, Modena City Ramblers, Teresa De Sio, Luca De Gennaro, Lacuna Coil, Francesco Di Bella, e tanti altri. Ormai è il concerto indipendente di Taranto che meriterebbe la diretta Rai, più di quello dei sindacati. È d’altra parte vero che sul carrozzone tarantino stanno saltando tutti perché il trend è quello gusto e il grande popolo degli incazzati, quelli che ogni occasione è buona per buttarla in caciara, è un folto gregge che transuma da una manifestazione all’altra e libe libe libelà. All’insegna della sicurezza sui luoghi di lavoro, saranno presenti tutte le più note associazioni di lotta e resistenza come No Tav, No Tap e no Tutto vari, Italia nostra, le donne dell’Ilva di Taranto e quelle dell’Ilva di Genova, le donne del Kurdistan che lottano per la libertà, la lavoratrice del call center che guadagnava 33 centesimi all’ora, i dipendenti licenziati e naturalmente i politici che non perdono occasione per imbucarsi e guadagnare qualche consenso, in primis il paraculo del nostro governatorone Emiliano. Il concerto sarà trasmesso in diretta dalla tv locale Canale 85. Insomma, Taranto dà i punti a Roma. Ma questo non vuol dire che il Primo Maggio romano sia da cancellare. Le note positive del Primo maggio sindacale, se pure affetto dal complesso, sicuramente ci saranno. E la nota più positiva in assoluto, anche quest’anno, sarà l’assenza de li salentini. Così ci risparmieremo raggae e ragamuffin, posse e hip hop annaffiati al negramaro. Quelli che ai vertici Rai e pure al concerto di Taranto li hanno ostracizzati, hanno fatto cosa buona e giusta.
“…Complesso del mezzogiorno lu complesso di mezzogiorno
vedrai che al primo maggio suoni intorno a mezzogiorno
Complesso tipo Bregovic complesso tipo Bregovic
vedrai che al Primo Maggio suoni intorno al primo pomerigg
Complesso con due cantanti tipo Linea 77
cantate uno alla volta che nessuno ci rimette
Complesso del territorio lu complesso del territorio
impara altri quattro accordi che raddoppi il repertorio…” (Elio e le storie tese)
PAOLO VINCENTI