
(Vittorio Bittarello – La legna e la cenere – tecnica mista)
A mia madre Delfina per la grande pazienza. La luce parabola nella chiesa, io e mia mamma a fianco… spesso accade...... che si amano di più le persone da morte che durante una vita......
“Proust spiega troppo per il mio gusto: trecento pagine per farti sapere che tizio incula tizio, è troppo.”
LOUIS-FERDINAND CÉLINE
Prologo
Un attore in scena con in mano un lungo bastone verticale a far da timone, riflette sulla sua condizione umana, del tempo che passa e trapassa gli esseri viventi, dai gesti quotidiani al rapporto con gli altri ai ricordi, lungo un’unica e irripetibile linea della vita tra pensieri, musica e parole ad alta voce.
Atto Unico
Sipario
Trapassato dal Tempo
di Vittorio Bittarello
Tutti i diritti riservati a norma di legge © 2021
Note musicali introduttive dal pianoforte. . . . . . . violoncello, batteria. Eccomi qua Qui ed ora . . . . . . . Ho cambiato tante paia di scarpe durante la mia vita e non meno i vestiti che ho indossato Non le ricordo tutte, soprattutto le scarpe dei primi anni, quelle che mi infilava mia madre prima di portarmi fuori casa Anche i tagli dei capelli non potrei contarli, così le mode che li hanno accarezzati Come gli anelli infilati sulle dita I braccialetti ai polsi e più in là gli occhiali sul naso Ho sempre portato i boxer perché le mutande mi stringevano troppo E la mia ombra fedele mi ha accompagnato fino ad oggi nel silenzio Come le notti insonni e quelle serene E tutti i sogni che mi sono venuti a trovare Travestiti da amici o da nemici Come le scorribande dei miei pensieri A volte intrecciati e ingarbugliati come un filo E tra un nodo e l’altro i miei appunti sparsi Stesi sui foglietti di carta colorati Persi o ritrovati nel tempo in luoghi impensabili Come le persone nelle strade Che ho visto passare senza conoscerle Visi tutti diversi Bocche tristi o sorrisi Tagli dei capelli, Dalle forme Dalle movenze dei corpi Dalle scarpe che portavano Dalla loro altezza o bassezza Dal loro parlare o dai loro silenzi Aria e goccioline Che salivano al cielo oltre le case Verso le macchie scure degli uccelli in volo Come nuvole soffiate lontane dal vento O come i soli e le lune alternate ai giorni Sopra questa terra In questi spazi immensi Dai battiti frenetici Che non ci è dato contare Come i respiri Gli starnuti, i colpi di tosse Gli sbadigli, i capelli persi Le ore spensierate o quelle attese Il ticchettio continuo delle lancette Sui tanti orologi osservati Tra stelle e meridiane Lungo le correnti fresche dei vicoli Oltre i ponti e i fiumi Quante immagini ferme nel tempo abbiamo ricordato Quante porte con le chiavi abbiamo aperto Quante parole non abbiamo voluto ascoltare Quante verità abbiamo pensato di conoscere Vivendo abbiamo annusato milioni di odori E visto altrettante gocce di pioggia saltellare Nelle pozzanghere, sui tavolini dei bar Abbiamo bevuto tante volte dentro un bicchiere Ascoltato innumerevoli battiti del cuore Con le mani lavato e asciugato il corpo Profumati e pettinati Nelle quotidiane giornate Ascoltato parole Digerito bugie Seduti a tavola Digerito e cagato Di quanta immondizia ci siamo disfatti Osservando ciminiere gettare fumo O fiumi cambiare colore Dei rifiuti lasciati ai bordi delle strade Degli imbrogli subiti o fatti Tra il sudore e la confusione Ma nella casa protetto Mi sono visto cambiato davanti allo specchio Da bambino e da vecchio Più bianco e con più rughe Tra le pieghe delle immagini sul viso Quante promesse mi sono fatto Quante parole ho incontrato con gli occhi leggendo Sulla carta o sui display Domani è un altro giorno . . . E su una striscia di luce ho fissato il buio Ma i respiri non si possono contare Neppure i colori che mi hanno emozionato O i luoghi che abbiamo visitato Come i frutti appesi sugli alberi I fiori spuntati sui prati Le stradine solitarie delle campagne Il respirare profondo e sano nei boschi Le volte che abbiamo toccato un oggetto Liscio o ruvido Armonico o spigoloso Il suo riflesso nell’occhio Giorno dopo giorno Quante domande abbiamo fatto Quante strette di mano O saluti dispensati In quei giorni sempre uguali Di terra, tempo e cielo Abbiamo incontrato la paura e la malattia Osservando nel silenzio le nostre pause Le volte che ci siamo grattati la testa Delle smorfie cadute sul volto Con un dito sulle labbra pensierosi Gli occhi gettati nel vuoto Camminando lungo strade Dai segreti svelati Noi milioni su questo pianeta Uomini o donne Liberi o addomesticati La nostra storia è unica e irripetibile Ci siamo svegliati e addormentati Abbiamo attraversato la nostra esistenza Lavorato e oziato Scrutato oltre un vetro Sudati o nudi Agili o pigri Soli o in gruppo Poveri o ricchi Senza risposte Abbiamo masticato Imprecato Visto ballare Consumato parole Per la prima volta e per sempre Ci siamo innamorati di una melodia Delle Insegne colorate riflesse sul fiume Nelle nostre case Una finestra aperta I rumori volati dall'appartamento vicino Il disegno di scuola di un bambino Le fotografie custodite nella vecchia valigia o sul cellulare I biglietti acquistati Le braccia nude I piedi bagnati Un tappeto Un abbraccio intenso Il fumo di una sigaretta sul volto I forti dolori alle tempie Una lacrima rimasta appesa ad un occhio Una spiegazione consumata in fretta Un aereo che lascia una scia lontana La voce di un grillo solitario nel silenzio Le cicale invisibili sui rami colorati dal sole Le nostre aspettative I progetti futuri La morte di una persona cara Il vento freddo inaspettato sulla fronte I momenti che sembrava d’impazzire Non si può rimanere fermi ad un’idea E pensare di morire non è una soluzione I giorni con il tempo finiscono di assomigliarsi Cambiano si trasformano e si allontanano Ritornano nuovi e diversi Ancora in piedi respiriamo dalle narici Siamo ancora vivi Sarà una giornata nuova senza forze Spesso osare è l’unica cosa normale da fare Puoi non rispondere ad una stupida domanda Puoi non rispondere ad un’offesa Puoi vivere senza sentirti vivo E raccogliere la polvere dentro di te in un sabato pomeriggio Ma riprendere sempre la valigia del tuo cuore Solitario tu Essere unico Pellegrino del mondo Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria. Quanto rumore nei silenzi che ascolti Fuggire spesso è la normalità Come mangiarsi le unghie Nel silenzio, soli o tra la folla Domandati quanti battiti hanno fatto le tue ciglia O quante volte hai avuto fame Tutto in fretta e subito La pazienza non s’inventa Rifletti Quante volte hai regalato un sorriso Nessuno è uguale a nessuno Sei nato buono o cattivo Sei stato modesto, folle, genio o pigro Ti sei tenuto un po’ di passato per le giornate insignificanti Hai avuto degli amici, delle amiche o solo te stesso Il sapore del sangue è buono perché non ha sapore Hai fissato un lavandino o una goccia d’acqua cadere Quella rissa tra adolescenti in strada L’uomo con il cappello di polvere I miraggi di fumo sulle strade calde I tuoi dolori ai denti non li hai dimenticati Avrei potuto fare il tuo nome . . . Quella forza in te che non hai mai voluto conoscere Una decisione mai presa Una gentilezza che non era tua Le giornate di sole caldo L’onda del vuoto Quante volte ti sei sentito debole O hai visto il mare calmo e tu non lo eri Hai sentito parlare di popoli diversi dal tuo Hai attraversato il tempo delle stagioni Hai sentito abbaiare un cane O il frusciare delle foglie a fine estate Contemplato un paio di piccole mammelle Quanti segreti rimarranno dentro l’oceano Come i bivi lasciati alle spalle O i dolci raggi della luna nell'oscurità Quali sono state le tue priorità? Hai aiutato uno sconosciuto Hai sentito l’odore di un gatto morto lungo la strada Hai sentito il lieve sussurro degli alberi Hai amato un’immagine diversa dalla tua Quante tentazioni ti sei regalato Quanta noia hai superato durante il tuo viaggio Quante volte non hai saputo osare Ignaro il tuo piede ha sempre battuto ripetutamente a terra Intermittente e muto Un volo di un uccello Il riflusso delle onde del mare Un giuramento Io so chi sei Grazie alla notte e al giorno Grazie alla madre e al padre Le luci al neon colorate della sera Negozi e commerci Castelli e chiese Città e sobborghi Mezzi di trasporto Erano già qui ad aspettarti Come l’uomo e la donna La musica e il canto Gli accessori e gli utensili E’ stato tutto inventato Mi fermo e ascolto L’acqua che è scesa nella tua gola La tua pace e la tua guerra Le volte che non hai fatto quello che volevi Hai perso tutto almeno una volta Hai aspettato qualcuno inutilmente Qual è stato il tuo prezzo in questa vita Sei stato un protagonista, una comparsa o uno spettatore Hai avuto caldo o freddo Sei stato ebbro o sobrio Hai detto qualcosa per sentirti stupido Mi piace lo voglio e lo tocco Oppure hai soltanto posato lo sguardo Le idee ti lasceranno Meglio saperlo in fretta Ti sei scelto un modo per crepare Il tuo corpo rimarrà nella terra Poi lentamente scomparirà lungo i continenti Qualcuno fisserà quel che resta di te Fermo con i piedi nudi in una spiaggia orientale Ignaro indigeno con una pizza e una birra tra le mani Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria. Di cosa hai bisogno quando finisce la musica e l’alcol Una serata lunga un mattino o una lettura tranquilla Le voci e i suoni ascoltati alla radio Un film alla televisione Una preghiera Guerra o quiete Attraversare di notte il mondo. . . Abbiamo lottato per rinnegare la pazzia Qualcuno si è guardato attraverso un vetro Qualcuno ha conosciuto la poesia Qualcun altro ha vissuto una vita non sua Il tempo esiste solo quando lo pensiamo E’ necessario aver saputo urlare almeno una volta Aver sentito un forte dolore allo stomaco Aver conosciuto quantità di pensieri sbagliati Aver ballato sotto la pioggia Per una volta almeno senza colpa Aver finto rinunciando Nelle città illuminate e fredde Lungo una vita intera La tensione e l’ispirazione ti hanno corteggiato L’ultima immagine che vedrai sarà la più bella Perchè è l’ultima che hai creato Anche se sei fermo da alcuni anni Un colore con il tempo si modifica Anche se ogni colore ha il suo carattere La tua storia abbraccia e condivide altre storie Ti sei mai domandato se ti hanno scambiato dalla culla Farsi domande dovrebbe accompagnare l’esistenza C’è stato un sorriso che ti ha riempito il cuore lungo la vita E’ sempre stato così, ti sei voltato e il passato era passato L’idea di te non è sempre quella che hanno gli altri di te Ed eri così come ti vedi, forse dietro un segreto mai detto Ascoltati ed impiega più tempo a indossare le scarpe al mattino E’ stato un viaggio breve ripensandoci Una stupidaggine raccontata, due stupidaggini Una risata, una carezza, uno scherzo, Quando questa guerra sarà finita ci vediamo all’Avana E anche questa mattina mi sono svegliato Ho riconosciuto il giorno dalla luce del mattino Piego in valigia le mie camicie e riparto Anche se penso che nessuno mi aspetta Anche se per un giorno intero nessuno ti vede Abbracciala se ti è rimasta ancora un po’ di ingenuità’ E’ la tua compagna su un terrazzo mentre guardi un bel panorama Il coraggio e la libertà ti hanno regalato una bella giornata Stanco e abbattuto ti ho aspettato Ti ho amato e sono contento di essermene andato Con il tempo ho perso un corpo caldo Ma ho trovato quello che rimane di me Voglio dimenticare Voglio restare seduto a guardare Tutto mi passa davanti Ti sei agitato e calmato Il tuo respiro fino ad oggi non ti ha mai abbandonato Come le tue mani che ti hanno aiutato oltre E i piedi a supportare il corpo Passo dopo passo Ho attraversato il tempo emozionandomi dai colori Dentro un ritmo ripetitivo di gesti Ricoperto e macchiato dalle parole Quanti animali morti hai visto schiacciati sulla strada Quante pietre dalle infinite sfumature hai osservato Il tempo di una vita è breve I pensieri più profondi rimarranno nella memoria Nei ricordi i tuoi giocattoli scoloriti di plastica Le carte lucide e colorate dei cioccolatini Le cadute dalla bicicletta ai giardinetti Tuo zio che non ti salutava mai Hai visto cambiare i luoghi in cui hai vissuto Ho perso la memoria per ritrovare il mio tempo Lungo la strada dei giorni Quanti occhi hai fissato Quante voci hai ascoltato Un messaggio, due messaggi, una fotografia Sei mai stato a letto per un giorno intero Ti sei mai cagato nelle mutande da adulto Per quanti giorni hai incontrato e amato il tuo corpo E hai liberato quell’eterno dolore Riconciliandoti e dormendo Riconquistando la vita Dentro le tante assenze sopportate Ti è servito sostenere la ragione o un torto Siedo e ripenso Con il tempo quell’uomo e quella donna abbracciati Li hai visti cambiare Li hai visti diversi Non li hai più visti Spesso i tuoi silenzi sono stati fragorosi Quando ti sei ricordato di un abuso subito Quando un giorno scopri la tua vera sessualità Quando non riesci a dominare la tua violenza E ti sei aggrappato alla croce per camminare Ma nulla è rimasto più lo stesso Neppure tu. . . Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria. Siamo stati dei pidocchi su questa terra Abbiamo sotterrato milioni di macerie Abbiamo inventato l'arte L'abbiamo modificata è cambiata nei secoli Abbiamo costruito e demolito edifici Inquinato i mari mangiando il loro pesce Abbiamo vissuto nei posti che non abbiamo scelto Giorno dopo giorno le case e i nuovi palazzi Abbiamo consumato tempo Sopportato attese Il tempo manca al tempo E nel suo cammino si perde Lungo un percorso in salita Esiste una speranza Chi non è mai nato nascerà Pausa e rifletto Ho respirato e dimenticato Nel futuro il mio presente Giorno dopo giorno vivi senza sapere Seduto incroci le braccia Aiutami!! Te ne sarò grato In questa notte luminosa Nulla è fermo, tutto si muove Viviamo dentro un giorno lungo una vita intera Quante volte ti sei fatto amare Quanta calma hai desiderato O hai pianto e riso per dimenticare Somigli alle storie che hai perso Ascolti gli echi ancora accesi dal tuo passato Nell’attesa che tacciano le ultime scintille Puoi fermarti e ascoltarti Hai pensato di regalare il tuo tempo Sei andato dalla parte opposta in cui dovevi andare Hai lasciato un segno speciale prima di partire Hai nascosto qualcosa da piccolo e l’hai ritrovato da grande Hai regalato agli occhi gli affreschi di una chiesa Il tempo rotola, travolge tutto e dimentica Ritorni sempre al tuo primo ricordo La tua foto da bambino Come lontana risposta Accordati e ridi Tu sei questo dono lontano E tutto si confonde dentro la memoria Non lasceremo mai le incertezze La tua carne sarà un confine per il tempo In quella linea che ti divide dall’aria Che conosci che respiri soltanto tu Un interminabile e intimo racconto Della tua piccola grande storia Delle tante immagini che scorrono e non tornano Che senza Dio sarebbe un vuoto senza fine Dei tanti vestiti che hai cambiato Dei tanti rifiuti ricevuti Delle persone che ti hanno ignorato Dei semafori rossi o verdi osservati Quante barriere hai dovuto superare Quanti cieli viola lilla arancioni sono passati La paura come è arrivata se n'è andata Lontana ormai senza più sporcarti E la polvere e le briciole non sono mai mancate Come le persone incredibili o poco credibili conosciute Dietro i riflessi di luce oltre i vetri Tutte le parole che hai lasciato volare via Tu comprendi Non è stato facile comunicare Tra i bassi gli acuti e le assenze Ti sei giustamente affaticato Le strade sono aperte a tutti E’ come si percorrono che fa di te un viaggio Tante persone hanno pensato di essere innamorate Tante persone che la vita non dipendesse da loro Molte hanno creduto alle parole sbagliate Altre non sono mai vissute Se hai attraversato il caos Hai trovato la tua pace L'ingenuità è un peccato simile alla malizia Non lasciarti morire prima del tuo tempo La mente ti ha sempre aiutato Come le abitudini che ti sei conquistato E i problemi che ti hanno inseguito Per tornare giovane rifaresti i tuoi sbagli I pensieri si mescolano Tra i rami di un albero il sole Non so dove andrò ma ci sarà un altro posto Sulle colline ogni ciottolo è comune e unico In qualche punto della tua vita ti sei fermato Ritornando in città cercavi volti conosciuti Restava soltanto la puzza del fiume Sotto il ponte, unico distante solitario Durante quelli che abbiamo chiamato giorni Hai avuto più scontri che confronti Non si fa credito più a nessuno Solo alla bellezza in tutte le sue forme Alle donne che chiedono rose senz’acqua Poi andando oltre i ricordi Hai dato un senso alla tua vita O sei rimasto uno schiavo Quanti scontrini hai avuto tra le mani Quanti trucchi hai smascherato Hai sentito le note di uno strumento uscire da una finestra Ti sei ricordato spesso delle ombre lasciate sui muri dal sole Di quella carezza che non ti aspettavi Dei pulviscoli che giravano a credito nell’aria estiva Del sapore di bucato sui fili stesi Di quella chiacchierata col padre Di quella corsa interminabile per tornare a casa Dell’aiuto di un amico Dei graffi e delle ferite Quante volte ti sei trovato gli spermatozoi sulla mano Quante volte ti sei trovata il dito bagnato Il piacere è l’attimo regalato ad un altro Riferito al tempo e alle persone La gioventù si osserva negli altri Renato che attaccava i manifesti A quanti annunci e pubblicità hai creduto Quante volte in strada non hai saputo dove andare Quanta storia hai già vissuto da quando sei nato Ricordati dei primi amici e dei primi maestri Delle bambine che ti guardavano e ridevano Di quei suoni di corde di chitarra e sax nelle sere di luce Del tuo amico che studiava tutti i giorni senza uscire per giocare E di quel minuto di giustizia meritato Ti sei abituato a perdere Sei riuscito ad andare incontro alla conoscenza Perché i tuoi genitori in te esisteranno finché tu esisterai Quello schiaffo della madre inaspettato Quel cerotto messo dalla nonna sulle ginocchia Quel rifiuto di tuo padre Sono tutti dentro di te E nel lungo riflettere durante la malattia Le pillole arancioni e l’alcool ti hanno salvato Come i consigli e il tempo trascorso Le attese non sempre sono state produttive Continua a pensare Quando avrai terminato la tua missione potrai andartene Spesso ci siamo stimati in eccesso Ignorando l’esistenza del genere umano Ci siamo sbagliati e ci siamo corretti Proprio così Tra la chimica del tuo cervello In quanti posti non saresti mai andato Quel rumore della tenda che sbatteva al vento Le attese infinite nelle sale d’aspetto I tempi non sono sempre uguali per chi s’innamora Ma ascoltare la tua voce delicata è stato un privilegio Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria. Nel lungo silenzio e nella quiete Questo è stato il mondo delle immagini I prati hanno visto la luce del sole e il buio della notte Bandiere spostate tutti i giorni dal vento Animali dietro le sbarre per l’intera vita Onde del mare che hanno continuato ad accarezzare la terra Quella casa diroccata sulla salita Passandoci e osservandola ancora lì immobile Ha curato i miei pensieri ripulendoli da realtà faticose Come gli ulivi e le feste di paese nei luoghi di mare La musica e le danze sotto le stelle Le messe domenicali Le bevute nei bar Persone che sono nate e altre scomparse Ora ferme sulle lapidi dei cimiteri Sono tutti morti ma la chiesa ha le porte aperte da secoli E tu fissi una lastra di marmo e un vaso di fiori E’ Il tuo contatto con la memoria Non hai dimenticato il tuo volto infantile Napoli l’uomo con il berretto blu Ha venduto per anni sulla strada formaggio Odore e mosche Il sapore del tempo sale dai borghi Dalle cantine più profonde e buie Le crepe dei muri si allargano Le sedie restano fuori dalle case in estate Ma tutto il resto non c’è più E’ solo nei tuoi ricordi Ubriaco prendi coraggio per indossare il mondo In questa nuova consistenza materica Le tue domande abbondano Ti senti grasso o magro Hai sorseggiato la verità del vino e cucinato ricette Hai visto passare migliaia di gatti Hai sentito pronunciare tanti nomi Ti sei convertito al tuo diverso Hai fatto la raccolta differenziata Le rughe sulle tue mani sono sempre state li Hai chiesto scusa, permesso o perdono Hai riflettuto sulla certezza di essere esistito Le stanze vuote ti hanno angosciato Molte offese ricevute sono state restituite Hai sentito il lungo silenzio dentro le tue orecchie Hai provato a cantare anche se eri stonato Hai bevuto l’acqua salata del mare Hai conosciuto una dattilografa o un influencer Le città che hai visto hanno cambiato sempre volto Ti sei mai messo in tasca un grappolo d’uva Hai creduto ai cartelli “guasto” nelle toilette dei bar Hai sfogliato almeno una volta un libro di Céline Hai avuto il tuo profumo preferito sul collo Durante tutto il tuo tempo Non dimenticherai mai i muri di pietra Quella mano dolce che ti ha salvato Quella casa amaranto che era un controcampo di felicità Quei campi carichi di pannocchie dorate Dentro quella chiesa solitaria La fiamma della candela in penombra Un filo di fumo grigio azzurro si alza verso gli affreschi Se me lo dicevi prima avrei vissuto il mio presente Senza parole in silenzio hai ascoltato il vento Hai tirato le pietre pentendoti Hai visto la ragazza del primo piano Che da giovane è diventata vecchia Il cuore ti aveva bussato chiamandoti Hai vissuto, raccontato e scritto Ti sei inventato un gioco per ogni giorno La polvere ti ha sporcato le mani Lungo la strada hai perso gli oggetti a te più cari Pensavi di non farcela poi ha cambiato strategia Hai affittato la stanza del cuore Un lettino, un crocifisso un muro bianco E sei diventato vecchio guardando i tuoi nipoti Una vita intera non basta alla vita Tra il tuo primo pensiero E le idee che ti ha donato il vento Quante cose non hai capito Quante onde sono passate sul mare La ruggine sulla ringhiera ricorda i mondi nuovi che verranno In tutta una vita basta un giorno per essere felice Rivedi spesso la fontana dove bevevi da piccolo Una vita spesa a cercarsi attraverso la vita Quella stella ti è rimasta sempre famigliare Quelle immagini sulle pietre rimarranno dopo di te Quell’aroma di caffè che arrivava dal fornello della cucina Quel momento che pensavi di avercela fatta ma non era così Quel tepore di sonno nell’ora di pausa al lavoro Ho vissuto ed è passato tanto tempo Ho ancora addosso le ferite ignoranti Spesso sono andato oltre i miei sbagli sbagliando ancora Gli oggetti persi durante il tuo cammino sono ricordi Che dalla tasca e dalle mani sono passati al cuore Quanto tempo sei rimasto sordo Nessuno ha continuato a pensarti Sei rimasto assorto nella penombra Hai guardato tuo figlio piccolo ridere E tra lo scorrere delle fotografie Lui ti ha asciugato la fronte per l’ultima volta Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria. Io sono tutto quello che sono stato Tra l’opacità dei bagni ed il buco nei mattoni del cortile Le scalate sopra le pattumiere di cemento Per salire sopra i tetti dei garage Libero di godere di quelle vertigini Restare in equilibrio sul bordo del muro Eccolo qua tutto l’altro che ho dentro Giocare nelle strade di cemento Salire sopra agli alberi Tra risse e bambini sfortunati Tra le mode dei tempi Baciando rossetti Superando la scuola Recitando parole non mie E seguirne l’idea fino alla fine Ti sei fatto male hai gridato e non c’era nessuno Dentro i bianchi saloni degli ospedali Hai ritrovato la voglia di dormire al mattino Il gustoso e lento sapore della vita Hai aspettato che ti venissero a prendere a scuola Annoiato sei tornato a casa Poi il vento ti spingeva lentamente contro il muro Ti sei perso senza saper più dove andare Diventare nessuno o tutti come tanti altri Questa è stata la scoperta Per trovare una nuova esistenza Per accorgerti dei cambiamenti Dell’odore del sesso che mutava con l’età La voglia di una mano che accarezza Quella goccia di sangue caduta Ti ha fatto immaginare per comprendere Hai dato precedenza alle diversità E poi è arrivata la fatica nel salire le scale Il tuo cuore ha cominciato a traballare Hai sussurrato e con garbo chiesto permesso Sei riuscito con la tua anima a vedere i veri colori della terra E pensare ad un posto lontano dove sentirsi protetto Quell'albero sulla riva del mare fiorito Vicino al chiacchiericcio liquido del mare Oltre le case colorate di legno ed i bambù Quel volo del gabbiano sul filo dell’acqua I fogli dei calendari strappati ogni mese Lo sguardo silenzioso di un gatto mentre ti guarda Sei stato gentile con i camerieri La gentilezza non s'inventa nasce con te Il piacere in tutta sostanza quando non piace non è Se potessi raccontare chi sono stato Risponderei di non essermi allenato a morire In questa struttura dissipata che è la vita Su triangoli e figure geometriche ricurve Che ritagliano le tracce della tua lotta E non si possono più cancellare Ferme come un quadro astratto Possono essere solo avvertite Macchie e cicatrici Scarabocchi e linee indelebili Del tuo essere parallelo Oltre la volontà quotidiana Il tuo inconscio sfuggito Sconosciuto E’ impercettibile Che grida! Puoi solo correre Mescolarti e vivere Tra i suoni le voci e i sogni E così in questo istante Un uomo si fuma una sigaretta Un pescatore riempie il cesto Un altro non sa di esistere Lascio il posto ad un gruppo di turisti Che sui marciapiedi di Monaco Osservano un menù di pesce E ad un gruppo di anziani Che nostalgici ballano Dentro un gazebo scolorito In una Torino piovosa Afosa, verde e sola Senza più parole Senza ospitalità Con tanti saluti Quindi Rimescolato come un drink Punterai a terre più saline Spazi selvatici Pastelli e cielo Spruzzi di sale Su qualche striscia di spiaggia Nell’acqua bassa della risacca Per perdere ancora dalla tasca Quel granello di tempo rimasto Tra il suono di un serpente Attorcigliato ad un sambuco E il sonno eterno dell’occhio dell'Iguana Nel caldo pomeriggio del Rio Bianco Dove l’aria ingrossa E i suoni sono più tenui Che ne resterà della mia voce. . . Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria. Ho camminato con milioni di respiri nel petto Io sono stato l’unico responsabile della mia morte Quello che mi rimane da pensare e da dire E che essendo un qualcosa di irripetibile e unico La vita è un dispiacere abbandonarla E’ l’unico grande amore che abbiamo E il rimanere sopra questa sfera Dovrebbe essere una sosta infinita Fingendo imbarazzo Non vorrei alzarmi per abbandonare Vorrei rimanere seduto Non vorrei camminare lungo quel corridoio Bianco opaco e stanco Voglio continuare ad osservare Respirare Vivere Senza la possibilità di ripetere tempo Resta un dolore immenso nel cuore Come un bambino siedo in disparte fuori campo Mi basta soltanto Il pallido sole del mattino Alto nel cielo che nasce da lontano E lentamente avanza timido In soggettiva tra le nuvole si apre Proprio quando torna ad avvolgere il mare E siede sopra alla mia pelle Carrella, scalda e caramella Mi fa chiudere gli occhi E il suo calore mi fa inventare le parole Mi fa commuovere Su un primo piano dell’occhio Mi fa raccontare tutto questo Per il tempo che mi rimane Anche solo per un giorno Una mezz’ora almeno Un minuto Un dettaglio Un ultimo secondo Di questo infinito tempo Ancora qua Qui ed ora . . . In questo istante Sublime In questa dissolvenza Unica Appariscenza Irripetibile Che è la vita Fine . . . . . . .