Trapassato dal tempo – monologo teatrale di Vittorio Bittarello

(Vittorio Bittarello – La legna e la cenere – tecnica mista)

                                                                     A mia madre Delfina per la grande pazienza.
                                                                     La luce parabola nella chiesa, io e mia mamma a fianco…

spesso accade......
che si amano di più le persone da morte
che durante una vita......

“Proust spiega troppo per il mio gusto: trecento pagine per farti sapere che tizio incula tizio, è troppo.”

                                                                                                                         LOUIS-FERDINAND CÉLINE

Prologo

Un attore in scena con in mano un lungo bastone verticale a far da timone, riflette sulla sua condizione umana, del tempo che passa e trapassa gli esseri viventi, dai gesti quotidiani al rapporto con gli altri ai ricordi, lungo un’unica e irripetibile linea della vita tra pensieri, musica e parole ad alta voce.

Atto Unico

Sipario

Trapassato dal Tempo

di Vittorio Bittarello

Tutti i diritti riservati a norma di legge © 2021

Note musicali introduttive dal pianoforte. . . . . . . violoncello, batteria.

Eccomi qua
Qui ed ora
. . . . . . .
Ho cambiato tante paia di scarpe durante la mia vita
e non meno i vestiti che ho indossato
Non le ricordo tutte, soprattutto le scarpe dei primi anni,
quelle che mi infilava mia madre prima di portarmi fuori casa
Anche i tagli dei capelli non potrei contarli, così le mode che li hanno accarezzati
Come gli anelli infilati sulle dita 
I braccialetti ai polsi e più in là gli occhiali sul naso
Ho sempre portato i boxer perché le mutande mi stringevano troppo
E la mia ombra fedele  mi ha accompagnato fino ad oggi nel silenzio
Come le notti insonni e quelle serene
E tutti i sogni che mi sono venuti a trovare
Travestiti da amici o da nemici
Come le scorribande dei miei pensieri
A volte intrecciati e ingarbugliati come un filo
E tra un nodo e l’altro i miei appunti sparsi 
Stesi sui foglietti di carta colorati
Persi o ritrovati nel tempo in luoghi impensabili
Come le persone nelle strade
Che ho visto passare senza conoscerle
Visi tutti diversi
Bocche tristi o sorrisi
Tagli dei capelli, 
Dalle forme
Dalle movenze dei corpi
Dalle scarpe che portavano
Dalla loro altezza o bassezza
Dal loro parlare o dai loro silenzi
Aria e goccioline
Che salivano al cielo oltre le case
Verso le macchie scure degli uccelli in volo
Come nuvole soffiate lontane dal vento
O come i soli e le lune alternate ai giorni
Sopra questa terra 
In questi spazi immensi 
Dai battiti frenetici
Che non ci è dato contare
Come i respiri
Gli starnuti, i colpi di tosse 
Gli sbadigli, i capelli persi
Le ore spensierate o quelle attese
Il ticchettio continuo delle lancette
Sui tanti orologi osservati
Tra stelle e meridiane
Lungo le correnti fresche dei vicoli
Oltre i ponti e i fiumi
Quante immagini ferme nel tempo abbiamo ricordato
Quante porte con le chiavi abbiamo aperto
Quante parole non abbiamo voluto ascoltare
Quante verità abbiamo pensato di conoscere
Vivendo abbiamo annusato milioni di odori
E visto altrettante gocce di pioggia saltellare
Nelle pozzanghere, sui tavolini dei bar
Abbiamo bevuto tante volte dentro un bicchiere
Ascoltato innumerevoli battiti del cuore
Con le mani lavato e asciugato il corpo
Profumati e pettinati
Nelle quotidiane giornate 
Ascoltato parole
Digerito bugie
Seduti a tavola
Digerito e cagato
Di quanta immondizia ci siamo disfatti
Osservando ciminiere gettare fumo
O fiumi cambiare colore 
Dei rifiuti lasciati ai bordi delle strade
Degli imbrogli subiti o fatti
Tra il sudore e la confusione
Ma nella casa protetto
Mi sono visto cambiato davanti allo specchio
Da bambino e da vecchio
Più bianco e con più rughe
Tra le pieghe delle immagini sul viso
Quante promesse mi sono fatto
Quante parole ho incontrato con gli occhi leggendo 
Sulla carta o sui display
Domani è un altro giorno . . .
E su una striscia di luce ho fissato il buio
Ma i respiri non si possono contare
Neppure i colori che mi hanno emozionato
O i luoghi che abbiamo visitato
Come i frutti appesi sugli alberi
I fiori spuntati sui prati
Le stradine solitarie delle campagne
Il respirare profondo e sano nei boschi
Le volte che abbiamo toccato un oggetto
Liscio o ruvido
Armonico o spigoloso
Il suo riflesso nell’occhio
Giorno dopo giorno
Quante domande abbiamo fatto
Quante strette di mano
O saluti dispensati
In quei giorni sempre uguali
Di terra, tempo e cielo 
Abbiamo incontrato la paura e la malattia
Osservando nel silenzio le nostre pause
Le volte che ci siamo grattati la testa
Delle smorfie cadute sul volto
Con un dito sulle labbra pensierosi
Gli occhi gettati nel vuoto
Camminando lungo strade 
Dai segreti svelati
Noi milioni su questo pianeta
Uomini o donne
Liberi o addomesticati
La nostra storia è unica e irripetibile
Ci siamo svegliati e addormentati
Abbiamo attraversato la nostra esistenza
Lavorato e oziato
Scrutato oltre un vetro
Sudati o nudi
Agili o pigri
Soli o in gruppo
Poveri o ricchi
Senza risposte
Abbiamo masticato
Imprecato
Visto ballare
Consumato parole
Per la prima volta e per sempre
Ci siamo innamorati di una melodia
Delle Insegne colorate riflesse sul fiume 
Nelle nostre case
Una finestra aperta
I rumori volati dall'appartamento vicino
Il disegno di scuola di un bambino
Le fotografie custodite nella vecchia valigia o sul cellulare
I biglietti acquistati
Le braccia nude
I piedi bagnati
Un tappeto 
Un abbraccio intenso
Il fumo di una sigaretta sul volto
I forti dolori alle tempie 
Una lacrima rimasta appesa ad un occhio
Una spiegazione consumata in fretta
Un aereo che lascia una scia lontana 
La voce di un grillo solitario nel silenzio
Le cicale invisibili sui rami colorati dal sole
Le nostre aspettative
I progetti futuri
La morte di una persona cara
Il vento freddo inaspettato sulla fronte
I momenti che sembrava d’impazzire
Non si può rimanere fermi ad un’idea
E pensare di morire non è una soluzione
I giorni con il tempo finiscono di assomigliarsi
Cambiano si trasformano e si allontanano
Ritornano nuovi e diversi
Ancora in piedi respiriamo dalle narici
Siamo ancora vivi
Sarà una giornata nuova senza forze
Spesso osare è l’unica cosa normale da fare
Puoi non rispondere ad una stupida domanda
Puoi non rispondere ad un’offesa
Puoi vivere senza sentirti vivo
E raccogliere la polvere dentro di te in un sabato pomeriggio
Ma riprendere sempre la valigia del tuo cuore
Solitario tu 
Essere unico 
Pellegrino del mondo

Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria.

Quanto rumore nei silenzi che ascolti 
Fuggire spesso è la normalità
Come mangiarsi le unghie
Nel silenzio, soli o tra la folla
Domandati quanti battiti hanno fatto le tue ciglia
O quante volte hai avuto fame
Tutto in fretta e subito
La pazienza non s’inventa
Rifletti
Quante volte hai regalato un sorriso
Nessuno è uguale a nessuno
Sei nato buono o cattivo
Sei stato modesto, folle, genio o pigro
Ti sei tenuto un po’ di passato per le giornate insignificanti
Hai avuto degli amici, delle amiche o solo te stesso
Il sapore del sangue è buono perché non ha sapore
Hai fissato un lavandino o una goccia d’acqua cadere
Quella rissa tra adolescenti in strada
L’uomo con il cappello di polvere
I miraggi di fumo sulle strade calde
I tuoi dolori ai denti non li hai dimenticati
Avrei potuto fare il tuo nome . . .
Quella forza in te che non hai mai voluto conoscere
Una decisione mai presa
Una gentilezza che non era tua
Le giornate di sole caldo
L’onda del vuoto
Quante volte ti sei sentito debole
O hai visto il mare calmo e tu non lo eri
Hai sentito parlare di popoli diversi dal tuo
Hai attraversato il tempo delle stagioni
Hai sentito abbaiare un cane
O il frusciare delle foglie a fine estate
Contemplato un paio di piccole mammelle 
Quanti segreti rimarranno dentro l’oceano
Come i bivi lasciati alle spalle
O i dolci raggi della luna nell'oscurità
Quali sono state le tue priorità?
Hai aiutato uno sconosciuto 
Hai sentito l’odore di un gatto morto lungo la strada
Hai sentito il lieve sussurro degli alberi
Hai amato un’immagine diversa dalla tua 
Quante tentazioni ti sei regalato
Quanta noia hai superato durante il tuo viaggio
Quante volte non hai saputo osare
Ignaro il tuo piede ha sempre battuto ripetutamente a terra
Intermittente e muto
Un volo di un uccello
Il riflusso delle onde del mare
Un giuramento
Io so chi sei
Grazie alla notte e al giorno
Grazie alla madre e al padre
Le luci al neon colorate della sera 
Negozi e commerci
Castelli e chiese 
Città e sobborghi
Mezzi di trasporto
Erano già qui ad aspettarti
Come l’uomo e la donna
La musica e il canto
Gli accessori  e gli utensili
E’ stato tutto inventato
Mi fermo e ascolto
L’acqua che è scesa nella tua gola
La tua pace e la tua guerra
Le volte che non hai fatto quello che volevi
Hai perso tutto almeno una volta
Hai aspettato qualcuno inutilmente
Qual è stato il tuo prezzo in questa vita
Sei stato un protagonista, una comparsa o uno spettatore
Hai avuto caldo o freddo
Sei stato ebbro o sobrio
Hai detto qualcosa per sentirti stupido
Mi piace lo voglio e lo tocco
Oppure hai soltanto posato lo sguardo
Le idee ti lasceranno
Meglio saperlo in fretta
Ti sei scelto un modo per crepare
Il tuo corpo rimarrà nella terra
Poi lentamente scomparirà lungo i continenti
Qualcuno fisserà quel che resta di te
Fermo con i piedi nudi in una spiaggia orientale
Ignaro indigeno con una pizza e una birra tra le mani


Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria.

Di cosa hai bisogno quando finisce la musica e l’alcol
Una serata lunga un mattino o una lettura tranquilla
Le voci e i suoni ascoltati alla radio
Un film alla televisione
Una preghiera
Guerra o quiete 
Attraversare di notte il mondo. . .
Abbiamo lottato per rinnegare la pazzia
Qualcuno si è guardato attraverso un vetro
Qualcuno ha conosciuto la poesia
Qualcun altro ha vissuto una vita non sua
Il tempo esiste solo quando lo pensiamo
E’ necessario aver saputo urlare almeno una volta
Aver sentito un forte dolore allo stomaco
Aver conosciuto quantità di pensieri sbagliati
Aver ballato sotto la pioggia
Per una volta almeno senza colpa
Aver finto rinunciando
Nelle città illuminate e fredde
Lungo una vita intera
La tensione e l’ispirazione ti hanno corteggiato
L’ultima immagine che vedrai sarà la più bella
Perchè è l’ultima che hai creato
Anche se sei fermo da alcuni anni
Un colore con il tempo si modifica
Anche se ogni colore ha il suo carattere
La tua storia abbraccia e condivide altre storie
Ti sei mai domandato se ti hanno scambiato dalla culla
Farsi domande dovrebbe accompagnare l’esistenza
C’è stato un sorriso che ti ha riempito il cuore lungo la vita
E’ sempre stato così, ti sei voltato e il passato era passato
L’idea di te non è sempre quella che hanno gli altri di te
Ed eri così come ti vedi, forse dietro un segreto mai detto
Ascoltati ed impiega più tempo a indossare le scarpe al mattino
E’ stato un viaggio breve ripensandoci
Una stupidaggine raccontata, due stupidaggini
Una risata, una carezza, uno scherzo, 
Quando questa guerra sarà finita ci vediamo all’Avana
E anche questa mattina mi sono svegliato
Ho riconosciuto il giorno dalla luce del mattino 
Piego in valigia le mie camicie e riparto
Anche se penso che nessuno mi aspetta
Anche se per un giorno intero nessuno ti vede
Abbracciala se ti è rimasta ancora un po’ di ingenuità’
E’ la tua compagna su un terrazzo mentre guardi un bel panorama
Il coraggio e la libertà ti hanno regalato una bella giornata
Stanco e abbattuto ti ho aspettato 
Ti ho amato e sono contento di essermene andato
Con il tempo ho perso un corpo caldo
Ma ho trovato quello che rimane di me
Voglio dimenticare
Voglio restare seduto a guardare
Tutto mi passa davanti
Ti sei agitato e calmato
Il tuo respiro fino ad oggi non ti ha mai abbandonato
Come le tue mani che ti hanno aiutato oltre
E i piedi a supportare il corpo
Passo dopo passo
Ho attraversato il tempo emozionandomi dai colori
Dentro un ritmo ripetitivo di gesti
Ricoperto e macchiato dalle parole
Quanti animali morti hai visto schiacciati sulla strada
Quante pietre dalle infinite sfumature hai osservato
Il tempo di una vita è breve
I pensieri più profondi rimarranno nella memoria
Nei ricordi i tuoi giocattoli scoloriti di plastica 
Le carte lucide e colorate dei cioccolatini
Le cadute dalla bicicletta ai giardinetti
Tuo zio che non ti salutava mai
Hai visto cambiare i luoghi in cui hai vissuto
Ho perso la memoria per ritrovare il mio tempo
Lungo la strada dei giorni
Quanti occhi hai fissato
Quante voci hai ascoltato
Un messaggio, due messaggi, una fotografia
Sei mai stato a letto per un giorno intero 
Ti sei mai cagato nelle mutande da adulto
Per quanti giorni hai incontrato e amato il tuo corpo
E hai liberato quell’eterno dolore
Riconciliandoti  e dormendo
Riconquistando la vita
Dentro le tante assenze sopportate
Ti è servito sostenere la ragione o un torto
Siedo e ripenso 
Con il tempo quell’uomo e quella donna abbracciati
Li hai visti cambiare
Li hai visti diversi
Non li hai più visti
Spesso i tuoi silenzi sono stati fragorosi
Quando ti sei ricordato di un abuso subito
Quando un giorno scopri la tua vera sessualità
Quando non riesci a dominare la tua violenza
E ti sei aggrappato alla croce per camminare 
Ma nulla è rimasto più lo stesso
Neppure tu. .  .
Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria.

Siamo stati dei pidocchi su questa terra
Abbiamo sotterrato milioni di macerie
Abbiamo inventato l'arte
L'abbiamo modificata è cambiata nei secoli
Abbiamo costruito e demolito edifici
Inquinato i mari mangiando il loro pesce
Abbiamo vissuto nei posti che non abbiamo scelto
Giorno dopo giorno le case e i nuovi palazzi
Abbiamo consumato tempo 
Sopportato attese 
Il tempo manca al tempo
E nel suo cammino si perde
Lungo un percorso in salita
Esiste una speranza 
Chi non è mai nato nascerà
Pausa e rifletto
Ho respirato e dimenticato
Nel futuro il mio presente
Giorno dopo giorno vivi senza sapere
Seduto incroci le braccia
Aiutami!! Te ne sarò grato
In questa notte luminosa
Nulla è fermo, tutto si muove
Viviamo dentro un giorno lungo una vita intera
Quante volte ti sei fatto amare 
Quanta calma hai desiderato
O hai pianto e riso per dimenticare
Somigli alle storie che hai perso
Ascolti gli echi ancora accesi dal tuo passato
Nell’attesa che tacciano le ultime scintille
Puoi fermarti  e ascoltarti
Hai pensato di regalare il tuo tempo
Sei andato dalla parte opposta in cui dovevi andare
Hai lasciato un segno speciale prima di partire
Hai nascosto qualcosa da piccolo e l’hai ritrovato da grande
Hai regalato agli occhi gli affreschi di una chiesa
Il tempo rotola, travolge tutto e dimentica
Ritorni sempre al tuo primo ricordo
La tua foto da bambino
Come lontana risposta
Accordati e ridi
Tu sei questo dono lontano
E tutto si confonde dentro la memoria
Non lasceremo mai le incertezze
La tua carne sarà un confine per il tempo
In quella linea che ti divide dall’aria
Che conosci che respiri soltanto tu
Un interminabile e intimo racconto
Della tua piccola grande storia
Delle tante immagini che scorrono e non tornano
Che senza Dio sarebbe un vuoto senza fine
Dei tanti vestiti che hai cambiato
Dei tanti rifiuti ricevuti
Delle persone che ti hanno ignorato
Dei semafori rossi o verdi osservati
Quante barriere hai dovuto superare
Quanti cieli viola lilla arancioni sono passati
La paura come è arrivata se n'è andata
Lontana ormai senza più sporcarti 
E la polvere e le briciole non sono mai mancate
Come le persone incredibili o poco credibili conosciute
Dietro i riflessi di luce oltre i vetri
Tutte le parole che hai lasciato volare via
Tu comprendi
Non è stato facile comunicare
Tra i bassi gli acuti e le assenze
Ti sei giustamente affaticato
Le strade sono aperte a tutti
E’ come si percorrono che fa di te un viaggio
Tante persone hanno pensato di essere innamorate
Tante persone che la vita non dipendesse da loro
Molte hanno creduto alle parole sbagliate
Altre non sono mai vissute
Se hai attraversato il caos
Hai trovato la tua pace
L'ingenuità è un peccato simile alla malizia
Non lasciarti morire prima del tuo tempo
La mente ti ha sempre aiutato
Come le abitudini che ti sei conquistato
E i problemi che ti hanno inseguito
Per tornare giovane rifaresti  i tuoi sbagli
I pensieri si mescolano
Tra i rami di un albero il sole
Non so dove andrò ma ci sarà un altro posto
Sulle colline ogni ciottolo è comune e unico
In qualche punto della tua vita ti sei fermato
Ritornando in città cercavi volti conosciuti 
Restava soltanto la puzza del fiume
Sotto il ponte, unico distante solitario
Durante quelli che abbiamo chiamato giorni
Hai avuto più scontri che confronti
Non si fa credito più a nessuno
Solo alla bellezza in tutte le sue forme
Alle donne che chiedono rose senz’acqua
Poi andando oltre i ricordi
Hai dato un senso alla tua vita
O sei rimasto uno schiavo
Quanti scontrini hai avuto tra le mani
Quanti trucchi hai smascherato
Hai sentito le note di uno strumento uscire da una finestra
Ti sei ricordato spesso delle ombre lasciate sui muri dal sole 
Di quella carezza che non ti aspettavi
Dei pulviscoli che giravano a credito nell’aria estiva
Del sapore di bucato sui fili stesi
Di quella chiacchierata col padre
Di quella corsa interminabile per tornare a casa
Dell’aiuto di un amico
Dei graffi e delle ferite
Quante volte ti sei trovato gli spermatozoi sulla mano
Quante volte ti sei trovata il dito bagnato
Il piacere è l’attimo regalato ad un altro
Riferito al tempo e alle persone
La gioventù si osserva negli altri
Renato che attaccava i manifesti
A quanti annunci e pubblicità hai creduto
Quante volte in strada non hai saputo dove andare
Quanta storia hai già vissuto da quando sei nato
Ricordati dei primi amici e dei primi maestri
Delle bambine che ti guardavano e ridevano
Di quei suoni di corde di chitarra e sax nelle sere di luce
Del tuo amico che studiava tutti i giorni senza uscire per giocare
E di quel minuto di giustizia meritato
Ti sei abituato a perdere
Sei riuscito ad andare incontro alla conoscenza
Perché i tuoi genitori in te esisteranno finché tu esisterai
Quello schiaffo della madre inaspettato
Quel cerotto messo dalla nonna sulle ginocchia
Quel rifiuto di tuo padre
Sono tutti dentro di te
E nel lungo riflettere durante la malattia
Le pillole arancioni e l’alcool ti hanno salvato
Come i consigli e il tempo trascorso
Le attese non sempre sono state produttive
Continua a pensare
Quando avrai terminato la tua missione potrai andartene
Spesso ci siamo stimati in eccesso 
Ignorando l’esistenza del genere umano
Ci siamo sbagliati e ci siamo corretti
Proprio così
Tra la chimica del tuo cervello
In quanti posti non saresti mai andato
Quel rumore della tenda che sbatteva al vento
Le attese infinite nelle sale d’aspetto
I tempi non sono sempre uguali per chi s’innamora
Ma ascoltare la tua voce delicata è stato un privilegio

Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria.

Nel lungo silenzio e nella quiete
Questo è stato il mondo delle immagini
I prati hanno visto la luce del sole e il buio della notte
Bandiere spostate tutti i giorni dal vento
Animali dietro le sbarre per l’intera vita
Onde del mare che hanno continuato ad accarezzare la terra
Quella casa diroccata sulla salita
Passandoci e osservandola ancora lì immobile
Ha curato i miei pensieri ripulendoli da realtà faticose
Come gli ulivi e le feste di paese nei luoghi di mare
La musica e le danze sotto le stelle
Le messe domenicali
Le bevute nei bar 
Persone che sono nate e altre scomparse
Ora ferme sulle lapidi dei cimiteri
Sono tutti morti ma la chiesa ha le porte aperte da secoli
E tu fissi una lastra di marmo e un vaso di fiori
E’ Il tuo contatto con la memoria
Non hai dimenticato il tuo volto infantile
Napoli l’uomo con il berretto blu
Ha venduto per anni sulla strada formaggio
Odore e mosche
Il sapore del tempo sale dai borghi
Dalle cantine più profonde e buie
Le crepe dei muri si allargano
Le sedie restano fuori dalle case in estate
Ma tutto il resto non c’è più
E’ solo nei tuoi ricordi
Ubriaco prendi coraggio per indossare il mondo
In questa nuova consistenza materica
Le tue domande abbondano
Ti senti  grasso o magro
Hai sorseggiato la verità del vino e cucinato ricette
Hai visto passare migliaia di gatti
Hai sentito pronunciare tanti nomi 
Ti sei convertito al tuo diverso
Hai fatto la raccolta differenziata
Le rughe sulle tue mani sono sempre state li
Hai chiesto scusa, permesso o perdono
Hai riflettuto sulla certezza di essere esistito
Le stanze vuote ti hanno angosciato
Molte offese ricevute sono state restituite
Hai sentito il lungo silenzio dentro le tue orecchie
Hai provato a cantare anche se eri stonato
Hai bevuto l’acqua salata del mare
Hai conosciuto una dattilografa o un influencer
Le città che hai visto hanno cambiato sempre volto
Ti sei mai messo in tasca un grappolo d’uva
Hai creduto ai cartelli “guasto” nelle toilette dei bar
Hai sfogliato almeno una volta un libro di Céline
Hai avuto il tuo profumo preferito sul collo
Durante tutto il tuo tempo
Non dimenticherai mai i muri di pietra
Quella mano dolce che ti ha salvato
Quella casa amaranto che era un controcampo di felicità
Quei campi carichi di pannocchie dorate
Dentro quella chiesa solitaria
La fiamma della candela in penombra 
Un filo di fumo grigio azzurro si alza verso gli affreschi
Se me lo dicevi prima avrei vissuto il mio presente
Senza parole in silenzio hai ascoltato il vento
Hai tirato le pietre pentendoti
Hai visto la ragazza del primo piano 
Che da giovane è diventata vecchia
Il cuore ti aveva bussato chiamandoti
Hai vissuto, raccontato e scritto
Ti sei inventato un gioco per ogni giorno
La polvere ti ha sporcato le mani 
Lungo la strada hai perso gli oggetti a te più cari
Pensavi di non farcela poi ha cambiato strategia
Hai affittato la stanza del cuore
Un lettino, un crocifisso un muro bianco
E sei diventato vecchio guardando i tuoi nipoti
Una vita intera non basta alla vita
Tra il  tuo primo pensiero
E le idee che ti ha donato il vento
Quante cose non hai capito
Quante onde sono passate sul mare
La ruggine sulla ringhiera ricorda i mondi nuovi che verranno
In tutta una vita basta un giorno per essere felice
Rivedi spesso la fontana dove bevevi da piccolo
Una vita spesa a cercarsi attraverso la vita
Quella stella ti è rimasta sempre famigliare
Quelle immagini sulle pietre rimarranno dopo di te
Quell’aroma di caffè che arrivava dal fornello della cucina
Quel momento che pensavi di avercela fatta ma non era così
Quel tepore di sonno nell’ora di pausa al lavoro
Ho vissuto ed è passato tanto tempo
Ho ancora addosso le ferite ignoranti
Spesso sono andato oltre i miei sbagli sbagliando ancora
Gli oggetti persi durante il tuo cammino sono ricordi
Che dalla tasca e dalle mani sono passati al cuore
Quanto tempo sei rimasto sordo
Nessuno ha continuato a pensarti
Sei rimasto assorto nella penombra
Hai guardato tuo figlio piccolo ridere
E tra lo scorrere delle fotografie
Lui ti ha asciugato la fronte per l’ultima volta


Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria.

Io sono tutto quello che sono stato
Tra l’opacità dei bagni ed il buco nei mattoni del cortile
Le scalate sopra le pattumiere di cemento
Per salire sopra i tetti dei garage
Libero di godere di quelle vertigini
Restare in equilibrio sul bordo del muro
Eccolo qua tutto l’altro che ho dentro
Giocare nelle strade di cemento
Salire sopra agli alberi
Tra risse e bambini sfortunati
Tra le mode dei tempi
Baciando rossetti
Superando la scuola
Recitando parole non mie
E seguirne l’idea fino alla fine
Ti sei fatto male hai gridato e non c’era nessuno
Dentro i bianchi saloni degli ospedali
Hai ritrovato la voglia di dormire al mattino 
Il gustoso e lento sapore della vita
Hai aspettato che ti venissero a prendere a scuola
Annoiato sei tornato a casa
Poi il vento ti spingeva lentamente contro il muro
Ti sei perso senza saper più dove andare
Diventare nessuno o tutti come tanti altri
Questa è stata la scoperta
Per trovare una nuova esistenza
Per accorgerti dei cambiamenti
Dell’odore del sesso che mutava con l’età
La voglia di una mano che accarezza
Quella goccia di sangue caduta
Ti ha fatto immaginare per comprendere
Hai dato precedenza alle diversità
E poi è arrivata la fatica nel salire le scale
Il tuo cuore ha cominciato a traballare
Hai sussurrato e con garbo chiesto permesso
Sei riuscito con la tua anima a vedere i veri colori della terra
E pensare ad un posto lontano dove sentirsi protetto
Quell'albero sulla riva del mare fiorito
Vicino al chiacchiericcio liquido del mare
Oltre le case colorate di legno ed i bambù
Quel volo del gabbiano sul filo dell’acqua
I fogli dei calendari strappati ogni mese
Lo sguardo silenzioso di un gatto mentre ti guarda
Sei stato gentile con i camerieri
La gentilezza non s'inventa nasce con te
Il piacere in tutta sostanza quando non piace non è
Se potessi raccontare chi sono stato
Risponderei di non essermi allenato a morire
In questa struttura dissipata che è la vita
Su triangoli e figure geometriche ricurve
Che ritagliano le tracce della tua lotta
E non si possono più cancellare
Ferme come un quadro astratto
Possono essere solo avvertite
Macchie e cicatrici 
Scarabocchi e linee indelebili
Del tuo essere parallelo
Oltre la volontà quotidiana
Il tuo inconscio sfuggito 
Sconosciuto 
E’ impercettibile
Che grida!
Puoi solo correre
Mescolarti e vivere 
Tra i suoni le voci e i sogni
E così in questo istante 
Un uomo si fuma una sigaretta
Un pescatore riempie il cesto
Un altro non sa di esistere
Lascio il posto ad un gruppo di turisti
Che sui marciapiedi di Monaco 
Osservano un menù di pesce
E ad un gruppo di anziani 
Che nostalgici ballano 
Dentro un gazebo scolorito
In una Torino piovosa
Afosa, verde e sola
Senza più parole
Senza ospitalità
Con tanti saluti
Quindi
Rimescolato come un drink
Punterai a terre più saline
Spazi selvatici
Pastelli e cielo
Spruzzi di sale 
Su qualche striscia di spiaggia
Nell’acqua bassa della risacca
Per perdere ancora dalla tasca 
Quel granello di tempo rimasto
Tra il suono di un serpente
Attorcigliato ad un sambuco
E il sonno eterno dell’occhio dell'Iguana 
Nel caldo pomeriggio del Rio Bianco
Dove l’aria ingrossa
E i suoni sono più tenui
Che ne resterà della mia voce. . .




Note musicali dal pianoforte al. . . . violoncello e batteria.

Ho camminato con milioni di respiri nel petto
Io sono stato l’unico responsabile della mia morte
Quello che mi rimane da pensare e da dire 
E che essendo un qualcosa di irripetibile e unico
La vita è un dispiacere abbandonarla
E’ l’unico grande amore che abbiamo
E il rimanere sopra questa sfera
Dovrebbe essere una sosta infinita
Fingendo imbarazzo
Non vorrei alzarmi per abbandonare
Vorrei rimanere seduto
Non vorrei camminare lungo quel corridoio
Bianco opaco e stanco
Voglio continuare ad osservare
Respirare
Vivere
Senza la possibilità di ripetere tempo
Resta un dolore immenso nel cuore
Come un bambino siedo in disparte fuori campo
Mi basta soltanto Il pallido sole del mattino
Alto nel cielo che nasce da lontano
E lentamente avanza timido
In soggettiva tra le nuvole si apre
Proprio quando torna ad avvolgere il mare
E siede sopra alla mia pelle
Carrella, scalda e caramella
Mi fa chiudere gli occhi
E il suo calore mi fa inventare le parole
Mi fa commuovere 
Su un primo piano dell’occhio
Mi fa raccontare tutto questo
Per il tempo che mi rimane
Anche solo per un giorno  
Una mezz’ora almeno
Un minuto
Un dettaglio
Un ultimo secondo
Di questo infinito tempo 
Ancora qua 
Qui ed ora
. . .
In questo istante 
Sublime
In questa dissolvenza
Unica 
Appariscenza
Irripetibile
Che è la vita


Fine . . . . . . .


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