
Il libro era in mostra nella vetrina della libreria Casagrande di Bellinzona. Sulla copertina, la foto di un dipinto con il viso di una giovane donna posto in orizzontale. Mi attrae immediatamente. Quando si dice che si acquista un libro guardando la copertina.
Il quadro è di Gerhard Richter “Betty, olio su tela”, 1977. Chi è Betty? Chi è Gerhard Richter? E, soprattutto: chi è Nöelle Revaz?
Wikipedia. Gerhard Richter è un pittore tedesco. Espressionismo astratto, Arte contemporanea, Abstract Art, Arte concettuale, altro. Figli: Betty Richter, Ella Maria Richter.
Scopro che di “Betty” ce n’è anche un’altra, un ritratto della figlia di spalle, datato 1978.

Artforum, rivista statunitense di arte contemporanea, parla di questo ritratto, la “seconda Betty’, molto più famosa di quella sulla copertina del libro della Revaz, e la paragona alla “La Grande Baigneuse” di Ingres, (1780-1867).

La posa è la medesima: di spalle. La Baigneuse è nuda, Betty è vestita. I capelli di Betty e il copricapo di stoffa che porta la Baigneuse sono simili. I due ritratti sono carichi di mistero e nemmeno la Betty sulla copertina del libro, con posa frontale, riesce a svelarne l’enigma.

Infatti, ha gli occhi rivolti verso l’osservatore ma il suo sguardo trapassa, non sembra interessata, né a essere guardata – come potrebbe esserlo una giovane donna – e nemmeno a guardare. L’articolo trovato su Artforum parla di dubbio. Dice che è la lezione più importante che Richter ci trasmette.
Sotto la fotografia del dipinto a metà copertina c’è il titolo del libro: “Ermellino bianco e altri racconti”
Sotto il bianco.
Ricorda la neve, il freddo.
Dunque, una raccolta di racconti. Finalmente. Racconti scritti da una donna, Nöelle Revaz.
Francese?
Nöelle Revaz è una scrittrice svizzera di lingua francese. Nata nel 1968 a Vernayaz, nel cantone Vallese, ha frequentato l’università di Losanna. Pubblica il suo primo romanzo “Cuore di bestia” nel 2002. Vince numerosi premi ed è tradotta in tedesco, francese, inglese, italiano e finlandese. Seguono altri libri, altri premi. È considerata “l’enfant prodige” della letteratura svizzera.
La traduzione in italiano è stata affidata alla bravissima Maurizia Balmelli, traduttrice di Agota Kristof, Cormac Mc Carthy, Emmanuel Carrère.
Nella quarta di copertina un breve stralcio di quello che riserverà il libro:
“La mamma dice che non è colpa mia se è caduto stecchito come uno stoccafisso a testa in giù dalla poltrona, non è per le sigarette, sono cose che capitano in ogni caso quando si è vecchi come lui: a poco a poco ci si perde, si diventa azzurrini e perfino i cocchi che a scuola sono giudiziosi e non dicono le bugie hanno i nonni che cadono”.
Linguaggio secco, potente e, ancora, pieno di mistero. I rimandi letterari della sua scrittura sono anche Céline e Bernhard, ho letto qua e là. Influenze non da poco, insomma.
Trovo in internet una sua foto.

Negli occhi ha la stessa luce intensa e innocente del ritratto di Betty, è graziosa.
Non c’è molto in rete che parli di lei.
Trovo una sua intervista in francese.
“Che cosa le dà più felicità, in questo momento?” Domanda. Risposta: “ Il ciliegio in fiore sotto la mia finestra”. Domanda: Quanto tempo passa in internet ogni giorno?” Risposta: “25 ore”. Ultimo acquisto di Noëlle, secondo questa intervista, più faceta che seria, sarebbe un coniglio. E no, Nöelle non si separerebbe da nessuna delle sue manie.
Qualcosa sulle sue letture? Quali sono le sue passioni, i suoi maestri?
Domanda: “Quali sono stati gli eroi della sua infanzia?” Risposta:” Fantômette” (un cartone animato che racconta di una ragazzina rimasta orfana e assume i panni di una giustiziera mascherata), poi, Arsenio Lupin. Sarà vero? “Ultimo libro letto? “Vita dei faraoni illustrata” Alla fine dell’intervista dichiara di aver inventato le risposte.
Trovo un’intervista registrata per la Televisione della Svizzera italiana. Spero di avere maggior fortuna.
Noëlle Revaz, come la maggior parte degli scrittori, coltiva la passione di leggere e scrivere sin dall’infanzia. In seguito, compone poesie, piccoli scritti che tiene per sé. Frequenta il collegio dove studia greco e latino.
Quello che colpisce nella sua scrittura, dicono gli esperti, è il rapporto con la lingua che trasforma ogni volta. Disossata, come fosse orale, adattata a personaggi semplici e istintivi, a tratti innocenti e violenti. La sua scrittura è accostata a quella di Céline e di Faulkner.
Alla fine della mia ricerca non sono arrivata molto lontana. E così, gli scritti assomigliano alla misteriosa “Fantômette”, e l’autrice ai suoi scritti e interrogata sulle sue influenze letterarie ci lascia solo intuire i suoi profondi studi latini e di greco, forse Céline, Berhard Faulkner, e aggiungo io, Agota Kristof, ma anche fiabe e le leggende popolari delle sue valli.
Penso però, che, come tutti i grandi scrittori e poeti, anche la Revaz abbia creato lei stessa i suoi predecessori, quell’albero invisibile, inconscio che chi scrive non vede. Ma lo sappiamo bene: ottimi frutti non stanno appesi al nulla.
Patricia Schneider
Non resta che cercare/leggere Nöelle Revaz. Su YouTube ho trovato un’intervista alla traduttrice, Maurizia Balmelli https://www.youtube.com/watch?v=6B1gJ0GQCbI
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie Abele
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Abele per la segnalazione dell’intervista. Non la conoscevo, ma le impressioni sono simili alle mie. Un bel viaggio nella letteratura e anche nella traduzione che ogni volta ricrea una lingua.
"Mi piace""Mi piace"