Giancarlo Locarno: Giro a vuoto- Le canzoni di Laura Betti

Copertina del disco con le canzoni di Laura Betti

Le canzoni cantate da Laura Betti per il suo spettacolo, tra il teatro e il cabaret, con l’orchestra di Piero Umiliani, sono state anche pubblicate da Scheiwiller “All’insegna del Pesce d’Oro” nel novembre del 1960.

In qualità di parolieri si erano mobilitati per lei il fior fiore degli scrittori e intellettuali del tempo con testi che cercavano oltre che inquadrare ironicamente il suo personaggio anche cogliere i segni dei cambiamenti nel mondo e nella nostra società attraverso le modifiche nei costumi, che lentamente si incamminavano verso una maggiore consapevolezza e libertà nell’affrontare la vita quotidiana.

Gli autori dei testi sono: Letizia Antonioni, Alberto Arbasino, Giorgio Bassani, Billa Billa, Gianpiero Bona, Dino Buzzati, Italo Calvino, Camilla Cederna, Flaiano, Franco Fortini, Fabio Mauri, Alberto Moravia, Gino Negri, Goffredo Parise, Pierpaolo Pasolini, Ercole Patti, Mario Soldati.

Queste canzoni sono state cantate la prima volta al teatro Gerolamo di Milano nel gennaio del 1960, successivamente al teatro Valle di Roma, ebbero infine anche un buon successo a Parigi.

Riporto di seguito un bel ricordo di Paolo Poli:

Poi la canzoni di Franco Fortini “Quella cosa in Lombardia” che ormai è un classico della canzone lombarda:

Quindi la canzone di Pier Paolo Pasolini “Macrì Teresa detta pazzia”:

E i testi delle due canzoni:

Quella cosa in Lombardia

Sia ben chiaro che non penso alla casetta
due locali più servizi
tante rate, pochi vizi
che verrà, quando verrà.
Penso invece a questo nostro
pomeriggio di domenica,
di famiglie cadenti come foglie,
di figlie senza voglie,
di voglie senza sbagli,
di millecento ferme sulla via
con i vetri appannati
di bugie e di fiati 
lungo i fossati
della periferia.

Caro, dove si andrà
Diciamo così, a fare all'amore
Non ho detto "andiamo a passeggiare"
E nemmeno a scambiarci qualche bacio
Caro, dove si andrà
Diciamo così, a fare all'amore
Dico proprio quella cosa che tu sai
E che a te piace credo quanto a me
Vanno a coppie i nostri simili quest'oggi
Nelle strade per l'odore di penosi alberghi a ore
Anche ciò, anche ciò si chiama amore
Certo, certo è amore tutta quella fretta, fibbie, lacci e brividi
Nella nebbia gelata tra l'erbetta
Un occhio alla lambretta
L'orecchio a quei rintocchi
Che suonano da un borgo la novena
E una radio lontana
Dà alle nostre due vite i risultati delle ultime partite
Cara, dove si andrà
Diciamo così, a fare all'amore
Non ho detto "andiamo a passeggiare"
E nemmeno a scambiarci qualche bacio
Cara, dove si andrà
Diciamo così, a fare all'amore
Dico proprio quella cosa che tu sai
E che a te piace credo quanto a me

Vanno a coppie i nostri simili quest'oggi
Nelle strade per l'odore di penosi alberghi a ore
Anche ciò, anche ciò si chiama amore
Certo, certo è amore tutta quella fretta, fibbie, lacci e brividi
Nella nebbia gelata tra l'erbetta
Un occhio alla lambretta
L'orecchio a quei rintocchi
Che suonano da un borgo la novena
E una radio lontana
Dà alle nostre due vite i risultati delle ultime partite
Caro, dove si andrà
Diciamo così, a fare all'amore?
Lo sai bene che io non sogno
Questo mondo di noi due non ha bisogno
Caro, dove si andrà
Diciamo così, a fare all'amore?
Se volere bene è sempre più difficile, amore mio
Non dar la colpa a me

Franco Fortini su musica di Fiorenzo Carpi


Macrì Teresa detta pazzia

Macrì Teresa detta pazzia
Fu Nazareno Annamè
Abito a via der Mandrione
Alla baracca ventitré
Ci ho diciott'anni
Embè, è così
Che voj da me?

Me do alla vita
Da più de n'anno
Che altro ancora voj sapé?
So' disgraziata
Ma ci ho un ragazzo
Che sa che sarvo ognuno pare un re
Je passo er grano
Embè, è così
Che voj da me?

Sì, lo vesto da testa ai piedi
La rasta, i bighi, la capezza
Er busciardello d'oro

Me s'è allumata che ero ciumaca
Mentre che stavo a lavorà
Lui è danzone e me portava
Sulla Gilera a danzà
Tutto pastoso
Embè, è così
Che ce voj fa?

Pe' più de n'anno tutta moina:
"Io me te sposo" e qua e là
Poi è venuto per me er momento
Pe' ripiegamme a camminà
A Caracalla
Embè, è così
Che ce voj fa?

E mo' che te sei messo n'testa?
N'à faccio 'sta cantata de core
Nun ce so' n'infamona!
o so de vita, sor commissario
Ormai so' fatta, eccallà
Un giorno o l'altro ce lo sapevo
Che me toccava annà a prova le mantellate
Aò! Pe' me a tremà nun sta!

Solo me rode se me chiudete
Che s'arritrova senza argent
Ma a ogni modo per quarche tempo
Con l'oro mio camperà senza fa' buffi
Aò! Pe' me a tremà nun sta!

None! None! Nun lo dico er nome!
Er nome suo nun lo ricordo
Se chiama amore e basta!

Pier Paolo Pasolini su musica di Piero Umiliani

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