Marina Minet, Pianure d’obbedienza

                          Il faro della notte è il silenzio 

                           e immersa vi rinasco alla preghiera



Se mai c’è stato

Incontro

Se mai c’è stato un giorno in cui non mi eri accanto
Signore, io non lo ricordo
Vi erano stanze allora, arse come grembi nei deserti
e giare di lacrime arginate come albe di novembre
quando il giorno tarda ad affacciare

L’inverno cadeva per sentenza
gelandosi al vissuto sotto i marmi
e scialli capovolti vestivano le sedie per i lutti
sbiadendosi al saluto
in calca fra i bisbigli in processione

Io non lo ricordo quando tu non c’eri
e se lo ricordo mi aggrappo a un rifiuto
a un verbo senza frutto, d’amara mietitura
e ai torti che reclamano le strade da padroni
scavandole d’orgoglio e di altre morti

Il tempo si fermava, presagio in un binario
le porte chiuse offese, l’impazienza
e il varco d’ogni fronte strappava un passo in meno
davanti al volto cieco della meta
estranea a quella grazia mai fuggente

Se è vero che la Croce racchiude il tuo segreto
accordami un frammento che dia sopportazione
e lasciami così, senza conforto, incerta nella luce
e vigile alle tenebre pungenti
finché questa memoria mi abbandoni

*

Parole

È il corpo che incarna il sacrificio

Sono solo parole le mie
Mancano i gradini freddi delle scale
salite insieme agli ultimi
la pelle che incarnano a santuario
baciata dalla polvere per troppa povertà

Mancano le tarme della croce
le brocche vuote di fronte ai davanzali
di chi non ha che te eppure aspetta
stringendo il rosario all’orizzonte

Se potesse bastare una preghiera
detta piano sulla soglia di un altare
Padre, la griderei con gioia
rubandola alle lacrime

*

Noli Me Tollere*

Piccola lode

Nessuno la tocchi
lei è la carne del Signore
il grembo che ha atteso la parola
il sangue, la fronte, i palmi
sfiniti sulla croce

Nessuno la sposti
chiamatela per nome nell’urgenza
quando la penombra preme gli occhi
e l’ultimo saluto non conforta

Nessuno la tocchi
nessuno ne dimentichi il rifugio
lei è l’arco del principio
la lode del sigillo e l’ubbidienza
che schiuse le sue labbra per il latte

Nessuno la sposti, per favore
è lei la spiga del martirio
paniere madre e sposa
la culla del perdono
le braccia che hanno custodito
il giorno senza sera

*La Vergine Noli Me Tollere, apparve a Sorso in Sardegna nel 1208 a un  povero muto. Nel mese di maggio si percorre il cammino che conduce alla piccola  chiesa in campagna a lei dedicata. Sulla pietra esterna spunta ben visibile l’impronta di un piccolo piede.

Marina Minet, da Pianure d’obbedienza, Macabor 2023

Marina Minet nasce a Sorso in Sardegna, ha vissuto otto anni in Basilicata e attualmente vive ad Ariccia. Ha pubblicato le seguenti monografie poetiche: “Le frontiere dell’anima” (Liberodiscrivere® edizioni, 2006), “Il pasto di legno” (Poetilandia, 2009), l’ e-book “So di mio padre, me” (Clepsydra Edizioni, 2010), “Onorano il castigo” (Associazione Culturale LucaniArt, 2012), il racconto breve “Lo stile di Van Van Gogh” (Associazione Culturale LucaniArt, 2014), le sillogi poetiche “Delle madri” (Edizioni L’Arca Felice, 2015), “Scritti d’inverno” (a cura del premio Città di Taranto, 2017), “Pianure d’obbedienza” (Macabor, 2023).

Fra le pubblicazioni ricordiamo la partecipazione a numerosi romanzi collettivi al femminile.  Il racconto-poema “Metamorfosi nascoste” è apparso nell’antologia “Unanimemente” a cura di Gabriella Gianfelici e Loretta Sebastianelli (Ed. Zona 2011). Le sue poesie hanno ricevuto numerosi premi a livello regionale e nazionale. Collabora al Magazine LucaniArt e da anni si occupa di divulgare la sua passione per la poesia, attraverso l’ideazione e la realizzazione di interessanti “video poetry” che è possibile visionare sul suo canale You tube.

Sito Web: https://marinaminepoesie.wordpress.com/


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