Mattia Cattaneo, La neve impressa. Nota di lettura Franca Alaimo

La neve impressa” di Mattia Cattaneo, Architetti delle parole edizioni 2024

Già a partire dal titolo, “La neve impressa”, è riconoscibile l’elemento simbolico-figurativo che caratterizza la composizione dei versi di questa silloge, dedicata da Mattia Cattaneo alla madre (il tu a cui dice: “mi hai preparato a scrivere di te“): il biancore della neve/foglio su cui rimangono impressi i segni di un passaggio (l’esistenza terrena di lei), così come le parole del figlio che la rammemora. E, mentre la sua luce abbagliante è un’epifania di purezza e di silenzio, il suo gelo veicola la desolazione della scomparsa.

Queste tessiture iconico-immaginative creano una poesia vibrante ed echeggiante in cui i moti del cuore s’intrecciano con i numerosi frammenti memoriali, tracciando continue oscillazioni tra dati temporali e atemporali. La parola poetica diventa, dunque, un necessario attraversamento del dolore e del vuoto per il raggiungimento di una nuova dimensione meta-fisica: “vocazione di trovare l’ azzurro anche/ nelle palpebre chiuse“.

Il corpo della madre, diventata ormai “una nuvola di zucchero“, “distesa su petali di sambuco“, fa venire in mente la figura di Bella che fluttua con Chagall sul cielo notturno di una tela, irradiando una tale luminosa leggerezza da fare sgorgare sulle labbra “una canzone d’amore“.

È l’approdo ad un fecondo dialogo fra cielo e terra, che chiude, di fatto, la silloge. Il poeta figlio dice: “Se mi volto a guardare il tempo, mamma, mi accorgo che tutto è stato rimediato“. E la madre: “Vedi, qui non c’è una porta d’inizio e di fine (…) pensa a un prato bianco dove si riposa la stanchezza del mondo“.

Franca Alaimo

***

LA NEVE IMPRESSA

 

Ho le mani
che non possono toccarti
fogli arrotolati
nella cartella clinica
resto
analfabeta
perché mi sta dissanguando
questa tua tristezza

anamnesi chiara
conduce ad un chiodo arrugginito
eppure il profumo di ginestra
riempie
la mia scatola cranica.

*

Le case attendono
il mio sguardo lungo la via
schiere di siepi separano i respiri

tutto tace
ma il varco è aperto
in alto un luogo di sole
dentro ad una terra sconsolata

questa pioggia
è un liquido in sovrappeso
inibito
stretto fra i denti
mentre aspettavo il tuo ritorno.

*

Scorre liquido
flebo vitale
non c’è voce
nel silenzio

malinconia
che pulisce la pelle
germoglia ancora un po’
il tuo sorriso dal fondo del corridoio.

***

Mattia Cattaneo

Mattia Cattaneo nato a Trescore Balneario (BG) il 31 luglio 1988, abita a San Paolo d’Argon (BG) ed è laureato in Scienze della comunicazione. Adora la montagna e la natura. Lavora come assistente educatore presso una cooperativa. Dal 2019 è cofondatore dell’associazione culturale “Architetti delle Parole” con Carlo Arrigoni portando in scena numerose letture sceniche.

Ha pubblicato alcuni libri di poesia, nel 2019 “Sarò Notte o forse inverno” (Self), nel 2021 “Partirue di pelle” (Architetti delle Parole)  e i romanzi “E le stelle brillano ancora” (Self, 2018), “Dove sento il cuore” (Self, 2019), “Tra le onde dei ricordi” (Architetti delle Parole, 2022) . Gestisce il gruppo FB “Circolare Poesia” atto a diffondere la poesia.


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