Louise Glück: “Mock Orange” (Luisa Zambrotta)

La poetessa statunitense Louise Glück (1943-2023) ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura nel 2020 “per la sua inconfondibile voce poetica che, con austera bellezza, rende universale l’esistenza individuale”.

Ecco una delle sue poesie più celebri, spesso interpretata come un inno femminista: “Mock Orange”, tratta dalla raccolta “The Triumph of Achille/Il trionfo di Achille” (1985).

Il titolo fa riferimento a un arbusto deciduo originario dell’Europa meridionale, noto in Italia come “gelsomino della Madonna” o “fior d’angelo”, per via dei suoi fiori bianchi. È chiamato anche “falso arancio”, poiché il suo intenso profumo ricorda quello delle zagare, pur non appartenendo alla stessa specie.

Nella poesia, l’aggettivo “mock”, che significa “falso”, “finto” e anche “derisorio”, assume un significato più profondo: richiama la sensazione di un mondo ingannevole con cui l’individuo è costretto a confrontarsi. Per Glück, in particolare, il mondo sembra prendersi gioco di lei e della sua esistenza.

Mock Orange

It is not the moon, I tell you.
It is these flowers
lighting the yard.

I hate them.
I hate them as I hate sex,
the man’s mouth
sealing my mouth, the man’s
paralyzing body—

and the cry that always escapes,
the low, humiliating
premise of union—

In my mind tonight
I hear the question and pursuing answer
fused in one sound
that mounts and mounts and then
is split into the old selves,
the tired antagonisms. Do you see?
We were made fools of.
And the scent of mock orange
drifts through the window.

How can I rest?
How can I be content
when there is still
that odor in the world?

Finto fior d’arancio

Non è la luna, credimi,
ma sono questi fiori
che illuminano il cortile.

Li odio.
Li odio come odio il sesso,
la bocca dell’uomo
che sigilla la mia, il suo
corpo che mi immobilizza –

e il grido che sfugge sempre,
la bassa, umiliante
premessa di unione –

Nella mia mente stanotte
sento la domanda e la risposta che ne segue
fuse in un unico suono
che monta e monta e poi
si divide nei due antichi sé,
gli stanchi antagonismi. Vedi?
Ci hanno preso in giro.
E il profumo del finto fior d’arancio
si insinua dalla finestra.

Come posso riposare?
Come posso essere appagata
quando c’è ancora
quell’odore nel mondo?

(trad L.Z.)

I fiori del “Mock Orange” simboleggiano l’inautenticità, poiché imitano i fiori d’arancio senza esserlo realmente, ma anche il potere, in quanto la loro luce è più intensa di quella della luna, capace di inondare il giardino con la sua luminosità.

Queste associazioni si estendono anche all’atto sessuale, che per la poetessa è segnato dal dominio maschile e dalla sopraffazione. L’esperienza del sesso non le porta nulla: né comunione, né unione spirituale, né rinascita, ma soltanto la “bassa, umiliante premessa di unione”. Come i fiori del “Mock Orange”, il desiderio si rivela ingannevole e non genera alcun frutto.

La sua ricerca di completezza e identità personale si scontra con i limiti imposti dal genere. Si rende conto di non poter trovare sé stessa nella sottomissione a un uomo, e prova disgusto all’idea che il suo essere possa essere ridotto alla sola fisicità.

Rifiutando la rassegnazione, esprime il desiderio di ribellarsi a un sistema sessuale maschilista, in cui uno domina e l’altra è trattata come un oggetto.
Nulla cambia, nemmeno dopo l’intimità: il legame era solo un’illusione, e per questo afferma: “Ci hanno preso in giro”.

Penso che nel finale il profumo dei fiori che entra dalla finestra diventi il simbolo del destino imposto alle donne, un destino che soffoca desideri e sogni, dettando i tratti che dovrebbero incarnare: gentilezza, premura, sottomissione.
Anche l’esperienza sessuale si rivela un’illusione, falsa come quei fiori seducenti che non daranno mai frutti.

Immagine: A mock orange plant (Philadelphus coronarius): flowering branch. Coloured lithograph by B. Chirat, c. 1850 (Wellcome Images)


19 risposte a "Louise Glück: “Mock Orange” (Luisa Zambrotta)"

    1. It’s an unforgettable scent for me too: it takes me back to my childhood.
      In my grandparents’ garden there were some mock orange shrubs, and I I used to go and smell them with great joy, and make bunches to give to my mother.💮💮💮

      "Mi piace"

  1. NON  PUOI  AMARE

    Non puoi amare solo con il cuore

    un po’ di testa la devi pur mettere:

    in che percentuale ignoro, amore,

    sul quantum nessuno può scommettere.

    So solo che ci vuole un po’ di testa,

    un poco di… r e s p o n s a b i l i t à,

    un leggero spirito d’inchiesta

    … di “sì, va bene, ma poi che sarà?”.

    E’ questo un dire da grillo parlante,

    lo so… da chi riduce il sentimento

    ad arido teorema e dell’istante

    di luce ignora tutto il rapimento,

    ma è pure da chi dall’inquietante

    “amore puro” ha tratto patimento.

    Ed era amore al cento per cento!

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a Dawn Pisturino Cancella risposta