< Anche oggi ti scriverò/ ritornando dal mondo/ sì guasto i miei versi… > è l’ incipit di uno dei testi poetici della silloge di Max Ponte: “Il mio paese è una stella”, e che la determina come una sorta di controcanto al tramestio e alle stonature delle vite affannate della maggior parte degli uomini che hanno perduto la lentezza del fare e la gioia di osservare, che vivono in città di cemento e non conoscono più la magia della natura. Il poeta canta il suo paese Villanova D’Asti con una freschezza stilistica (che ricorda il grande Rodari e il ritmo delle filastrocche) come un luogo fiabesco, in cui ogni cosa sembra una piccola magia: o in cui gli aerei di una giostra salgono in cielo per mangiare .
Villanova D’Asti è il luogo dell’ infanzia, in cui ogni angolo, ogni edificio, ogni giardino resuscita una folta memoria di ricordi: la scuola, i giochi nelle strade, i profumi, la casa del nonno che dava da mangiare ai canarini, , i savoiardi, e gli alberi dei cachi che in autunno si caricavano di grandi frutti di .
Ma sarebbe troppo banale dire che l’ autore gioca a nascondino con la realtà. Ha deciso piuttosto, nell’ offrire una via di fuga a sé stesso e ai suoi lettori, di mettere al centro dell’ attenzione il dettaglio, le cose più semplici, il quotidiano in polemica, assai probabilmente, con i contenuti del linguaggio mass-mediale. A favore di una amorosa ricostruzione di tutto ciò che viene ogni giorno dimenticato: la purezza, l’ umiltà, la grazia, la gioia e, insomma, tutto il bene e il buono che esistono ancora in quelli che vengono considerati i territori marginali del nostro paese. Tutto viene raccontato da Max Ponte con un linguaggio trasparente e musicale che assomiglia ad una cantilena che asseconda i battiti del cuore.
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Partiamo per i campi di girasoli
Partiamo per i campi di girasoli
Troveremo lì nuovi lavori ci faremo
Collane di semi e olii per le nostre
Notti e le insalate dei nostri pensieri
Sarà come se ci fossimo sposati ieri
Tu con un’acconciatura di fiori e frutta
Io con una cravatta di corteccia
Partiamo per i campi di girasoli
Spuntati da terra come orologi
Sarà il tempo del giallo rotante
E dei liquidati minuti in bottiglie
Di vetro verde da vendere al
Mercato del giovedì mentre la
Radio trasmette bollettini
Da città caucasiche partiamo per
I campi di girasole con panieri
E borse in vimini intrecciate due
Teli di lino due verdure saltate
***
Mio nonno aveva 18 anni
Mio nonno aveva 18 anni
quando l’Italia entrò in guerra
alla festa di leva fumava
con un orsetto al braccio
aveva l’orologio il foulard
un cappello una coccarda
lo sguardo pulito e strafottente
il candore l’astuzia la tenacia
dei contadini, forse un
coltello in tasca
***
Tutte le poesie imparano a tramontare
Tutte le poesie
all’imbrunire son fatte
della bruma delle colline
finiscono davanti al mulino
del casale con fumi rossastri
sul crinale, è il gran cinema
dell’albero e del pilone
la discesa nei fondali
della foresta che estende
le radici sui fossili dove
c’era il mare, tutte
le poesie all’imbrunire
aspettano i bambini
davanti alle scuole
hanno la forma delle
foglie e imparano
a tramontare
***
Max Ponte è nato ad Asti nel 1977, poeta, narratore, ricercatore e attivista culturale, ha studiato a Torino dove si è laureato in filosofia e a Parigi dove ha ottenuto un Master Recherche in letteratura. Ha pubblicato poesie e racconti in antologie, riviste e raccolte collettive. Le sue liriche sono state tradotte in francese, spagnolo e rumeno. La prima raccolta poetica di Max Ponte si intitola “Eyeliner” (Bastogi, 2010), un testo di ricerca che incontra l’interesse di Arrigo Lora Totino. La seconda silloge, “56 poesie d’amore”, viene pubblicata nel 2016, e ottiene una menzione d’onore al Premio Montano. Nel 2018 Max Ponte porta in scena al Teatro Baretti di Torino lo spettacolo “Poesie d’amore con il sitar” con il musicista Riccardo Di Gianni. Nel 2019 cura con Andrea Laiolo la riedizione dell’opera alfieriana “La virtù sconosciuta” (Paginauno). Nel 2020 pubblica la raccolta poetica “Ad ogni naufragio sarò con te” (La strada per Babilonia) con una nota del poeta e critico Luigi Cannillo. Nel 2023 Federico Sirianni mette in musica una poesia di Max Ponte dal titolo “La promessa della felicità”, il brano viene presentato al Premio Tenco (in onda su Rai1) e diventa un singolo del cantautore genovese. Nel 2024 Max Ponte pubblica l’ultima raccolta poetica dal titolo “Il mio paese è una stella” (Letteratura Alternativa), un libro dedicato alla terra natìa, con una nota della professoressa Delia Cortese. Alfredo Rienzi lo ha incluso nella raccolta “Poesia a Torino – Cent’anni e quaranta volti” (puntoacapo, 2024). Max Ponte è anche autore di racconti, nel 2025 pubblica un brano in “La stessa cosa del sangue. Racconti con la resistenza” (DeriveApprodi), una raccolta a cura di Sergio Sichenze.
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