VESPERS
Once I believed in you; I planted a fig tree.
Here, in Vermont, country
of no summer. It was a test: if the tree lived,
it would mean you existed.
By this logic, you do not exist. Or you exist
exclusively in warmer climates,
in fervent Sicily and Mexico and California,
where are grown the unimaginable
apricot and fragile peach. Perhaps
they see your face in Sicily; here we barely see
the hem of your garment. I have to discipline myself
to share with John and Noah the tomato crop.
If there is justice in some other world, those
like myself, whom nature forces
into lives of abstinence, should get
the lion’s share of all things, all
objects of hunger, greed being
praise of you. And no one praises
more intensely than I, with more
painfully checked desire, or more deserves
to sit at your right hand, if it exists, partaking
of the perishable, the immortal fig,
which does not travel.
*
VESPRI
Una volta credevo in te; piantai un fico.
qui, in Vermont, terra
priva d’estate. Era una prova: se l’albero fosse sopravvissuto
allora tu saresti esistito.
Secondo questa logica, tu non esisti. O esisti
soltanto in climi più caldi,
nella fervida Sicilia, in Messico e in California,
dove crescono l’inimmaginabile
albicocca e la fragile pesca. Forse
laggiù, in Sicilia, scorgono il tuo volto; qui intravediamo appena
l’orlo della tua veste. Devo impormi
di spartire con John e Noah il raccolto di pomodori.
Se c’è giustizia in qualche altro mondo, chi
come me, la natura condanna
a vite di astinenza, dovrebbe ricevere
la parte più ricca di ogni cosa, di ogni
oggetto di brama, essendo l’ avidità
una lode per te. E nessuno ti loda
più intensamente di me, con desiderio
più dolorosamente represso, né merita più
di sedere alla tua destra, se esiste, partecipando
al deperibile e al fico immortale,
che non viaggia.
(Trad: L.Z.)
*
Louise Glück in “Vespers [‘Once I believed in you…’] – Vespri [‘Una volta credevo in te…’]”, usa il concetto del fico che muore . piantato, in modo improbabile, in Vermont, come sostituto sia dell’amato (divinità o ideale trascendente) sia della speranza stessa della poetessa. Il poema si apre in medias res con:
“Una volta credevo in te; piantai un fico.
qui, in Vermont, terra
priva d’estate.”
Quel lapidario “terra priva d’estate” smantella ogni fantasia edenica: il Vermont diventa un terreno sacro di prova. Se l’albero muore, l’“interlocutore” non è presente (o non ha potere) in questi luoghi.
Glück complica la geografia dalla poesia contrapponendo l’austerità del Vermont ai climi “fervidi” di Sicilia, Messico e California, terre che producono “l’inimmaginabile albicocca e la fragile pesca”. In Sicilia “scorgono il tuo volto”, mentre in Vermont “intravediamo appena l’orlo della tua veste”. Questo passaggio da volto a orlo drammatizza quanto la vicinanza al favore trasformi la percezione del sacro: piena epifania nei climi caldi, solo una vaga traccia a casa.
Nela terza strofa, nominare John e Noah, il marito e il figlio della Glück, radica questa prova spirituale nella vita quotidiana. Chi parla deve imporsi di spartire con John e Noah “il raccolto di pomodori”. Questo rituale domestico diventa una sorta di vespro del desiderio, in cui l’amore materno e l’umiltà del giardiniere sostituiscono l’austerità monastica.
La strofa finale si innalza a un tono quasi sacerdotale:
“Se c’è giustizia in qualche altro mondo, chi
come me, la natura condanna
a vite di astinenza, dovrebbe ricevere
la parte più ricca di ogni cosa ….
… partecipando
al deperibile e al fico immortale,
che non viaggia.”
Qui la poetessa invoca l’equità cosmica: chi è privato in questo mondo merita una ricompensa superiore nell’altro. Il “fico immortale”, frutto della grazia perfetta, non si muove, non viaggia mai, a differenza della sua controparte deperibile. Il contrasto deperibile–immortale cristallizza la tensione centrale della poesia: il desiderio umano che si scontra con un universo indifferente.
Intrecciando fili personali, geografici e teologici, la Glück offre uno studio pacato ma potente della fede non confermata dalla natura. La sua precisione d’immagine, dall’“orlo della tua veste” al “fico immortale”, rende questo testo austero e profondamente suggestivo.
Infine, intitolando la poesia “Vespers/Vespri”, una preghiera vespertina di ringraziamento e protezione, Louise Glück crea un’aspettativa di consolazione. Eppure la sua riflessione sovverte questa promessa supplicatoria, lasciandoci nella penombra tra speranza e assenza.
*
“L’Angelus (L’Angélus)” è un dipinto a olio su tela di Jean-François Millet, realizzato nel 1858-1859 e conservato nel Museo d’Orsay di Parigi.
«Angelus» (per esteso Angelus Domini) è il nome dato al suono delle campane che, tre volte al giorno (alba, mezzogiorno e tramonto), invitano i fedeli a recitare un’orazione in ricordo del mistero dell’Incarnazione, quando l’angelo Gabriele annunciò a Maria la sua maternità divina.
L’opera raffigura una coppia di contadini che hanno interrotto per un attimo la raccolta delle patate e si sono raccolti silenziosamente in preghiera al suono delle campane della chiesa appena accennata sullo sfondo.
Salvador Dalí fu ossessionato dal dipinto, una copia del quale era appesa su una parete del corridoio della sua scuola elementare. La considerava inquietante ed enigmatica, e sostenne che l’opera non raffigurasse affatto un momento di preghiera serale, bensì la veglia sulla bara di un bambino nascosta ai piedi dei due contadini in preghiera.
E nel 1963 ne ottenne un’analisi radiografica da cui emerse la presenza di parallelepipedo più volte ricoperto dal colore, che effettivamente somiglia alla bara di un piccolo defunto. Tuttavia la sua idea fu sempre meno accettata fino ad essere considerata soltanto il frutto della sua fervida immaginazione.

Incredibile … non conoscevo questa teoria della piccola bara.
Leggerti è sempre un grande arricchimento, oltre che un piacere.
GRAZIE Luisa!
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Grazie a te per aver apprezzato, Claudia carissima 🙏
Buon pomeriggio
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❤
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Reading your work is always such a valuable and enjoyable experience.
Thank you so much, Louisa!
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Thank you so much for your kind words!
I’m truly delighted to know you enjoyed this post
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Lovely!
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I am glad you enjoyed this post!
Thank you so much for your kind appreciation
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Hermoso. Gran poeta.
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Molte grazie 🙏💙🙏
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Je me rends compte que je ne vois pas tous tes articles sur mon lecteur chère Luisa…
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Je pense que c’est parce que ces articles sont publiés sur NEOBAR (auquel tu n’es peut-être pas abonnée) avant que je les republie sur mon blog avec la traduction anglaise.
J’espère sincèrement que c’est la seule raison pour laquelle tu ne les vois pas et que tu n’as aucun problème avec mon blog !
Je t’embrasse, chère Barbara.
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Mais comment je m’abonne alors?
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Le bouton « s’abonner » n’apparaît pas en bas à droite ?
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J’en ai trouvé un “s’abonner par mail”…
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Est-ce la seule option ?
Le problème vient-il de mon blog aussi ou seulement de Neobar ? Dans ce dernier cas, tout ce que je publie ici est ensuite reblogué sur mon blog.💙
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Me suis inscrite par mail!
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Merci, ma chère Barbara 😘
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😘😘
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Moi aussi je t’embrasse cara Luisa
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🙏💞🙏
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