Rosaria Di Donato, Scrigno. Nota di Maria Lenti

Giorni di versi

Ultima raccolta di Rosaria Di Donato, Scrigno, Prefazione di Lucianna Argentino. Postfazione di Marzia Alunni, Amazon, 2025, è un libro composito: versi e fotografie

Fotografie di serena visione e intendimento. Versi stilisticamente diversi: liberi, come già nelle precedenti pubblicazioni, haiku, versi in spagnolo, versi in dialetto romanesco. 

Una rosa, anzi uno scrigno, da cui esce una poesia di amore per la vita e di memoria, di indignazione (detta con levità) per l’oscurità storica del mondo attuale, di libertà nel tenere cari al cuore sentimenti di solidarietà e di affetti, nonché inflessioni intenerite verso le creature della terra. 

C’è nella poesia di Rosaria Di Donato la chiarezza dello stile da cui deriva la chiarezza del canto, l’anelito al meglio dell’intorno richiamando una naturale bontà in parte innata nell’essere umano in parte raggiunta con la scrematura del vissuto. E c’è il desiderio profondo (“ci sono strade per andare lontano”, p. 50) che la poesia possa lenire il dolore e, contemporaneamente, svelare, per farlo sparire, il male che apre e intensifica il dolore. 

Urbino, 16 ottobre 2025

Maria Lenti

Bacche di Corbezzolo (Arbutus unedo)
Fotografia: Nino Di Pomponio

la sorte


siamo noi la sorte
scommessa di vita
sogno che si avvera
speranza dell’oggi
promessa del domani

(nonno Michele osserva i coniglietti appena nati)
 Fotografia: Nino Di Pomponio
contagio


manca il contatto
e mi uccide
il distanziamento
imposto dal virus
nei gesti traspare
un fremito
ancora vivo
lo sguardo

in quale selva
perdersi
e ricominciare
a sognare

è scrigno
la natura

Chiocciola su fiore di lupinella comune (Onobrychis viciifolia)
 Fotografia: Nino di Pomponio
tenacia


non lascerò
morire un sogno
anche se il tempo
ruba spazio
ai giorni attenderò
sera per coltivarlo

con fine pennello
sfumerò i colori
finché l’uno nell’altro
si fondano
in brillii d’azzurro


2 risposte a "Rosaria Di Donato, Scrigno. Nota di Maria Lenti"

  1. mi ha colpito in particolare l’inizio di “contagio” nelle parole di Rosaria Di Donato.

    il ribaltamento di prospettiva (“mi uccidenon il virus, bensì il distanziamento) rimarca l’umano bisogno del tatto come strumento primordiale (e dunque *fondante*) di interazione sociale e comunicazione affettiva.

    il contatto (umano), come dice la parola, è essenzialmente contattile.

    : )

    per questo anche internet ci uccide.

    : (

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a malos mannaja Cancella risposta