![brown-pig[1]](https://i0.wp.com/neobar.net/wp-content/uploads/2010/05/brown-pig1.jpg)
“Niente va buttato” e appare un culo, la merda si trasforma in merce…
-Malos: è la potenza del neuromarketing… ma drammatico non è tanto il fatto che la merda sia una merce (la merda è anche concime: senza letame non si coltiva nulla), quanto che l’oggetto del commercio da strumento, zitto zitto, muti in *fine*. così, alla *fine*, troviamo a tavola nel piatto non i pomodori, ma una manciata di stallatico. riusciamo a cogliere la *fine* differenza? mmmmh… però… che buon sapore hanno questi popò-modori! :))
Un operaio muore in scena ma lo spettacolo va avanti, il sindacato sparisce oltre le quinte…
–Malos:il sindacato? non esiste più IL sindacato, esistono I sindacati, ognuno chiamato a rappresentare interessi sempre più *particolari*. il liberismo confederale coronerà con successo il suo fallimento quando avremo un diverso sindacato per ogni singolo lavoratore. mmmm… eppoi, che diamine, il sindacato deve difendere *tutti* i diritti dei lavoratori, compreso quello di poter morire liberamente sul lavoro. questo dovrebbe forse rovinarci lo spettacolo? questo *è* lo spettacolo. speriamo soltanto che il buon dioscount ci faccia la grazia che il libero de-cesso sia sempre pieno di merce!!!
Malos: no. anche se non è da escludersi però che il viagra, oltre a curare i deficit dell’erezione, abbia dato un grosso impulso proprio alle teste di cazzo. comunque il viagra è solo uno strumento (quindi né bene né male in sé): l’imbarbarimento è dovuto all’ignoranza. e qui lasciami dare i numeri, visto che son pazzo: in italia l’analfabetismo *funzionale* (definito dall’unesco come incapacità di un individuo
di usare lettura, scrittura e calcolo in ambito quotidiano) colpisce il 37% della popolazione (20 milioni di italiani!!). link: http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_06/focus_analfabeti_muglia_dbb092f4-7bdc-11dd-811a-00144f02aabc.shtml
-Malos:- poesia in che stato versi?
– in versi liberismi 🙂
epperò dovresti chiedere a una persona informata sui fatti. io non sono un poeta.
grande poesia non riscuotibile.
Malos: è un flusso biunivoco: hai presente il vecchio adagio “la realtà supera la fantasia”? ecco: la realtà supera il reality, ma il reality non ci sta per cui rilancia e esagera. così, di rimando, pure la realtà è costretta a strafare. dunque, si arriva al dato stupefacente d’una realtà *strafatta* che vaga per i giardini pubblici chiedendo venti centesimi ai passanti virtuali.
-Lapo:- Cara, è il secondo pollo che bruci, guarda che sei in nomination!- Sono d’accordo con Camus, il mito che più si adatta alla condizione umana è quello di Sisifo. Portare il masso pesantissimo sino alla cima della montagna e appena posato quello ritorna a valle. E continuiamo così, ogni giorno. Non sembra una sfiancante prova da reality , di quelle che alla fine sono tutti sudati e senza fiato?
“Ecco ragazzi, ricostituitevi nell´anima e nel corpo, crescete acquiescenti ed acquirenti, educatevi fin da piccoli alla cul in aria, così che il *gran bazar* della vita possa, con genuinità solo *supposta*, offrirvi proposte sempre adeguate, alla carta… di credito!” E´ stato sempre così o mai come in questo momento?
–Malos: beh, mai come in questo momento. epperò, ribadisco rigato (tipo un vinile che salta): il mercato globale non è il problema. il mercato globale è solo uno scaffale traboccante di strumenti sempre più tecnologici e allettanti. il problema nasce dalla mancanza di cultura. e più l’offerta è grande ed insistente, più l’ignoranza ci rende vulnerabili. cioè buoni acquirenti. così il cerchio si chiude.
–Lapo: Mai come in questo momento i bambini hanno acquisito diritti. La tutela è proporzionale all’individuazione dell’infante come soggetto economico. Sono già integrati sin dalla nascita, verranno fuori dalla matrice indossando capi già firmati e le loro manine paffutelle sapranno immediatamente firmare. Sto parlando dei bambini occidentali, evidentemente. Di quelli del Terzo e Quarto Mondo a nessuno frega niente. Possono morire. Da loro mi attendo ferro e fuoco, la Rivoluzione, l’Apocalisse, come i pupi ammorbati e reclusi di “drammaiale”.
Aleggia Dante e Ghino di Tacco…
-Malos: dante se non sbaglio è quell’autore che ha scritto alcuni testi per benigni. è bravo, ma o si fa una plastica al naso o non sfonderà mai. ghino di tacco era lo pseudonimo con cui craxi firmava i suoi corsivi sull’avanti: me l’ha svelato lui personalmente mentre ero anch’io a radicofani, l’estate scorsa.
Lapo: – Aleggiano, aleggiano…Padre Dante scoreggiante/ ne fa una ne fa tante…Ghino di Tacco era lo pseudonimo con cui Bettino Craxi firmava i suoi sedicenti articoli. Non si prendono a sassate i veri banditi, ma i potenti detronizzati. Il popolo senza peccato che scagliò le pietre contro il leader socialista, consegnò poi il Paese nelle mani del suo grande amico Berlusconi. Nei miei luoghi di origine – il Basso Piemonte – il ghino è il porco. Per un leghista alessandrino Ghino di Tacco potrebbe dunque essere un porco terrone. Siamo in pieno ‘drammaiale’.
-Malos: che facciano pure. a me ‘ste cose delle vie e dei parchi fanno piuttosto ridere: i veri problemi sono ben altri.
nell’aria progettata e disegnata da Malevic.
Com´è nata l´idea di questo lavoro a quattro mani?
-Malos: sapevo che lapo-paolo aveva lavorato nel teatro. e leggendo qua e là nel suo sito “ormembar” ho avuto la sensazione che fosse una persona in gamba (sensazione poi rivelatasi del tutto infondata:))). così ho gridato forte al mondo *si-può-fa-reee* (tipo gene wilder in frankenstein jr di mel brooks) e lapo-paolo deve avermi sentito. così abbiamo subito iniziato a collaborare buttando giù (dalla finestra) le idee migliori. il peggio, invece, è finito tutto dentro al drammaiale.
Quanto ci può salvare un “drammaiale”?
-Malos: mah. direi pochissimo. sia per lo scarso potere salvifico in sé del maiale, che com’è noto è un animale impuro e fa salire il colesterolo,
sia per la difficoltà di trovare palcoscenici e lettori ancora vivi. epperò, chissà, non è mai detta l’ultima parola visto che “l’incomunicabilità muove il mondo” abbiamo dalla nostra un alleato molto forte… 🙂
-Lapo: Ai nostri tempi si possono e si devono scrivere opere di resistenza, anche se la battaglia è già persa. Il drammaiale è oltre la salvezza.Il panorama di macerie è già completo e l’angelus novus è già partito. Nonostante questo, forse per un’assurda abitudine, raccogliamo un mattone dal muro crollato e lo scagliamo contro il cielo.
![29xujiu[1]](https://i0.wp.com/neobar.net/wp-content/uploads/2010/05/29xujiu1.jpg)
Umberto Saba
solo quanto il suo istinto n’è affamato;
strilla come il bambino sculacciato,
se allontani da lui la sua lordura.
che per me, per un mio pensiero, è strazio:
che non si chieda perché lo vuol bello
di pinguedine, e il più pasciuto e sazio,
la massaia che scaccia il poverello;
ch’egli, come ogni vita, ignori a cosa
poi gioverà quando sarà perfetto.
ma io, se riguardando in lui mi metto,
io sento nelle sue carni il coltello,
sento quell’urlo, quella spaventosa
querela, quando al gruppo un cane abbaia,
e la massaia ride dalla soglia.
di piangere quel suo beato aspetto.
da Trieste e una donna (1910-1912)
*
Trilussa
ner vede un Porco amico annà ar macello,
sbottò in un pianto e disse. Addio, frate:
nun ce vedremo più, nun c’è riparo!
Bisogna esse filosofo, bisogna.
je disse er Porco via, nun fa’ lo scemo
ché forse un giorno se ritroveremo
in quarche mortadella de Bologna!
da Le favole, 1922
Il porco e il somaro Una mattina un povero Somaro, / vedendo un Porco amico andare al macello, / sbottò in un pianto e disse. Addio, fratello: / non ci vedremo più, non c’è rimedio! // Bisogna essere filosofo, bisogna. / gli disse il Porco via, non fare lo scemo / ché forse un giorno ci ritroveremo / in qualche mortadella di Bologna!
(Traduzione di Luigi Bonaffini)
*
Salvatore Toma
Il maiale
Il maiale
era lí che mi guardava.
Il macellaio
faceva finta di niente
e gli girava intorno indeciso
col coltello allucinato.
Voltai l’angolo
il maiale pareva
implorarmi a restare
posando alla catena
come un lupo in olfatto.
Cosí rimasto incantato
non sentí il coltello
forargli la gola
e non vide il sangue
colargli a dirotto.
Era tutto concentrato
a rivedermi apparire.
da Canzoniere della morte (1999)
Vincenzo Mastropirro
I porci ingannano
I porci ingannano,
il loro sguazzare nel fango
è sintomo d’amore
è la loro felicità.
Provate a tenerli puliti
e non si riconosceranno più.
Le bestiole si accoppiano
per la fragranza del medesimo fetore
per l’unto della loro merda.
Noi, gli umani avvertiamo il disagio
ci profumiamo distinguendoci
ma è solo questione di marche, di mercato.
Puzziamo, non ce ne accorgiamo ma è così
noi sì che maleodoriamo
non ci rendiamo conto
di quanto facciamo schifo.
L’amore tra i porci è sano e duraturo
l’altro sprofonda negli spot.
da NUDOSCENO Lietocolle (2007)
scusate e i porci con le-ali?
Ve li siete persi! Deve esere per forza così, per questo dite che la resistenza non porta da nessuna parte tranne che a una battaglia persa. ..E invece non ci credo: PERCHE’ NON CI VOGLIO CREDERE. Dunque mi prendo dfel porco la cosa più leggera: le setole, ne faccio pennelli per un fresco dipinto serreale,…cosa andate a pensare,sul tale e sul tizio che non vogliono collaborare. Un tempo,dopo la guerra (e questa cos’è da anni ormai?) c’erano le cooperative e cooperavano, non erano in concorrenza! Liberi era una parola chiara, che ti stava non solo nella testa, ma intera in tutto il corpo, persino se mangiavi polvere e polenta, che qui, dalle mie parti era come il maiale,non si buttava via niente del mais (coi scartossi se faseva el leto, coi scanarei se faseva i tapi, coe canne se scaldava el fogoear, e farina, che bona in do coeori,zaea e bianca, in mezo ai piati….NON SO SE VA BENE SCRITTO COSI’,MA SI CAPISCE IL GUSTO!)FERNI
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E’ incredibile, amici, la risonanza. Stavo giusto pensando a Porcile di Pasolini (ne avevo parlato con Abele) e alla sua attualità. La poesia di Mastropirro non può non richiamare la storia di Julian. Come dicono i greci? “Stessa faccia, stessa razza”.
PVita
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toccherà poi a porcile, Pasquale :)) visto che ci siamo, andiamo avanti con il maiale!
alla tua bella domanda, Ferni, lascio rispondere Malos e Lapo (per quanto mi riguarda sottoscrivo la risposta di Lapo, che sottolinea comunque l’impotanza del r-esistere)
buon primo maggio.
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se il maiale non fosse anche un pò tutti noi…
mangiamo e saremo mangiati.
possiamo sezionarlo
con_dirlo
a nostra volta con_dotti
che si abbiano parole o setole
l’importante è che siano utili
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Tante verità nella loro grande ironia.Porto via con me questo frammento(a parte le molotov): Ora funziona così:le proteste partono a livello di base e poi vengono veicolate dalla rete. I contestatori iniziano a conoscersi fra di loro ed in breve la sommossa si trasforma in un social network. Invece di ritrovarci per costruire le molotov, ci si scambia i numeri del telefonino e vai con la pizzata!..”e ditegli che nn è vero”!Belle anche le proposte poetiche.Quoto Mastropirro.Grazie Abele.Buon 1 Maggio;)
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Grazie Cristina e Vincenzo, buon primo maggio anche a voi!
a proposito, Vincenzo, non sto prendendo parte a nessuna manifestazione, il mio e’ un primo maggio “veicolato dalla rete” – ho comunque una giustificazione, qui in Inghilterra e’ un giorno come un altro…
ab
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Anche io Abele, è sento molto vicino tanti di voi.anche il mio è così”vissuto/veicolato” in/dalla rete. Quel frammento mi riporta altrove: alle tante iniziative che sfumano in “invita altri amici che già siamo migliaia” e che portano a poco o nulla.Preciso:ci sono anche quelle serie.Inghilterra?azz, un po’ ti invidio
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ottima questa intervista! e ovviamente ho letto, bevendole :), le risposte
che mi rivelano (come se ce ne fosse bisogno :)) quanto mi ritrovo pienamente con voi.
e bellissimo in toto anche questo post, ivi le poesie postate (eh, Abele! – grazie)
Per quanto riguarda il drammaiale
il gran suino come la grande Bestia :), nella fine rimane poca mistica, molto che si mastica (amaro).
una visione lapo-calittica, da malos che incombe
e cmq molto ben congegnato questo copione che alla fine fa acqua da tutte le parti 🙂
diluvia e i soliti che salgono sull’arca e il tutto finisce in niente (silenzio diluente)
mi hanno colpiti innumerevoli passaggi, ma davvero troppi da riportare, poi devo rileggerlo senz’altro, come dire…metabolizzarlo
(per adesso, ripeto, l’ho bevuto).
Trovo esemplare per es. il pezzo proprio successivo a quello messo da Abele in incipit alla presentazione dell’intervista:
“Essere mediante l’avere.
Wendy Ecasillabi: – Può esser la realtà sì tanto dura? / Che la finzion
sia vera fregatura?
Heidi SS: – Il pacco che vi è stato fatto è quello che sognate di vincere,
ogni sera dopo cena: l’abolizione delle regole, l’agognata scorciatoia
verso il raggiungimento di uno scopo… indotto.
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Tutti: – E se alla fine noi ci fossimo resi conto di ciò che sta accadendo?
Heidi SS: – Resta sempre l’arma segreta del potere: la paura come arma
di distrazione di massa.”
o anche questo:
“Pentitevi. Consumatori, mediocri-stiani che tanto vi
siete allontanati dagli insegnamenti del Signore, pentitevi. Troppo
spesso, la merce che viene propagandata è illusoria e mendace,
superficiale e abbagliante fino allo stordimento e rende schiavi, privi
di speranza e di gioia. Ma se accettiamo che la merce ci tocchi
intimamente, ci ferisca, ci apra gli occhi, se davvero amiamo col cuore
la merce allora riscopriamo il potere salvifico dell’acqua e
dell’acquisto!”
ma ripeto, sono due su tanti.
un abbraccio grande ad entrambi gli autori e ad Abele in primis-
ciao!
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ah cavoli, dimenticavo, buon Primo Maggio a tutti!
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La Poesia non versa allo Stato, quindi la poesia si estinguerà. Il versamento finale sarà però l’Eterno Silenzio. Un momento infinito di
grande poesia non riscuotibile. …VEDO che Abele, Malos e Lapo sono proprio intenzionati a resistere, a non mollare! anch’ io mi unisco all’elogio del maiale vero, quello rosa della fattoria, intendo, e grugnisco, invece, contro tutto il fango che ci sommerge!
Ho trascorso un 1° maggio sereno e auguro a tutti gli amici di Neobar una felice notte!
Rosaria
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Un abbraccio a Margherita ( “lapo-calittica, da malos che incombe” eh si’!;-) e Rosaria (viva il maiale, preparati ad altro… 🙂
felice notte e tanti auguri di buon compleanno (tra venti minuti) a Ferni (i meriti di Facebook :))
abele
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grandi!
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Ciao Mario (Yanez)!
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gran bel post, abele: saba, trilussa, toma e mastropirro mi son parsi provvidenziali nel risollevare il livello qualitativo del tutto, dopo il deliriofiume dei due pig-mei (lapo sostiene d’essere anch’egli molto basso…)…
:))
poi, ringrazio tutti (ma in particolare marghealla, il cui commento è lapoteosi dell’affetto).
e a proposido d’affetto… si dia il via alle danze, amici: salame “casalino” doc e lambrusco virtuali per tutti!
🙂
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Benissimo! Prosit!!
Io ho già pensato alla musica:
per quando siamo ancora sobri: http://www.youtube.com/watch?v=iNa551dR6Rc
e per dopo…: http://www.youtube.com/watch?v=OdeO8mGNiS0
:)) Grazie a te, a Lapo e a Vincenzo per i suoi versi molto in tema!
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e riguardavo il poco_cinghiale che sta sullo stemma della mia città, su un testo del ‘700 che rividi l’altra sera aleggia in una incisione stupenda, testo raro e ricercato il de vita (lo conservo gelosamente, un in-folio di arte tipografica direi eccezzionale) ma ha un profumo che esalta la “porchitudinecinghialesca”… chissà se pasolini prima di girare porcile (film di una intensità unica) abbia o meno sfogliato il de vita, mi piace pensare che lo abbia fatto…
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Caspita!!! (wow!!!)
ciau
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