“Ecco questo è il bello: fingere di vedere quando invece sappiamo ormai che la luce è andata via per sempre.”
Ciprì e Maresco
CINICO TV
di Daniele Ciprì e Franco Maresco
1989-1992, VOLUME PRIMO
Edizioni Cineteca di Bologna
Il Cinema Ritrovato
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CINICO TV
Il ritorno della serie più estrema e corrosiva, cupa ed esilarante, disfatta e disfattista, oltraggiosa e rigorosa della televisione italiana: il ritorno dell’indimenticata Cinico Tv. Le Edizioni Cineteca di Bologna ripropongono l’intera produzione cinica di Daniele Ciprì e Franco Maresco in due ‘volumi’: il primo dvd, in uscita il 31 marzo 2011, conterrà i filmati realizzati dal 1989 al 1992; il secondo, la cui uscita è prevista per la fine dell’anno, quelli realizzati dal 1993 al 1996. Quello di Ciprì e Maresco sull’Italia degli anni Novanta, decennio chiave di un mutamento culturale, è stato
uno sguardo “abissale” (Enrico Ghezzi), una lunga panoramica impassibile e feroce, capace di fare ridere in un modo disturbante e nuovo. La serie andò in onda su RaiTre, per essere poi fatta circolare in frammenti, negli anni successivi, da Fuori orario e Blob. Serie amata o detestata, capace di muovere accese repulsioni e altrettanto accesi dibattiti intellettuali: sul trash, sull’estetica del brutto, sul postmoderno, il poststorico, la fine dell’umano.
Palermo, Italia: un bianco e nero ricercato e carico di nubi confligge con i corpi sbracati, con lo squallore di un universo popolato da personaggi borderline, ovvero oltre ogni limite del visibile ordinario. Era il mondo storto del ciclista Francesco Tirone, del petomane Giuseppe Paviglianiti, del cantante fallito Giovanni Lo Giudice, delle ‘schifezze umane’ Carlo e Pietro Giordano, dell’afasico uomo in mutande Miranda, dell’occhialuto Giuseppe Filangeri…
Nel degrado urbano e umano, in questa terra desolata, in questa smozzicata e cacofonica conversazione in Sicilia, la comicità era il primo gesto critico: “Non urlo o risata fragorosa: urli muti, subito troncati, senza eco, e risate a freddo. Comicità minima e iperbolica” (Ghezzi).
Il dvd ripropone una selezione degli episodi più memorabili, alcuni dei quali inediti. Nei contenuti extra, inoltre, sono presenti diverse testimonianze di artisti e uomini di cultura che hanno fatto di Cinico TV il loro programma di culto, tra cui Piero Chiambretti e Bruno Voglino.
Contenuti libro
Nel libro: un’introduzione di Enrico Ghezzi, conversazioni con Daniele Ciprì e Franco Maresco, uno ‘storico’ testo di Alberto Farassino, interviste originali a Anna Manzo, Angelo Guglielmi e Goffredo Fofi, testimonianze di compagni di
strada di Cinico Tv (Giuseppe Lo Bianco, Marcello Benfante, Silio Bozzi, Mario Bellone), un contributo di Emiliano Morreale, antologia critica e dizionario dei personaggi.
Daniele Ciprì e Franco Maresco, palermitani, sono registi, sceneggiatori, montatori e direttori della fotografia. Dopo una prima collaborazione ai programmi Blob, Fuori orario e Avanzi, dal 1990 portano su RaiTre la serie Cinico Tv. Nel 1995 dirigono il loro primo lungometraggio per il cinema, Lo zio di Brooklyn, cui seguono Totò che visse due volte (1996), caso esemplare di scontro (vincente) con la censura, quindi Il ritorno di Cagliostro (2003) e Come inguaiammo il cinema italiano (2004).
CINICO TV
di Daniele Ciprì e Franco Maresco
1989-1992, VOLUME PRIMO
DVD + booklet (64 pp.)
Euro 19,90
Isbn 978-88-95862-36-1
Il ritorno del mitico programma di Raitre che ha rivoluzionato la televisione italiana
In vendita in libreria e on-line su: www.cinetecadibologna.it
Cinico TV “vedeva la luce” nel 1992 grazie a Blob, alla RAI TRE di Guglielmi. E’ passato tanto tempo da allora, e se guardiamo cosa propina la RAI ora, comici alla par condicio inclusi, il valore delle “strisce” di Ciprì e Maresco emerge ancora più nettamente. I due stravolsero lo stesso modo di fare e intendere la televisione, e l’omaggio della Cineteca di Bologna ne conferma l’importanza storica. Si tratta in effetti della stessa parodia della televisione del tempo, che continuava quella parabola discendente che porterà allo squallore e alla desolazione del presente. Ai corpi femminili dati come merce al pubblico di qualsiasi fascia oraria venivano contrapposti degli uomini in mutande, enormi, sdentati e con tic vari; ai programmi del “dolore”, della partecipazione stucchevole e di maniera venivano invece preferite storie surreali e spietate di vite vissute ai margini. Il tutto sotto un cielo, quello di Palermo, di nuvole che corrono veloci, di rovine e macerie che diventano un tutt’uno con quelle umane. Il parallelo che viene in mente è con l’impatto che ebbe Accattone di Pasolini nell’italia perbenista degli inizi degli anni Sessanta, di chi allora, anche da sinistra, parlava di “provocazione fine a se stessa. La differenza è che Pasolini parlava di un genocidio appena iniziato, Ciprì e Maresco, invece, giocano impietosamente con i resti e i brandelli di quella che è stata la nostra cultura, quella contadina, vista oramai nelle sue forme più ibride e di cui Palermo, trasformata in città –testo che riflette se stessa, si fa metafora.
Abele
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Me lo ricordo bene il programma, che lo guardavo sempre.
Ricordo anche quanto lo odiava mia madre, che se ne andava sempre.
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Ciao Giancarlo
Di certo le madri non ne escono bene in C&M:
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Ogni pezzo di cinicoTV lascia il segno!
luca
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come schegge impazzite 🙂
ciao!
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Paviglianiti, Carlo e Pietro Giordano, i fratelli Abbate, Marcello Miranda
e il mio preferito, il ciclista Tirone
Invito a visitare questo blog http://mariomacaluso.blogspot.com/2007/01/casa-tirone-1979-cinico-tv.html
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Grazie Lupus, e benvenuto. molto interessante il link, ho contattato l’autore del post…
Notavo, con tristezza, che molti di loro sono morti, come se il mondo creato da CeM fosse destinato, in tutti i sensi, ad “accelerare” i tempi, pochi film che ne condensano tanti. Verrebbe da dire “irripetibili” se non fosse che ho ancora speranza nei due, indipendentemente dal fatto se torneranno a lavorare insieme.
Abele
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non ne perdevo una!
iperrealismo cinico!
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🙂
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io invece non ricordo di averli mai visti. Tv sempre poca,anzi praticamente niente.ferni
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Cara Ferni, vanno visti anche al cinema, e per un occhio come il tuo le architetture” di film come ‘Lo zio di Brooklyn’ e ‘Toto’ che visse due volte’ potrebbero rivelarsi una grande scoperta.
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io li amo.
bello però – luce o non luce – è soprattutto fingere di vedere ciò che vediamo.
🙂
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Caro Malos, il tuo amore non mi sorprende; e del resto anche a te, Cinico altrettanto nobile, riesce di vivisezionare senza luce.
:))
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troppo forti! anch’io non perdevo una puntata e a volte li guardavo anche in replica. Era la gloriosa Raitre di Guglielmi e Sandro Curzi, di Bruno Voglino e Serena Dandini e la tv delle ragazze, dei Giusti e Ghezzi e del primo funambolico Chiambretti, di Ippoliti e Ciprì e Maresco… Che tempi…
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