(An Apple a Day…) Pasquale Vitagliano: Non c’è più verso

 

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Non c’è più verso

Di farsi accettare

Dai sarti dei versi.

Senza camicia sono

Le parole, le puoi

Quasi toccare, o

Sentire con le

Voci off dentro

La testa, la

Fiera,

La vena,

La lingua,

Privata del

Plasma,

Le lettere,

Le sillabe,

Come globuli,

Addensate,

Solo per caso

Prive di senso;

Agglutinate

Come pasticche

Di ogni colore,

Per ciò che

Chiamiamo

Senza ritegno,

Malattia.


5 risposte a "(An Apple a Day…) Pasquale Vitagliano: Non c’è più verso"

  1. Senza camicia, senza ritegno: non c’è più verso.
    Non più direzione, né senso apparente.
    I sarti delle parole, gli operai del sillabare.
    Non so esattamente, ma trovo evocativa questa poesia di Pasquale e mi piace l’aut aut del suo significante dire.
    Un abbraccio.
    Vincenzo

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  2. Mi piace questo “giocare” con ironia sul verso – dei versi. Belle quelle “sillabe addensate”…”agglutinate come pasticche” che rappresentano una cura, un lenitivo magari, per ogni malattia.
    un saluto
    monica

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  3. Splendida, Pasquale! Ci sto piangendo su questo testo (è non è l’unico) – è pieno di verità nella sua “privazione”. Non è solo un togliere le parole, dichiararle nude (e senza orpelli).
    Tutto è perfetto, tutto corrisponde… Disarmante quest’asciutta dichiarazione di poetica.
    Annamaria, dovremmo guarire, sì: dalle sillabazioni dai versi malati – tra raccordi sanguigni inesausti. Siamo oltre il limite consentito.

    “La vena

    La lingua,

    Privata del

    Plasma,

    Le lettere,

    Le sillabe,

    Come globuli,[…]”

    *
    Grazie di Cuore, Pasquale!
    Un caro abbraccio a te e al resto della band:-)))

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