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Un dì all’azzurro spazio
La vecchia stamperia in rovina
cresce nel cortile ghiaioso
le erbe della dimenticanza
rovi convoluti, rafani, ortiche
Sulla strada per casa
è con sospetto che mi fermo
cerco le tife secche
con gli occhi
Le berrei in un sorso
tanta è la mia sete
di polvere e fieno
ossa carbonizzate
Vorrei varcare la breccia
dei mattoni rossi e corrosi
che è davanti a me
sotto i miei piedi
Ho paura di trovarmi
di fronte ai fantasmi
fra le spine delle acacie
sfiorite e senza linfa
Quei fantasmi
che ho cacciato
a colpi di saggina
in un altro cortile
Assolato e sonnacchioso
e che ho paura
di ritrovare qui
fra ciottoli silenziosi
dove pure le parole
si seccano e la lingua
scappa come una lucertola
dalla coda mozza
***
È l’inerzia che mi salva
il resto sopito del mio vissuto
che continua a vivere
nonostante me
è come avere la Storia che da libro diventa ombra, persona, foglia
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Si può dire che la Storia sia una incredibile teoria di fantasmi, ovvero di noi morti – se mi si passa la boutade
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great!
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Cara Anna, ciò che percepisco immediatamente è un grande senso di nostalgia.
Brava!
A presto,
Rosaria
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Grazie cara Lucia! Grazie, Rosaria: sì, nostalgia, senza dubbio…un grande abbraccio!
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un paesaggio del quale la natura (“le erbe della dimenticanza”) si sta prendendo la sua arsa rivincita. Ciò che a suo tempo è stato cacciato: “Quei fantasmi /che ho cacciato/a colpi di saggina”, in una specie di magia o esorcismo da strega, sembra contraccambi con altrettanti sortilegi “dove pure le parole /si seccano e la lingua /scappa come una lucertola /dalla coda mozza”.
Eppure (dopo le *** stelline) si intravede ciò che salva, che sia semplicemente per inerzia o per il resto di sé che ancora palpita.
Una poesia che chiama alla raccolta (delle forze, ma anche – e soprattutto – delle donne), epperciò subito da condividere.
grazie!
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Grazie Margherita, credo che tu abbia centrato il punto…ti ringrazio della tua lettura attenta e sensibile. Un grande abbraccio, Anna Costalonga
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Immagini e sensazioni che restano vivide ed intense anche dopo la lettura. Molto bella, Anna!
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un camminare tra le cose perdute, nei luoghi che le hanno viste nascere. un ripercorrersi a memoria in cerca di uno spiraglio. E’il ricordo per inerzia a mantenerci vivi.
Molto bella.
Abele
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