Maurizio Manzo: Danza

Giuseppe De Nittis

Poiché danzavi
e il vento ti trovò
leggera
tra le sue braccia
il vuoto lasciò cadere
il tuo ventre
sciolto alleato del mare.
 
Il cuore era un rumore
di more acerbe
le guance del colore
di cocco appena
versato
si fecero remote
tra gli occhi e la mente
 
persa come una scheggia
di fuoco d’artificio.


9 risposte a "Maurizio Manzo: Danza"

  1. è quel “vuoto” non astratto, ma che anzi agendo come vortice – forcipe (sul ventre, quasi figliando), rende
    questa “danza” di dissipazione in tutto il suo andare. è dolce, leggera, ma fa male.
    Grazie Maurizio!

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  2. una danza un poco grave (e il grave, secondo leggi della fisica, ovvio che cade) e un poco greve (nel senso di dolente ed angoscioso di quella scheggia persa). forse financo gravi (danza).
    affascinante per il conflitto vita/morte appeso a un volo (salto nel vuoto) di madre e figlio oltre il parapetto del non essere.

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