
Se per poco
La rue assourdissante autour de moi hurlait
Charles Baudelaire
Se per poco il fragore cessa
si fa dolce la curva della via
sposandosi alla tua, bruna
sinuosa e fresca
Nel silenzio incerto
attendi l’amica
sporgendoti appena
per vederla raggiungerti…
così, nel sogno, anch’io vorrei
raggiungerti
come ogni giorno lei
Da dietro i vetri
Tenti con lo sguardo d’attraversare i vetri
ma dimentichi di rinforzarlo d’estro
d’alimentarlo di veri sentimenti
solo così potrai, forse, vedermi
Quelle rare mattine in cui ti degni
mostrarti ad altri sguardi e in piedi attendi
chi deve accompagnarti, quelle mattine, sappi
che io soltanto, da dietro i vetri a specchio
ti vedo per minuti interminabili
Prima del tuo arrivo
Prima del tuo arrivo s’apre la chiesa
Qualche volta mi tenta, entro
e per un po’ non ti penso
prego, mi pento
Ma quando esco e giro l’angolo
– ecco, ti trovo
e i nostri occhi in un secondo
si dicono segreti
che loro solo sanno
– noi no, noi non sappiamo
perché, ancora e sempre
in quel secondo
ci guardiamo
Curve
Sono davvero troppe
le curve di ogni giorno
– quella in cui ti vedo
nel sole del mattino
– quella in cui la sera
è casa tua al ritorno
– quella che ti disegna
un solco dal bacino
e poi quella che compio
quando per te m’inchino
Le automobili
A far conoscenza, alla fine, non saremo noi
saranno le due vecchie automobili
che ogni giorno ci portano qui
Per la prima volta, stamattina
hai posto la tua, piccolina, accanto all’altra
seppure a debita, indefinibile distanza
Pronostico un futuro di minuetti e danze
fatto d’impacci e riverenze, di rossori accesi
e motori spenti, sotterfugi e piccoli dispetti
Ma un bel giorno, son certo, finiranno le attese
– con due macchine nuove, per lo scambio di ostaggi
giungeremo felici in un’area deserta
Amore senza nome
Prova e riprova fu trovato un nome
certo di comodo, non sapendo quale
per lei fu scelto dalla madre e il padre
Ed ecco Bruna, per poterne avere
qualche notizia senza insospettire
per raccontarne gesta involontarie
in altre stanze o in gite straordinarie
– ma resta sempre amore senza nome
al quale canto sanza alcun sospetto
Catullo, Ovidio, Dante stesso
Equazione amorosa
Partendo dalla forma
pedinerai l’incognita
ne scoprirai la meta
e le darai un nome
Eppure stanne certo
non è la soluzione
– ti manca l’altra incognita
quella che mai sai come
ti accende il fuoco dentro
quella che mal nascondi
nel fondo del tuo verso
Antonio Fiori vive e lavora a Sassari, dove è’ nato nel 1955. Si occupa di poesia da molti anni. Ha pubblicato le sillogi Almeno ogni tanto (a cura di Crocetti ed.1998), Sotto mentite spoglie, Manni, 2002, La quotidiana dose, Lietocolle, 2006, Trattare la resa, Lietocolle, 2009, La strada da scegliere (ebook) Clepsydraedizioni.com, 2009 e In merceria, Delfino,2012. Nella prima rosa dei finalisti al Premio Camaiore 2003, con ‘Sotto mentite spoglie’, Premio Montale Europa 2004 per la silloge inedita, Menzione di merito al Premio Lorenzo Montano 2008, segnalato al Premio Turoldo 2010. Suoi testi sono presenti in riviste e antologie di poesia (tra le più recenti: ‘Antologia della poesia erotica contemporanea ’, Atì Editore, 2006, ‘Il corpo segreto ’, Lietocolle, 2008 e ‘Rosso’, Lietocolle, 2010). Suoi testi sono presenti su ‘L’immaginazione’, ‘Gradiva’, ‘Il Segnale’. ‘La Mosca di Milano’. Si sono occupati della sua poesia, tra gli altri, Amedeo Anelli, Roberto Concu, Franco Fresi, Giorgio Linguaglossa, Angelo Mundula, Giovanni Nuscis, Massimo Onofri e Margherita Rimi.
Grazie ad Antonio Fiori, e a Pasquale per averci proposto queste liriche molto belle. Un dettato armonioso e calibrato che si fa riflessione sulle “equazioni” dell’io, la vita, le cose che ci sfuggono e la poesia s’incarica di cercare.
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Ringrazio Abele Longo per le belle parole. La poesia amorosa, si sa, è la più insidiosa, dove è più arduo mantenere l’equilibrio tra lo stupore (essenza ultima della poesia) e la fedeltà agli accadimenti (spesso prevedibili e comuni anche in amore), tra il cerebrale e il ‘celebrare’, tra la carne e l’anima, tra il dire e il non dire…
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vero, la Poesia Amorosa, oltre a ciò che Longo e Fiore hanno ben evidenziato, può scivolare verso certa retorica del banale ma qui trascesa in forme poetiche raffinatissime, che potenza ideativa possiede a. Fiore!
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Belle poesie, calibratissime e quasi provenzali, mi ricordano le danze di corteggiamento di certi uccelli.
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Ringrazio Pasquale VItagliano e Neobar per aver proposto queste mie poesie; grazie anche a Roberto (che addirittura mi considera singolare 🙂 ) e a Giancarlo per come le ha sentite.
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