Sto rileggendo proprio in questi giorni “Teoria e pratica della non-violenza” in cui Gandhi ripete più volte che non si tratta di una resistenza passiva, ma piuttosto di una prolungata educazione dell’anima…Dovrebbe essere essenziale…che un bambino imparasse che nella lotta della vita si può facilmente sconfiggere l’odio con l’amore, il falso con la verità e la violenza con la sofferenza. (“Young India”, 3 novembre 1927). Quanto siamo vicini a questo ideale?
Cara Rosaria,
sì, è vero, Gandhi è stato un grande educatore, e ci ha insegnato quanto lavoro abbiamo da svolgere dentro noi stessi, in modo costante, per recuperare quanto di più prezioso “possediamo”: Libertà e Giustizia. Entrambe da ascoltare e coltivare dentro. E lasciarsi alle spalle sovrastrutture, pregiudizi, preferendo la nudità interiore, territorio da sacralizzare con la preghiera e la concentrazione – e solo dopo col registro attivo nei confronti della realtà che ci circonda e di cui facciamo parte.
Compito arduo “formare” l’Uomo, renderlo consapevole delle proprie miserie e contemporaneamente aiutarlo a scoprire le risorse… L’età bambina è la più feconda: il bambino assimila tutto, ma in questo tutto dovrà imparare a saper distinguere, e per saper distinguere – imparare da figure determinanti, strutturate, “formate” appunto. La prima società, la prima realtà con la quale un bambino deve confrontarsi è quella familiare. Di grande importanza, quindi, l’atteggiamento saggio, consapevole, capace di dire “No!” quando c’è bisogno – dei genitori.
E’ l’inizio che va saputo salvaguardare, Rosaria. Con una sana iniziazione alla vita.
Grazie a Nina, al suo invito sulle orme di Gandhi: “La Giustizia va ascoltata dentro”.
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Sto rileggendo proprio in questi giorni “Teoria e pratica della non-violenza” in cui Gandhi ripete più volte che non si tratta di una resistenza passiva, ma piuttosto di una prolungata educazione dell’anima…Dovrebbe essere essenziale…che un bambino imparasse che nella lotta della vita si può facilmente sconfiggere l’odio con l’amore, il falso con la verità e la violenza con la sofferenza. (“Young India”, 3 novembre 1927). Quanto siamo vicini a questo ideale?
Un saluto a Nina ed Abele,
Rosaria
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Cara Rosaria,
sì, è vero, Gandhi è stato un grande educatore, e ci ha insegnato quanto lavoro abbiamo da svolgere dentro noi stessi, in modo costante, per recuperare quanto di più prezioso “possediamo”: Libertà e Giustizia. Entrambe da ascoltare e coltivare dentro. E lasciarsi alle spalle sovrastrutture, pregiudizi, preferendo la nudità interiore, territorio da sacralizzare con la preghiera e la concentrazione – e solo dopo col registro attivo nei confronti della realtà che ci circonda e di cui facciamo parte.
Compito arduo “formare” l’Uomo, renderlo consapevole delle proprie miserie e contemporaneamente aiutarlo a scoprire le risorse… L’età bambina è la più feconda: il bambino assimila tutto, ma in questo tutto dovrà imparare a saper distinguere, e per saper distinguere – imparare da figure determinanti, strutturate, “formate” appunto. La prima società, la prima realtà con la quale un bambino deve confrontarsi è quella familiare. Di grande importanza, quindi, l’atteggiamento saggio, consapevole, capace di dire “No!” quando c’è bisogno – dei genitori.
E’ l’inizio che va saputo salvaguardare, Rosaria. Con una sana iniziazione alla vita.
Un grande abbraccio a te e ad Abele :-)))
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