Peter Gomez, direttore de “Il Fatto Quotidiano” (il giornale che ha fortemente sponsorizzato il M5S e l’attuale maggioranza di governo PD-M5S), ha pubblicato il seguente tweet che ci offre più di uno spunto per approfondire l’essenza antropologica dell’intellettuale sinistrato.
Ordunque, sarà che sono medico nonché dottore di ricerca in neuroscienze, ma ogni volta che leggo “la scienza dice che in media” rabbrividisco. In primis perché appellarsi a *La Scienza* in ambito socioeconomico equivale a invocare un essere divino depositario di Verità assolute che non solo NON ESISTE, ma rende *superflua* la democrazia ed è in palese antitesi col metodo scientifico stesso. E non basta certo per salvarsi in corner il precisare “in media” perché, come è noto, in media due persone mangiano mezzo pollo a testa anche se una persona ne mangia uno e l’altra resta a digiuno. Tale linea di ragionamento, infatti, finisce per essere un pericoloso (ed efficace) grimaldello da brandire contro la democrazia visto che *La Scienza* troppo spesso propende per scelte politiche funzionali al consolidamento/ampliamento del potere economico, essendone finanziata.
La parte seguente del tweet, comunque, è ancor più inquietante. In pratica, il pensiero comunicato da Peter Gomez è il seguente: negli anziani aumenta l’insicurezza *percepita* per ragioni *fisiologiche*. Notate la finezza… l’insicurezza è “percepita” (dunque è soggettiva più che oggettiva) quasi che gli anziani allucinassero una maggiore insicurezza rispetto alla realtà tangibile perché – per ragioni fisiologiche – invecchiano. Ohibò… ma è bellissimo! Negli anziani l’insicurezza *non* aumenta per le pensioni da fame e per uno stato sociale largamente smantellato (sanità pubblica in primis)… negli anziani l’insicurezza *non* aumenta perché decenni di politiche liberiste ci hanno impoverito tutti (a fronte del mostruoso arricchimento dell’1% multimiliardario, come ci ricorda questo simpatico video)… e, ancora, negli anziani l’insicurezza *non* aumenta perché devono sostenere economicamente figli e nipoti disoccupati o perché si ritrovano soli dopo che figli e nipoti sono stati costretti a cercare lavoro all’estero…
Mmmm… viene da chiedersi: ma negli anni settanta la “fisiologia” degli anziani era diversa? Non invecchiavano mai? E allora perché in quegli anni l’insicurezza non aumentava? Mistero.
Per un attimo resto perplesso, ma poi vedo la luce: in fondo, dietro a tale strambo ragionamento s’intuisce una logica… il vero nemico di un sistema di potere che deve fare accettare una disuguaglianza sociale mai così alta nell’ultimo secolo è chi ancora possiede la memoria storica che un altro mondo è possibile, ovvero che, alla faccia dei TINA liberal-globalisti, la dittatura del capitalismo finanziario NON è il solo ineludibile destino del popolo dei lavoratori.
E infatti, negli ultimi anni il tentativo di riscrivere la memoria storica è sempre più palese, vedasi, ad esempio, i quotidiani che titolano in apertura “TANTI DISOCCUPATI COME NEL ‘77”, quando invece all’epoca il tasso di disoccupazione era la metà… Ebbene sì, gli “anziani” sono pericolosi: sono meno plagiabili dalla narrazione emotiva dei media perché hanno toccato con mano che negli anni settanta vivevi bene con un solo stipendio, riuscivi a comprare casa e potevi concederti pure il lusso di due o tre settimana di vacanza.
Quindi, ciò che giustamente preoccupa gli anziani è l’attuale insicurezza economica *reale* sempre più diffusa, testimoniata dal drammatico aumento della povertà assoluta e relativa. Consultando la tabella ISTAT che riporta i dati della povertà assoluta negli ultimi anni, diventa chiaro che chi ancora può farlo cerca di tutelarsi risparmiando qualcosa, seppur sempre meno.
E sottolineo “seppur sempre meno” perché se si osservano i dati della capacità di risparmio attuale delle famiglie italiane rispetto a quella di anni addietro, la differenza è evidente.
Ecco allora spiegato perché gli anziani, che “sopravvivono” con difficoltà sempre maggiori e che in più sanno che prima o poi si ammaleranno o dovranno aiutare un figlio vittima dei “tagli” di questa o quell’azienda, cercano di mettere da parte qualcosa in previsione di un futuro sempre più nero…
E siamo così giunti alla vera e propria *chicca* del tweet di Gomez che addita al pubblico disprezzo la “tendenza al risparmio” degli anziani perché “sfavorisce alcuni investimenti”.
Ma ci rendiamo conto dell’assurdità di tale narrazione? Secondo Gomez, con la “scusa” di percepire insicurezza, gli anziani si concedono il lusso di risparmiare e pertanto remano contro le grandi opportunità offerte ai giovani dal liberismo finanziario. In altre parole, gli anziani sono il nemico. Ecco come si fomenta l’ennesima guerra tra poveri, additando gli anziani all’invidia sociale dei “giovani”, così da creare un conflitto generazionale che funga da diversivo (occultando le responsabilità di Euro e liberismo finanziario) e che legittimi un’ulteriore saccheggio degli ultimi spicci rimasti. Ecco perché, non bastasse, è diventato importante poter togliere il voto ai vecchi, come propone Grillo. E se avete un attimo di tempo, sentitevi dal vivo la risposta possibilista di Conte in proposito che dice “facciamo dei sondaggi, vediamo qual è l’orientamento di voto, e poi decidiamo”.
Forse è il caso di mettere seriamente qualche paletto. Anche perché, ricordo che il tweet di Gomez è in palese contrasto con i dettami della Costituzione Italiana, che all’Articolo 47 non solo incoraggia il risparmio, ma recita in modo chiaro e netto che : “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”.
Ricordo, peraltro, che nei decenni passati risparmiare era anche un investimento perché chi aveva un po’ di soldi comprava i BOT, mentre oggi tale tipo d’investimento è osteggiato dal liberismo finanziario perché troppo “sicuro” (coi soldi devi comprarci prodotti finanziari ad alto rischio, e se provi a rinunciare e tieni i soldi sul conto, te li tosano coi tassi negativi).
Che aggiungere? Consoliamoci pensando al crollo delle vendite de “Il Fatto Quotidiano”, forse l’unico segnale incoraggiante degli ultimi mesi.
a volte sembra che i giornali, gli stessi mediocri politici attuali, non sappiano più cosa scrivere o dire
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@almerighi: hai ragione… *sembra*. tuttavia, se partiamo dal dato di fatto che giornali e politici rispondono ad “azionisti di riferimento” (https://www.corriere.it/politica/14_giugno_02/quelle-tv-ostaggio-dc-psi-pci-capolavoro-lottizzazione-cdb8c572-ea26-11e3-acfe-638711a46171.shtml), allora credo sia doveroso domandarci se l’allegro pollaio a reti unificate che prende corpo entro i confini del lager culturale imposto dall’informazione mainstream non sia in realtà un’efficace tecnica di comunicazione ibrida o di sdoganamento subliminale (tipo un “soft brainwashing” https://pdfs.semanticscholar.org/ecc1/7ebafd9cf1e81b80d4b29bd1ae5cdbb60c65.pdf).
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è un ben tristo pollaio; resto dell’idea che ai suoi tempi Goebbels ha insegnato tutto. L’informazione rende liberi (quella vera) e di informazione libera non se ne vede, magari ce ne sarà, ma è ben occultata dallo sguaiato pollaio
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Devo dire che sono completamente d’accordo con tutte le tue considerazioni, il suffragio universale è un valore irrinunciabile, una volta sono arrivato a pensare che forse potrebbe essere utile una barriera culturale, che so la terza media, ma mi sono accorto subito che sbagliavo, ragionando meglio invece bisogna pensare che tutti, proprio tutti anche chi no sa leggere e scrivere possono avere idee chiare su come dovrà essere il mondo di domani, i miei genitori hanno solo la quinta elementare, ma sapevano bene la direzione in cui andare. Le elezioni sono poi un investimento relativamente a breve, durano 7 anni al massimo, di solito da noi uno o due, quindi un investimento alla portata anche di un ottantenne. Sorvolo sulle strane concezioni di scienza da parte dei giornalisti, sono stato allievo di Geymonat a Milano, ma adesso non mi va di parlare di queste cose.
Mi piace l’anziano come memoria storica dei tempi (migliori).
Io ricordo molto bene, per esempio,l’evoluzione delle riforme del lavoro, dalla fine della scala mobile ad opera dei socialisti, alla riforma Treu che ha aperto la prima porta alla precarietà, all sciagurate riforme Biagi che quella porta l’ha spalancata, Fornero e Job act che hanno inferto i colpi peggiori sbilanciando il diritto del lavoro dalla parte del capitale, praticamente sparisce il reintegro anche se si vince la causa, e si può licenziare senza nemmeno una trattativa. Vogliono farci credere che se il lavoratore costa meno le aziende ne assumono di più, in realtà non c’è niente di più falso, chi lavora nell’industria sa che se servono 10 operai non ne assumono 11 solo perchè ho abbassato il costo, ma ne assumo sempre 10 e il risparmio va in conto capitale o come dividendo agli azionisti. Alla fine sono vent’anni che vengono drenate risorse dai lavoratori verso il capitale. Devo dire che non ho visto gli effetti del decreto dignità sul campo, perchè adesso sono a casa, non mi sembra però che la musica sia cambiata. Un’altra cosa che mi sembra inquietante sono i milionari \ miliardari che sono o sono stati a capo degli stati , da Trump a Berlusconi, ma anche il presidente del Cile, Piñera, anche San Su Ky è una delle persone più ricche della Birmania. Forse sono andato fuori tema
ma ho le mie fisse arrivo sempre a parlare del lavoro.
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@Giancarlo_locarno: ohibò!!! hai avuto la fortuna di essere stato allievo di zio Ludovico, *dunque* perché ti suona strano il mio voto “leghista” alle ultime elezioni? intendo, la lotta di classe nel pensiero marxista è parte integrante del mutare ininterrotto della realtà. in tal senso, il risolversi e il continuo ricrearsi di contraddizioni nella società finisce per tracciare un percorso accidentato, privo di una chiara e unica direzione: in altre parole, la strada che conduce alla “dittatura del proletariato” (che la Costituzione Italiana ha smussato nella forma, ma non nella sostanza, parlando di “sovranità che appartiene al popolo”), NON è un’autostrada che marcia in linea retta, ma una strada provinciale che mediante un percorso spezzato e a tratti divergente, ha come *risultante* un avvicinamento alla suddetta sovranità del popolo. se la lotta di classe non fosse combattuta sul campo di battaglia del materialismo dialettico, sarebbe del tutto incomprensibile, ad esempio, il sostegno dato all’epoca da Marx a Lincoln, un *borghese*. insomma, Marx non ragionava per appartenenza (il classico tifo calcistico buoni/cattivi, destra/sinistra, bianco/nero), ma in modo intrinsecamente dialettico, ovvero trovava doveroso sfruttare le opportunità offerte dai conflitti interni tra le diverse anime del capitalismo. scrivo questo perché – lo ammetto – mi rattrista che il mio pensiero venga da più parti confuso con quello destrorso di un “fascio xenofobo nazionalista”. e anche per questo, dopo il mio precedente post su Neobar, ho sentito il bisogno di scrivere e pubblicare un lungo “pseudo-manifesto” del bravo socialista sovranista (che detto così sembra il bravo presentatore di Frassica di “Indietro Tutta”, ma è una cosa dannatamente seria… eh, come lo era del resto Indietro Tutta). se vuoi lo trovi al link seguente, ché su Neobar sono già fin troppo invadente https://copylefteratura.wordpress.com/2019/10/17/prove-tecniche-di-socialismo-sovranista/#more-1173
scrivi: “il risparmio va in conto capitale o come dividendo agli azionisti.” verissimo. hai cliccato il link del video che ho inserito nel post al punto dove si parla del “mostruoso arricchimento dell’1% multimiliardario”? brrr… giuro che ogni volta che lo rivedo mi si stringe il cuore…
scrivi: “Un’altra cosa che mi sembra inquietante sono i milionari \ miliardari che sono o sono stati a capo degli stati”. hai ragione, ma in fondo non potrebbe essere altrimenti visto che – vedi sopra quando citavo i “conflitti interni tra le diverse anime del capitalismo” – si sta consumando su scala globale un vero e proprio *scontro finale* tra capitalismo industriale (Trump, Berlusconi etc) e capitalismo finanziario. e siccome stiamo toccando con mano che non c’è limite al peggio, speriamo che il primo non sia definitivamente cancellato dal secondo… ma… aaargh…. pietà, questo non vuol dire che io sia un trumpiano o un berlusconiano , ok?
: )))
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Se Grillo fosse davvero un comico mi verrebbe da pensare a una ‘modest proposal for preventing the grandparents of poor people from being a burden to their Country’… triste davvero. grazie malos!
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@Abele_Longo: tristissimo, è vero, ma d’altro canto la narrazione giovanilista/novitarista è in genere la più commercializzabile, id est, ha tra i suoi sponsor l’intero mondomercato globalista (basti citare come esempio prototipico la povera Greta Thunberg).
su Grillo, cheddire? resta una delle maschere più inquietanti dell’ultimo secolo (nel bene e nel male) e, a mio umile nanomodo di sentire, pecca di lieve ingenuità chiunque creda che un comico possa arrivare dov’è ora per il solo merito di sue intrinseche capacità o del caso.
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