
Preghiera in Gennaio
Preghiera in Gennaio (ed. Macabor 2021) di Rosaria Di Donato è un libro coinvolgente, in cui la parola poetica si fa relazione diretta con il divino, grazie alla sua forza creatrice. Heidegger sosteneva che il poeta non può non essere un pastore di parole, perché il suo fine è indagare il senso e la portata del suo linguaggio. In una tale prospettiva, si può affermare, senza ombra di dubbio, che la nostra autrice non è soltanto un pastore di parole, bensì anche di anime: il suo fine ultimo, infatti, è quello di testimoniare la Verità, di solcare “le vie che conducono/al cuore al centro/ al senso segreto/ di tutte le cose”. Già nella breve lirica dell’incipit, la Di Donato, infatti, esprime il desiderio di lasciare “prima che sia notte”, “un seme nuovo/ un germoglio/ e non disamore”.
La poetica di questa raccolta nasce dalla consapevolezza dei limiti dell’uomo, della sua intrinseca debolezza, nella lirica lockdown l’autrice scrive: “troppi morti se ne sono andati/senza commiato// forti e invincibili mascherati/ e illusi onnipotenti in balìa/ di un virus ci scopriamo fragili”. Da questa constatazione, scaturisce, in una nuova riscrittura della preghiera Padre Nostro, l’invocazione a Dio, perché diventi essenza viva in noi nella sua transustanziazione: “il nostro cibo quotidiano” e si compia il suo regno.
Una vena drammaturgica (presente fin dagli inizi della poesia religiosa italiana) caratterizza l’ispirazione lirica della Di Donato, sono, infatti, talvolta, i singoli personaggi del Vecchio o del Nuovo Testamento a parlarci, a rendere la loro testimonianza di fede. Nella lirica lazzaro e gesù, in un’atmosfera di estatica meditazione, la voce di Lazzaro risuona: “amara solitudine la mia/ ma più amaro il pianto/ che solcò il tuo viso//fermo stendesti il palmo/ e il padre ti ascoltò/ placò il dolore//lazzaro chiamasti/e il grido perforò la morte”. In quanto errasti maddalena, è Gesù stesso che evoca il perdono dato alla peccatrice, per l’intensità del suo pentimento: “audace maddalena/ sciogliesti i tuoi capelli/ a carezzarmi i piedi/ mai seta fu più fine/ e profumata”.
Molto incisiva è la lirica, scritta in occasione dell’esposizione della Via Crucis del pittore Vanni Rinaldi, gesù è asciugato dalla veronica, contraddistinta da un codice linguistico pregnante e sapientemente cadenzato, necessitato dalla tragica pietas del momento, in cui la Veronica asciuga dal sangue e dal sudore il volto di Cristo sulla via Dolorosa.
Certamente la profonda conoscenza dogmatica della nostra autrice, oltre ad un’assoluta padronanza dei testi biblici, le permette di affrontare, a livello poetico, tematiche religiose, altresì molto ardue; nelle sue liriche non c’è mai un senso di smarrimento dell’io, di mistico naufragio, nel corso del quale l’uomo sprofonda, annullandosi in Dio per superare l’angoscia della propria finitudine, ma sempre la costante consapevolezza della presenza e dell’aiuto divino.
Alcuni testi, pervasi da un’estrema dolcezza, sono dedicati alla Madonna: in maria e noi, poesia che chiaramente riprende la preghiera dell’Ave Maria, ma anche la devozione a “Maria che va in fretta”, Nostra Signora, pur assisa in trono accanto al figlio, è pronta a discenderne quando sente il grido degli afflitti: “dei miseri in pericolo/pur se non invocata corre/ interviene e salva/libera dal male/ non è lontana da chi soffre/immacolata e chiara.”
Sul piano formale il linguaggio della nostra autrice è alto, privo di ogni segno di interpunzione, ma accuratamente suddiviso nelle strofe, inoltre da sottolineare è il non utilizzo di maiuscole (uso invalso nella poesia contemporanea) anche in riferimento ai nomi sacri, forse per sottolineare la forza di un intimo e continuo flusso lirico.
In definitiva le poesie di Rosaria Di Donato possono definirsi bagliori di luce nell’oscurità in cui viviamo, nelle “tenebre che invadono e corrodono”, un cammino incessante di preghiera, e di testimonianza della Parola rivelata. Dal silenzio di profonde meditazioni e slanci d’amore sgorga, infatti, la voce poetica dell’autrice che non può non lasciare segni nell’animo del lettore, che viene coinvolto dal suo afflato spirituale dolce nell’espressione, ma forte nel messaggio. Nella lirica renovatio suonano i versi: “al tuo spazio interiore/ volgi lo sguardo//profondamente/ cerca la luce// dentro te troverai/ ruscelli e laghi//e tutto ciò che fuori/ non esiste più”.
Raffaella Bettiol
renovatio al tuo spazio interiore volgi lo sguardo profondamente cerca la luce dentro te troverai ruscelli e laghi e tutto ciò che fuori non esiste più * arcate di luce arcate di luce nel cosmo ma preferiamo il buio le tenebre che invadono e corrodono senza un altrove muto il rumore dei passi * gesù è asciugato dalla veronica* in cambio del dolore un velo intriso sangue sudore lacrime t’asciugo cristo ingiustamente condannato meraviglia non sei desaparecido s’imprime il volto tuo tra le mie mani oltre le piaghe sul lino incarnato *Testo composto per la Via Crucis, opere pittoriche di Vanni Rinaldi.Stazione n. 6. Gesù è asciugato dalla Veronica. I quindici dipinti ad olio sono esposti nella Basilica di “San Nicola in Carcere” di Roma in memoria del Giubileo del 2000 insieme ai testi dei poeti partecipi della rassegna “Realtà del Divino”, a c. di Natale Antonio Rossi. * speranze svegliarsi un giorno e scoprire che tutto non è ancora perso rinnovare speranze rinverdire pensieri rimuovere dai calzari la polvere e di nuovo solcare le vie che conducono al cuore al centro al senso segreto di tutte le cose * maria e noi madre celeste provvida di grazia pieno fu il sì all’amore divino e santità rifulse in lei fin dall’infanzia benedetta tra le donne portò in grembo il signore dei signori il re dei re si crede che non morì in cielo fu assunta insieme al figlio siede in trono ma non rimane ferma assisa nella gloria ogni volta discende e va in soccorso dei miseri in pericolo pur se non invocata corre interviene e salva libera dal male non è lontana da chi soffre immacolata e chiara * prima che sia notte prima che sia notte ancora vorrei qualcosa qualcosa di mio qualcosa che irrompa nel tempo mostrando un seme nuovo un germoglio e non disamore
Ringrazio infinitamente Raffaella Bettiol per la sua attenta e accurata lettura di “Preghiera in Gennaio” e Abele Longo per l’ospitalità e l’amicizia!
Un cordiale saluto,
Rosaria
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un libro di struggente religiosità e umanità, un messaggio alto di speranza e amore dove la poesia veramente germoglia, come ha ben individuato Lucianna Argentino, una luce che abbraccia e riscalda; leggerlo mi ha fatto bene.
Un caro saluto a Rosaria e a tutta la redazione. Marzia
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Grazie Marzia, sono commossa per le tue parole…
Un abbraccio,
Rosaria
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Complimenti per questa recensione così accurata e capillare che bene introduce il lettore nella bolla magica delle poesie -preghiere dell’autrice. L’armonia, la musicalità e la grazia pervadono questo libro che cura cuore e anima perché rappresenta una ricerca di bene in questo mondo dove il dolore e l’odio sono dominanti. Grazie a Rosaria Di Donato per l’arricchimento spirituale che ci regala
Monica
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Ringrazio Monica Martinelli per il suo passaggio e per le belle parole su “Preghiera in Gennaio”! sì, la recensione di Raffaella Bettiol è molto sentita e partecipe dello spirito che anima i testi.
Un caro saluto,
Rosaria
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