
Nel solco della ricerca di nuovi linguaggi e interessi, nati nel periodo della ripresa post-bellica, la poesia femminile giapponese conosce un ulteriore sviluppo agli inizi degli anni Ottanta.
Il movimento femminista, pur attraversato in maniera non lineare e uniforme, influenza la letteratura femminile verso una scrittura che, più libera da schematismi ed ideologismi, si inoltra nella psicologia e nel corpo femminile senza troppe antiche reticenze.
Tra tutte Itō Hiromi che nella sua poesia Non deformarmi ci propone un rapporto sesso-cibo dove non emergono elementi di possesso ma piuttosto quelli di una fisicità libera, più tipici di un vissuto femminista.
Non deformarmi Preparo le palline di farina di riso da portare al mio uomo sciolgo lo zucchero e preparo lo sciroppo immergo le palline dopo averle bollite le lascio raffreddare le chiudo accuratamente in una scatola e gliele porto le palline si attaccano al fondo del recipiente i bordi si sfaldano la loro forma sferica si altera le raccoglie con il cucchiaio ehi fa' attenzione prendile senza deformarle mi piacciono piú di ogni altra cosa, dice il mio uomo portandole alla bocca “davvero buone” comunicano i suoi occhi socchiusi mi piacciono piú ancora di te io osservo quest'uomo che inghiotte le palline dolci e succhia perfino lo sciroppo che si è sciolto agito nell'aria il recipiente ben chiuso l'avvolgo in uno strofinaccio da questo momento noi due avviciniamo le nostre labbra che sanno di sciroppo facendo scorrere le nostre mani e muovendoci per dare forma al nostro amore ma, ascoltami non voglio deforma non voglio restare deforme questo è ciò che penso, amore, amore mio arrotondo le palline scaldo lo sciroppo fino a ridurlo e poi le metto a bollire le lascio raffreddare saturandole di speranze amare sciroppo denso che cola palline levigate che il mio uomo inghiotte dense come saliva liscie come natiche come ti sembrano? non voglio cambiarti avrà pensato anche lui con amarezza cosí, fino in fondo il cibo che io secerno nel profondo piú profondo dell'uomo che amo.
E Isaka Yōko in Adunata del mattino ci presenta immagini di un sottile emergente erotismo tra ordine e disordine, liberazione e autocontrollo .
Adunata del mattino Le gonne delle divise sature di vapore che hanno l'odore del ferro da stiro quando la pioggia le bagna e perfino i fili sciolti costretti nelle pieghe sono rigidamente allineati al mattino nel cortile della scuola righe su righe tracciate da mani e gambe pallide creano un ruscello di colore blu intenso anemiche labbra chiuse Yasuda non è ancora arrivata Nakahashi neppure ha inizio la ginnastica ogni volta che agli ordini della capofila ci alziamo sulle punte dei piedi stringendo i genitali i calzini si arrotolano sulle caviglie intorno al registro stretto al petto della responsabile di turno i raggi del sole filtrano dal cielo nuvoloso le due ragazze salgono lente la collina il ruscello si disperde la pelle che si è un po' colorata viene soffocata nel blu intenso quando passiamo nel corridoio buio qualcosa di delicato ci attende presso la finestra le guance ancora accaldate le emozioni vibranti come onde non ci chiediamo il motivo sono arrivate da molto lontano.
Traduzioni di Maria Teresa Orsi e Alessandro Clemente Degli Albizzi da Poeti Giapponesi – Giulio Einuaudi Editore
Il dipinto è di Yayoi Kusama artista giapponese in una delle sue ricerche sull’infinito e sulla rappresentazione dell’alter-ego. Geniale e famosa, nonostante la schizofrenia, novantenne ha scelto di vivere nel manicomio di Seiwa in Giappone.
Cipriano Gentilino
Grazie. Per me che sono ferma agli haiku, ho gradito molto queste forme più contemporanee. Poi, certamente, sarebbe da approfondire il contesto femminile in Giappone.
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