Dalla prefazione di Riccardo Frolloni
[…] Zironi affronta la società contemporanea e il suo rapporto con gli oggetti e il consumismo, la materialità, l’alienazione e la ricerca di significato in un mondo dominato dalla frantumazione. Ma non si limita a questo, esplora anche il ricordo, la leggerezza e la felicità della gioventù trascorsa in luoghi comuni ma carichi di significato personale. Mi ricorda gli “Esercizi di tiptologia” di Magrelli, per la sua riflessione sulla precarietà dell’esistenza umana e l’imperfezione del tempo. Il mondo, poi, si manifesta anche nelle relazioni umane, il confronto inevitabile con le nuove generazioni e, sempre, il tempo tiranno… […]
[…] Affrontare il tema della memoria e della nostalgia in poesia non è facile, ma Zironi riesce a costruire con grande delicatezza tutto un immaginario. Esplora il concetto del cambiamento nel corso del tempo, sia a livello personale che sociale, il passato, il presente e il futuro, oltre alle trasformazioni culturali e storiche che influenzano le vite dei personaggi presenti nelle sue poesie… […] (Riccardo Frolloni)
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Claudia Zironi, La camera rossa Industria & Letteratura ed. 2023
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Selezione testi
Correvamo per i campi di grano nei ricordi di
adesso. Non importa se erano i condomìni nati
dalla speculazione edilizia e campetti da calcio
malmessi ad accogliere i nostri primi anni. Non
importa se qualcuno ci rimaneva. Eravamo felici
come passeri, sempre pronti al salto dal nido, al
volo radente, al viaggio senza ritorno
*
La mia camera era rossa. Non del rosso di un
placido papavero nel sole, non un rosso sangue
rappreso, neppure un corallo, bensì di un rosso
acceso, iroso, senza nome, un rosso sesso, un rosso
arterioso. E la porta stava sempre chiusa – a tenere
fuori il mondo vero, si apriva solo per uscire o per
gli amici, seduti sulla pelle di vacca a fumare e chi
sul divano-letto che raccontava del proprio amore,
poi qualcuno diceva di Marx, che Il Capitale…
canne non di rado, molte ore solitarie a suonare.
Erano pochi i fantasmi alla finestra, che
guardavano da fuori, i fantasmi stavano tutti
dentro, qualcuno che mancava, qualcuno
inadeguato, un altro grasso e un altro ancora dalla
forma di uccello. Gli ossi di ciliegia si tenevano a
lungo in bocca, allora, e un poco di libertà si
respirava nell’aria, un poco di futuro perfino, un
poco di lotta, ancora.
*
Ora, quando la finestra in quel paese mai visto in
pieno giorno è schiusa ed entra il vento a
smuovere la tenda, il legno dell’infisso dipinto di
bianco a scaglie di salsedine, io non ci sono, lì, a
richiamarti alla ragione, perché la ragione si
spande nella piccola stanza insieme al vento e i
luoghi si fanno distanti e indifferenti. Scavi nel
silenzio, cerchi la riconciliazione dei fiori estivi
con i rossi e i gialli dei campi riarsi, le api ormai
poche e le scritture. Non ci sono braccia ad
allargarsi nella stanza vuota se non le tue, furenti,
e mani – mani che pretendono di plasmare il cielo.
*
Non lo sapeva, si fidava, stava fermo e ignaro
nella penombra, il bue, dall’aria inerme e l’occhio
languido, appena velato di tristezza, aveva un ché
di tenero, filiale, nella sua mitezza – il bue solo
stordito prima dello strazio, non morto ancora,
dimenava le gambe mentre si dissanguava, mentre
il coltello sempre di più affondava nel collo e
lacerava. Il contesto era privo di speranza, i
predatori lo circondavano, agivano veloci, non si
prevedeva un deus ex machina a salvarlo.2 I
macellai avevano stivali, caschi, attrezzi e
addestramento di mestiere, la macelleria sembrava
una scuola, con i banchi e le lavagne polverose, lo
sguardo del giovane bue era così umano. Infine a
terra – alla Diaz di Genova – restarono del sangue
le pozze e di intere generazioni la sconfitta.
*

Claudia Zironi bolognese, scrive da sempre e opera dal 2012 nel mondo della diffusione culturale con l’associazione Versante Ripido (
www.versanteripido.it) della quale è uno dei fondatori e Presidente. Collabora anche con altre realtà rivolte alla promozione della cultura e dell’arte, tra le quali Le voci della luna. Ha fatto e fa parte di giurie di premi di poesia a rilevanza nazionale. Organizza incontri e rassegne on-line e sul territorio. Si esibisce in spettacoli di teatro-poesia. Ama e crede nella commistione tra le arti, quindi, sia nelle pubblicazioni che nelle esibizioni, non perde mai l’occasione di accompagnarsi ad artisti e musicisti. Ha pubblicato nove libri, tra i quali, nel 2014, con Terra d’ulivi Edizioni: Eros e polis, uscito nel 2016 anche in USA con Xenos Books / Chelsea Ed. in traduzione di Emanuel Di Pasquale, con illustrazioni di Alberto Cini; nel 2020 la silloge poetica Not bad (2019-2020) edita con Arcipelago Itaca, con foto di Emiliano Medardo Barbieri, prima classificata al Premio Città di Grottammare XII edizione; nel 2023 Tratteggi friulani, con foto di Benedetto Beny Kosic, edito da qudulibri. Nel 2019 è uscita, per i tipi di Marco Saya Edizioni, l’antologia a cura di Sonia Caporossi: Claudia Zironi – Diradare l’ombra, antologia di critica e testi (2012-2019). Altre informazioni si possono trovare nel suo sito
claudiazironi.wordpress.com.
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Riccardo Frolloni: laureato in Italianistica presso l’Università di Bologna, Frolloni pubblica
Corpo striato (Industria & Letteratura 2021; Premio PordenoneLegge – I Poeti di Vent’anni; Premio Versante Ripido) e
Amigdala. Ha tradotto
Sul non perdere le ceneri di mio padre nell’alluvione di Richard Harrison (‘roundmidnight edizioni 2018) e
Non praticare il cannibalismo, antologia dell’opera di Ron Padgett (Del Vecchio Editore 2021). Scrive per la rivista musicale
Impatto Sonoro e ha fondato l’associazione
Lo Spazio Letterario. Insegna italiano e latino nei licei.
Grazie per la segnalazione
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Grazie per la cura e per l’accoglienza
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Di un rosso che scalda il cuore e smuove le coscienze. Grazie.
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