Vuoto a perdere – Inedito 24 2 2024
Se bandana se fiocco se cappello o fiore
come quello che sbocciò nella bocca dell’uomo
non sono decisioni che si possono prendere così su due piedi
bisogna riflettere bene sulle conseguenze
sulla gente sul pensiero sulla cosa inaspettata
sull’imprevedibile inconcepibile eppure nell’elica possibile
se colore o nero su bianco se turbante che turba
turba certo il cranio lucido o di croste purulente
a pelo rasati a zero all’arrivo su carri bestiame
ai campi profughi o sterminio
turbano anche i cadaveri ritrovati nelle spiagge fra palle sospinte dalle onde
arrotolate come crani pelosi di piante morte di Posidonia e Zostera
se vello vero o sintetico se malattia che bolla o che non bolla
se ti riguarda o meno
fino a che ti sopraggiunge l’idea
assieme all’orrore del tuo essere finito
inconsistente e fragile tuo malgrado
inserito in ingranaggio perfetto e funzionante
meccanismo di materia oscura
fra apparati indecifrabili
dispositivi intercambiabili
incomprensibili all’umano
con scadenza al massimo di un secolo
da vivere più o meno pienamente
preferibilmente entro la data del
nel quale tempo sei solo e sempre sarai un vuoto a perdere.

***
da Partenope sette piaghe e un segno
Poesia italiana collana edizioni e book Biagio Cepollaro 2007
Seconda piaga
II
quando arrivammo
s’era già aperta la seconda piaga
putrida puzzolente
nostra signora dei dementi
delle pustole e delle cancrene
della pelle squamata e rossa
nascosta sotto una maglia a scacchi
dacci la direzione perché
è come una croce questa galleria
i chiodi sono i negozi
l’estremo capo profuma di babà:
baroccano le scatole
di ceramiche e d’argenti
calzascarpe d’avorio e tartarughe
ci ammiccano agli occhi.
Stasera sono pettinata alla sciantosa
in gonna a fiori e zatteroni
velo alla grande e barco a navigare
in un sogno di mari a specchio
smeriglio vetro, sanguino lenta.
la meraviglia mi cava un dente
lo faccio d’oro
lo infilo nell’apposita feritoia
non entra e lo forzo e lo sforzo
è masso che mi risuona nel cristallino dirotto
poi mi viene una mestizia quieta
di liquirizia e menta
di buccia di limone
la meraviglia mi toglie una mola
amore e morte
vocale e consonante
nel seno la madre, nel caos a caso
l’imperdibile occasione
d’andare a Pausillipon
lì dove finisce il dolore
e poi uno disse andiamo
dai, s’è fatto tardi
per oggi abbiamo visto abbastanza
se facciamo il giro dell’isolato
giriamo a destra e poi a sinistra
tempo un’ora arriveremo in hotel
occhi negli occhi
nocche su nocche
mio muscolo mastoideo
oh mio maschio angioino
qui c’è tutto un formicolio di gente
un brulichio di vermi sotto un masso
i piedi prudono sanguinano le mani
ma fai many shopping darling
fai many shopping money money
a toledo fai stima e comparazione
detto fatto siamo già a pezzi
vetrine e prezzi nostra follia.
Più lieve è il dettato, più essenziale e scarno, più diretto e necessario, più la lingua risponde alla chiamata. È un’esistenza che si racconta attraverso un espediente che organizza e che dice lasciando intatto il mistero, il senso e il non senso, secondo la responsabilità degli anni e della vita vissuta. Biagio Cepollaro
***
da Dentro l’abisso luccica la storia
edizioni L’arcolaio 2011
[tuta absoluta]
mutasti la mia pelle
che al sole si stendeva
nell’assolata terra che mi fu madre
rigoglioso il frutto vi cresceva
rosso e polpa da addentare
prima ancora di prosperare già sognava
di un ricco o un povero il suo pasto
un colore e un lucido che splende
muta la mia pelle e la mia vita cambia
germogli, foglie, fiori e frutti
tutto infestato
muta la mia pelle e cado
solchi e cicatrici e rughe
prima uovo, poi larva e poi crisalide
tuta absoluta
assoluta mutazione e morte
fine senza soluzione
finale soluzione lo sterminio
delle mie solanacee
A lei Pizzo, anima che non s’arrende, ricorda che l’abisso, così come il crepaccio, ha facoltà di ricongiungimento se attraversato insieme; esiste una trama, come un ordine, che non convoca il reale secondo la sola ragione ma che si piega al ritmo del fiato. Alessandra Pigliaru
*
da Il sogno è miele
Premio Elsa Buiese 2009
Che non vi venga in mente di mettermi nel loculo
badate bene sono intransigente
l’ho scritto chiaro e l’ho pure detto
che voglio riposare in un bambù
sotto una quercia a germinare funghi
essere cibo grasso per i vermi, un cane, forse
dissotterrerà le ossa ma niente riuscirà a trovare
la notte le lepri passeranno e le volpi del bosco
dell’infanzia mia racconto, del libro delle favole
di grimm, la strega, la fata, lo gnomo curvo e lento
all’alba giungeranno i cacciatori cammineranno
sopra il mio costato, si fermeranno un poco
sulla tibia, nella mandibola lucideranno pietre
faranno dei discorsi di percorsi
di me non troveranno niente ma sentiranno
un canto e un salmo da quella terra smossa
proveniente, da un nido edificato dagli uccelli.
***
da Catasto
Fara editore 2006
ci vuole silenzio, tanta applicazione
per stanare gli errori
risolvere l’impasse
bisogna partire dalle incoerenze
i numeri son quelli e non si scappa
bisogna spuntarli chiaramente
chiamarli ad uno ad uno
non biascicarli, cocciutamente
così il dettato è incongruente
è come un dogma non convincente
ricominciamo da capo prego
abbiamo tempo e tempo
capisci l’otto?
è l’infinito
si rotola si rotola
e non si finisce mai
***
parola d’ordine collazionare
umettare bene il dito per girare
le pagine, se perdo un foglio
è una disperazione
un senso di mancanza
inconsolabile
oh papera di carta
book antiqua
occhi per volare
piuma per scrivere
dove le tue alette
dove il mio refuso
Antonella Pizzo sa raccontare una realtà che ci coinvolge con la presenza dei sentimenti, allo stesso tempo, intrecciando le parole dentro e fuori il loro significato, costruisce una mappa di orientamento esistenziale sulla quale tutto scorre. Nicola Vacca
***
Antonella Pizzo pensionata dell’Agenzia delle entrate, vive a Ragusa, scrive e legge per passione. Ha scritto e pubblicato alcune raccolte di poesia. Blog personale “chi scrive chi legge”

Ringrazio per lo spazio e l’attenzione e l’accoglienza tutta la redazione di Neobar. Luogo splendido abitato da bella gente. Sono felice di esserci.
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Grazie per questa proposta, è un’autrice che apprezzo particolarmente.
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