Gian Piero Stefanoni: La costanza del cielo

Esce oggi per le edizioni Il ramo e la foglia, La costanza del cielo di Gian Piero Stefanoni

Dichiarazione di poetica

Credo, semplicemente, come autore ma soprattutto come uomo in una parola e in un ascolto che sia al centro delle cose e del mondo, a partire dunque dalle dinamiche che ci determinano a noi stessi e agli altri. Soli non siamo nulla, mi ripeto e avverto continuamente. Soli non ci salviamo. E se la verità dell’uomo è nella condivisione, la natura e la forza di ogni vera poesia è dare dignità e racconto a questo vincolo fatto del medesimo respiro e del medesimo tormento. Io provo a muovermi in questa direzione, conscio della cura e dell’amore ma soprattutto della responsabilità che abbiamo negli accenti che andiamo a riporre nel percorso. Nessuna parola è neutra, e la parola poetica ce lo ricorda ogni giorno traendo proprio da qui il suo germoglio principe. Lo sguardo nuovo che andiamo ad aprire, infatti, non deve incrinare la fede del mondo ma rinsaldarla, farla tornare alla luce proprio dove manca: nella carità e nella prossimità, là dove davvero noi solo siamo. Fede nell’altro e nel mondo la cui misura nell’aderenza alle sofferenze del quotidiano personalmente nasce, va alimentandosi e si interroga all’interno di una Parola più alta. In quella radice di sé che ha nella creaturalità il suo riconoscimento, persona e parole allora figlie stesse di una incarnazione che non cessa di interrogarci, di metterci in crisi nelle nostre risonanze di perdita. È proprio all’interno di questa crisi però , resto convinto, la possibilità più forte per quanto di umano ci è dato per una risposta senza infingimenti- senza vie di fuga- per un racconto di un tempo che procede per cancellazioni e negazioni quando non per conflitti. Una misura che se di qui pertiene- e avviene- non può per quanto mi riguarda non muoversi per sottrazione nell’affondo scarno a levigare, a scrostare dal peso di tutto ciò che della terra ne comprime il respiro, la sacralità come detto nella direzione della vita. La mia attenzione tra l’altro a porre maggiore attenzione ai timbri etici e civili della poesia (sempre nella sua sottolineatura- purtroppo non ricordo di chi- di nostalgia di Dio della terra). Incisioni- preghiere- queste che hanno dei luoghi e dei cuori specifici, naturalmente, e che nei miei versi sono per lo più quelli di Roma, la mia città, oltre che del mio paese certo in accostamento alle dinamiche ora incalzanti ora sfuggenti che vanno risucchiandoci. Ed allora la mia, anche per questo richiamo a una continua spoliazione ad essere prima che autore un uomo migliore, oltre che innamorata (prendendo a prestito il termine dalla nota antologia di Pontiggia e Di Mauro) posso e voglio definirla una parola grata, e viva proprio là dove è possibile, insieme, il rinominarsi e il ricominciare sempre.

Gian Piero Stefanoni

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Gian Piero Stefanoni: La Costanza del cielo, Il ramo e la foglia edizioni 2024

SALITE

Perché per partecipata terra
quest’alito breve, questo profumo
al termine della salita che apre all’azzurro
nell’immagine scoperta dell’uomo.
Perché ancora chiede e dà vita
nell’idea dell’acqua la viola del giorno,
nello stelo la mano rupestre, lo sguardo eretto
che chiama ogni ora nel volto
alla ragione dell’altro.
Perché dalla screpolatura del labbro
e del corpo, nell’umido amore,
nella parola che manca il bastevole scambio.

*

CHIAMATE

Nel pomeriggio lasciò che si alzasse
il cielo e scendesse il colore
sopra il quadro e il letto ramificato,
sopra la chiave portata al collo
nell’inesauribile dell’umile sostanza,
nella parte lunga del giorno.
L’enigma – questo diceva – non è la morte
ma l’ordinarietà del male nella pena,
la tentazione del nulla, la cancellazione del nome.

*

LA COSTANZA DEL CIELO

Sa da dove il frutto
è fatto opera, di quale annuncio,
di quale scaglie l’ombra ora riluce
nello strappo di vita delle forme.
Sa per femminile trasparenza
la visione dell’ultimo nato,
sul ramo la costanza del cielo che non cede.

*

LA PORTA STRETTA

Una carezza l’occhio – per intervallo –
nella regolarità delle solitudini.
Perché dove manca, il posto
nel peso accovacciato allo spurgo –
la porta stretta, il nome dell’altro
nel principio del passo.
Ripete la sua meraviglia nella donna che ha accolto.
Converge all’umano, attaccata a se stessa
la terra, preparata alla morte.

*

LA POLITICA DEL GESTO

È la politica del gesto
che fa il frammento, il mondo
che si percepisce al suo passo,
l’ordine della poesia nella preghiera.
Ambisce alle mani, non bada ai volti
l’entrata in casa della terra,
la memoria del versetto nell’unione delle dita.

*

G. P. StefanoniNato a Roma nel 1967 dove si è laureato in Lettere moderne ha esordito nel 1999 con la raccolta  In suo corpo vivo (Arlem edizioni, Roma- prefazione di Mariella Bettarini) vincendo nello stesso anno, per la sezione poesia in lingua italiana, il premio internazionale di Thionville (Francia)  e nel 2001, per l’opera prima, il “Vincenzo Maria Rippo” del Comune di Spoleto. Ha all’attivo tra cartaceo ed ebook una decina di titoli la sua poesia attirando l’attenzione della critica ed ospitata su diverse riviste e antologie del settore e tradotta in alcuni paesi europei e in America.

Per la critica già collaboratore con “Pietraserena” e “Viaggiando in autostrada” è stato redattore della rivista di letteratura multiculturale “Caffè”  e, per la poesia, della rivista teatrale “Tempi moderni”. Dal 2013 sempre per la poesia è recensore di poesia per “LaRecherche.it”  e dal 2014 giurato del Premio “Il giardino di Babuk- Proust en Italie”. Ha pubblicato uno studio sulla poesia dialettale ed il ricordo Lettere da Malta- Oliver Friggieri e me, sul suo rapporto con l’intellettuale di Floriana.  Tra i riconoscimenti ama ricordare i più lontani, il “Via di Ripetta” e “Dario Bellezza” nel 1997, entrambi per l’inedito, e l’ultimo nella sezione poesia religiosa di “Arte in versi” nel 2021.


3 risposte a "Gian Piero Stefanoni: La costanza del cielo"

  1. Mi congratulo con Gian Piero Stefanoni per la sua ottima vena poetica e la bella capacità di saper versificare, tutte poesie queste proposte molto belle che sanno suonarmi dentro, mi rubo La porta stretta per il Domenicale del prossimo 22 dicembre. Grazie

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