Giusi Tamburello: Lavoratori migranti poeti della Cina contemporanea. Nota di Giancarlo Locarno

Il link alla pagina del volume nel sito delle edizioni Aracne

@racne – Lavoratori migranti poeti della Cina contemporanea – Poesie

Il volume di Giusi Tamburello Lavoratori migranti poeti della Cina contemporanea, Edizioni Aracne, 2023, approfondisce un aspetto della poesia cinese attuale che ha suscitato interesse anche nel mondo occidentale per le spiccate caratteristiche di novità, è una poesia che si occupa del mondo del lavoro visto e analizzato dal di dentro, dal momento che tutti questi poeti sono stati per anni lavoratori migranti e precari. Questo volume approfondisce il suo precedente lavoro, Quando la poesia si fa operaia, Edizioni Aracne, 2019, che illustrava teoricamente lo sviluppo e le caratteristiche della poesia dei lavoratori cinesi, con questo lavoro, che contiene una corposa antologia, ci fa leggere anche i loro testi. Un volume che consiglio di leggere agli appassionati di poesia, è come fare un’immersione in una realtà cruda e passare qualche ora in fabbrica con loro, per scoprire che la poesia parla anche dove meno ce lo si aspetta, là dove con le tute di lavoro si soffre.

Con la riforma economica di Deng Xiao Ping del 1978 denominata “Riforma e apertura” cominciarono in Cina le privatizzazioni, tranne che in alcuni settori strategici come quello petrolifero e la fine del controllo statale sui prezzi. Si passava dalla pianificazione centralizzata e dalla proprietà statale al mercato dei capitali e all’apertura verso gli investimenti stranieri.

Questo ha comportato necessità di ampliare la forza lavoro nelle fabbriche delle grandi città, e la conseguente migrazione di massa dalle sterminate campagne cinesi verso le città in cerca di lavoro. Sono lavoratori sfruttati, soffrono per le condizioni di lavoro opprimenti e la paga scarsa.

La diffusione di questa poesia in Cina e nel mondo ha contribuito un po’ a migliorare la loro situazione, che rimane comunque complicata, non possono nemmeno difendersi costituendosi in sindacati indipendenti, perché anche l’attività sindacale è controllato direttamente dallo stato, che non sembra particolarmente sensibile nell’affrontare i problemi dei lavoratori.

Giusy Tamburello, oltre che docente di lingua e letteratura cinese a Palermo, ha insegnato anche in Cina, e ha una conoscenza diretta dei poeti e della loro poesia.

Le poesie presenti nel volume sono di ventiquattro autori e sono state scelte dalla poetessa Zheng Xiaoqiong e proposte all’autrice per la traduzione. Sono state pubblicate dapprima sulla rivista cinese  “Zuopin ()”- “Produzione artistica”, insieme con la loro traduzione in italiano, che è quella presentata  in questo volume.

I primi quattro capitoli sono dedicati ad altrettanti poeti particolarmente rappresentativi di questo filone poetico, e sono:

Yang Ke che ne è il decano, classe 1957 dopo anni di lavoro come ferroviere attraverso l’attività poetica migliora la propria posizione sociale diventando dapprima caporedattore della rivista Zuopin, quindi divenendone successivamente il direttore.

Zhen Xiaoqiong, nata nel 1980, ha lavorato come operaia in diverse fabbriche nel Guandong. Con la sua opera poetica ha ricevuto premi prestigiosi, ha partecipato a festival di poesia in varie parti del mondo, divenendo anche vice direttrice della rivista Zuopin.

Xie Xiangnam, nato nel 1974, ha lavorato per anni in lavori umili, come facchino, operaio di macchine utensili, guardia giurata e vari altri. Viene considerato dall’autrice particolarmente rappresentativo dei diversi temi affrontati dai poeti operai.

Xu Lizhi nato nel 1990, lavorava alla Foxconn, un’azienda multinazionale di Taiwan, che è la più grande produttrice di componenti elettronici e rifornisce le principali aziende di cellulari e computer. Nel 2014 a solo ventiquattro anni si toglie la vita gettandosi dal diciassettesimo piano di un palazzo della Foxconn.

Dei poeti Xu Lizhi e di Zhen Xiaoqiong , che a me sembrano tra i più interessanti, sempre su Neobar ho pubblicato precedentemente per ciascuno un post con alcune delle loro poesie nella mia traduzione (Xu Lizhi , Zhen Xiaoqiong). 

Gli altri capitoli del volume sono composti con poesie che rispecchiano le tematiche e le difficoltà che si riversano sui poeti una volta gettati nella vita di fabbrica, e sono:

Il distacco dal villaggio, i lavoratori provengono dai villaggi delle campagne cinesi, staccarsi dalla vita precedente è sempre doloroso, si sogna di migliorare la propria condizione ma spesso si precipita in un pozzo senza fondo di nostalgia e spesso viene meno la speranza.

Il confronto tra la città e la campagna, la città coi suoi tempi sfrenati e la sovrappopolazione viene confrontata con tempi che seguono i cicli della natura caratteristici della campagna. Il risultato di questo confronto è di frequente il disadattamento ma anche il desiderio di superarlo.

Le condizioni di lavoro, questo è il capitolo più ampio, i poeti riportano la loro esperienza del lavoro di fabbrica, la loro fatica e la loro frustrazione, ad esempio racconta la sua storia un levigatore, si racconta la giornata di un responsabile di un magazzino, e quella di una ragazza che serve piatti.

Sono vite scandite da fatti minimi, ma le loro contraddizioni, che arrivano a mettere in discussione il proprio io e il proprio ruolo nel mondo, sono vissute con grande consapevolezza.

Jiang Ming, uno dei poeti, si chiede “Io chi sono”:

“Sono un contadino, ma non so coltivare la terra;

sono un operaio, e porto un cappello da contadino.

…..

Io però non riesco a trovare me stesso!”

Problema importantissimo sono poi gli incidenti sul posto di lavoro. I lavoratori sono spesso vittime di macchine che maneggiano senza un’appropriata preparazione o sono vittime di incidenti nei cantieri, la vittima è solo una vite che cade, la produzione continua, al lavoratore rimane tutto il dolore e una consapevolezza impotente.

I sogni negati dei giovani lavoratori, si lasciano le campagne nella speranza di trovare un lavoro e partecipare alla ricchezza delle grandi città, ma è un’illusione, la massima libertà concessa alle imprese corrisponde anche al massimo sfruttamento, trovano solo lavori faticosi, pochissimo tempo lasciato libero dai turni massacranti. Ma nonostante tutto questo riesce a scaturire la poesia, una poesia che ci butta in faccia la realtà, non ci sono compiacimenti narcisistici, non è prodotta da gente che ha tutti gli agi e il tempo che vuole nella sua torre d’avorio.

Nonostante la lucida comprensione del proprio stato e la resistenza accanita in attesa del cambiamento, i lavoratori non raggiungono il livello di una lotta politica. Rimane un dolore e una rabbia che comunque si cerca di non lasciare confinata nel proprio solitario io, ma di espanderla ad abbracciare un significato sociale, la cui crudezza ha anche risvegliato l’interesse dell’occidente, ma con difficoltà e a fatica si trasforma in attività che cambia la natura dello sfruttamento.

Nell’ultimo capitolo il discorso si allarga, la poesia dei poeti lavoratori cinesi viene accostata alla poesia europea che si è occupata delle condizioni di vita dei lavoratori a partire dalla rivoluzione industriale, tra i vari autori viene citata Barret Browning e riportati dei brani di: the cry of the children poesie sullo sfruttamento dei bambini nelle miniere inglesi nel XIX secolo. Si citano anche Ada Negri, Stefano Vilardo che raccoglie in versi le sofferenze dei migranti siciliani in Germania. E poi anche Luigi Di Ruscio con le sue Poesie operaie che nascono dall’esperienza diretta nelle fabbriche metallurgiche norvegesi, dove il poeta era emigrato per sfuggire alla disoccupazione e alla povertà in Italia, questo autore per me è quello più vicino ai poeti lavoratori cinesi, si respira la stessa aria e si nutrono le stesse speranze e si affrontano le stesse delusioni.

Ringrazio in modo particolare l’autrice che mi ha consentito di riportare le tre poesie che seguono con la sua traduzione.

Giancarlo Locarno

Nel video delle edizioni Aracne un’intervista a Giusy Tamburello che parla del suo libro e del suo lavoro:

Liu Lihua
È nata nel 1984 a Yangxin nello Hubei. Ha lavorato in una fabbrica di batterie nel Guangdong, poi in varie fabbriche del legno, della plastica, stc. Le sue opere sono state pubblicate in molte riviste.

Strumento per le impronte digitali

ogni giorno controlla la nostra identità
se le costole impresse ieri stiano ancora reggendo il nostro corpo
se durante un sogno a notte fonda siano spuntati dei nuovi elementi
se la nostra schiena dolorante conservi la sua umile curvatura
se le nostre dita piene di cicatrici mostrino segni di ruggine
se le nostre anime piene di polvere e di rumori
stiano sempre obbedendo all’incalzare e alle frustate dei macchinari
esso deve sempre ricontrollare una volta, torturare un’altra volta
fin quando tutto non combacia
con grandi mani gelide ci comprime sullo stampo
imprime l’impronta, ripete
noi una volta di più ci stringiamo,
come mucchio di bozzoli, in un silenzio collettivo


《指纹机》
每天它都要复核我们的身份
昨天种下的肋骨,是否还在支撑我们的身体
经过深夜的梦境是否又长出新的枝桠
疼痛的脊梁是否保持弯下的卑微
布满伤疤的手指是否有生锈的迹象
落满尘埃和噪音的灵魂
是否还在服从机器的追赶与鞭打
它都要核对一遍, 拷问一遍
直到完全吻合
用冰冷的大手将我们塞进模子里
刻印、重复
我们将自己一再缩紧
像一群茧,集体沉默




He Zhenzong
È nato nel 1973 a Chongqing, ha lavorato per diciotto anni presso un mulino, poi presso l’ufficio documentazione della polizia stradale per diventare poi vicedirettore di una rivista aziendale. Le sue poesie sono pubblicate su diverse riviste e ha vinto vari premi.

Stele commemorativa

al sud
nelle crepe di grattacieli uno a uno torreggianti
più di una volta nei media ho visto
notizie del tipo:
in un certo anno in un certo mese in un certo giorno a una certa ora a un certo minuto
in un certo posto in una certa via in una certa costruzione mentre lavorava
[al completamento del tetto dell’edificio
un lavoratore migrante “sfortunatamente” è precipitato giù dal tetto
uno o più cavi d’acciaio rinforzato dello spessore di un pollice
passando per la coscia per il sedere gli hanno trafitto il corpo
trapassandogli la carne
ha scarse probabilità di sopravvivenza …
grazie ai soccorsi alcuni per miracolo sopravvivono
altri smettono per sempre di respirare smettono per sempre di lavorare

già, questo però era un mio compagno di lavoro
ha lasciato la famiglia i parenti per una vita di difficoltà
ha fumato sigarette scadenti
quando si ammalava beveva una ciotola di infuso di zenzero
con in spalla un’imbottita arrotolata si è sentito a casa ovunque
un compagno che correva là dove c’era bisogno di forza lavoro
dove il sudore costa veramente poco
ma i sogni sono davvero molto pesanti
questo era proprio un mio compagno di lavoro
spesso con i suoi sogni ha decorato i sogni degli altri
i sogni degli altri
ecco che ora sono diventati la sua stele commemorativa



《纪念碑》
在南方
在一栋栋拔地而起的摩天大厦的缝隙里
我不止一次地从媒体上看到
类似的新闻_____
某年某月某日某时某分
某地某街某座正在封顶的大厦
一个外省民工“不幸"从楼顶摔下
一 根或数根大拇指粗的钢筋
从其大腿臀部斜插进肌体
穿肉而过
命根险遭不测……..
经抢救 有的奇迹生还
有的永远停止了呼吸 停止了工作

这可是我的打工兄弟呀
抛家舍亲 风餐露宿
抽劣质香烟
病了喝一碗姜汤 背着铺盖卷四海为家
向一切需要力量的地方涌动的兄弟
汗水却相当廉价
梦却又十分沉重
这就是我的打工兄弟
常常用自己的梦装饰别人的梦 别人的梦
恰好成了他的纪念碑



Fang Zhou
Nato nel 1966 a Xinhua nello Hunan, ha lavorato per quindici anni nell’area urbana di Chang’an. Ha fondato l'Associazioni degli scrittori di Chang’an. Ha scritto molti volumi e ricevuto diversi premi.




Ragazze che producono scarpe

un gas indistinto
si diffonde nelle officine in cui si producono scarpe

ora è primavera
la primavera non può abbattersi né può ritrarsi
le foglie della primavera possono soltanto
tremolare lievi in un certo vento
che proprio come la felicità e gli amori della maggior parte della gente
tacitamente si trasmette agli arti più intimi
a quelle parti che il linguaggio non può accarezzare
emette agevolmente il suo suono

questo suono è così intimo
ma non riguarda le ragazze che producono scarpe
le ragazze che producono scarpe
i loro corpi
sono tute da lavoro o semilavorati di scarpe con un numero di codice
registrati, classificati, sigillati, riutilizzati

proprio come il responsabile del personale non riesce a dire i loro nomi
nemmeno loro riescono a dire i troppi segreti dei calzaturifici della zona industriale

un gas indistinto
permea il corpo delle ragazze

un inserto pubblicitario in televisione …
un paio di scarpe ingrandite
corrono su una terra senza confini
Times Square
una fila di boutique di scarpe
la gente parla di moda, di senso poetico, di bellezza e anche di fede
scarpe sul palmo di una mano
sul palmo di una mano rimangono dettagli della corrosione della gioventù
un gas certificato come tossico
continua a diffondersi nelle officine della gioventù

Telegiornale:
una ragazza lascia la fabbrica e rientra al suo povero villaggio
la sua carriera industriale è una cartella medica piuttosto dubbia
un altro gruppo di ragazze che producono scarpe
in un’officina in cui è proibito parlare immagina la primavera

un paio di scarpe, mille paia di scarpe, innumerevoli paia di scarpe
corrono nell’epoca che ci sta accanto
col suo suono che colpisce nel profondo
intima ad avanzare

… ha avvolto le foglie della primavera
e i corpi delle ragazze





《制鞋少女》
一 种不明气体
在制鞋车间里弥漫

这是春天
春天不会倒下也不会撤离
春天里的叶子只会在
一 种风里轻轻地颤抖
就像大多数人的幸福和爱情
只含蓄地传递给亲密的肢体
在语言触摸不到的地方
轻快地发出它的声音

这种声音多么内在
但它和制鞋少女无关
制鞋的少女
她们的身体
是一厢厢统一编码的工衣或鞋坯
登记,归类,封闭, 重复使用

就像人事部经理说不出她们的名字
她们说不出工业区鞋厂太多的隐秘

一种不明的气体
正穿过少女的身体

电视广告插播 一 一
一 双放大的鞋
在没有极限的大地上奔跑
时代广场
一字排开的精品鞋店
人们讨论时尚、诗意、美以及信念



Giusi Tamburello
Professore associato presso l’Università degli Studi di Palermo dove, ricalcando la sua precedente esperienza presso l’Università degli studi di Lecce, ha contribuito a fondare la sezione di studi cinesi. Docente di lingua e Letteratura cinese, nella sua ricerca focalizza l’attenzione sulla letteratura cinese moderna e contemporanea e in particolare sullo sviluppo del racconto e della poesia. Ha tenuto corsi presso l’Università degli Studi di Macerata, insegna anche in Cina presso la Capital Normal University di Pechino e la Sichuan University di Chengdu, e partecipa a convegni sulla letteratura cinese in Italia e all’estero, soprattutto in Cina e negli Stati Uniti.
Nel 2019 con Aracne ha pubblicato il volume “Quando la poesia si fa operaia”
e nel 2023 “Lavoratori migranti poeti della Cina contemporanea”.




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