
“La ricerca della veritàlia è più
preziosa del suo possesso”
Albert Einstein
“Ho nostalgia della gente povera e vera
che si batteva per abbattere quel padrone
senza diventare quel padrone.”
Pier Paolo Pasolini
ebook:
Nota di lettura di Giancarlo Locarno:
E’ un libro voluminoso e complesso questo di malos, ricco di nomi e di documenti. Racconta una storia d’Italia dal dopoguerra agli anni ottanta, che tutti noi di una certa età abbiamo avuto l’opportunità di vivere e seguire nelle cronache dei giornali e dei telegiornali. Tanti avvenimenti che ci sono noti ma che spesso abbiamo considerato slegati gli uni dagli altri. Con la sua analisi rigorosa dei fatti e dei documenti scopriamo invece che sono tutti collegati da fili che poi si intrecciano, la strage di Piazza Fontana, quella di Bologna, il rapimento di Moro, la bomba in Piazza della Loggia a Brescia e tanti altri attentati non sono altro che tanti tasselli della “strategia della tensione” il cui significato è quello di terrorizzare la popolazione per convincerla della necessità di un colpo di stato che attui una dittatura militare in funzione anticomunista.
La costruzione di questo consenso al golpe viene individuata chiaramente nelle connessioni tra CIA ( è interesse degli americani impedire che la sinistra abbia un ruolo di governo), SID, SISMI, mafia, P2, gruppi neofascisti, DC e altri politici “deviati”. Tutto questo movimento sommerso agisce per fare in modo che il potere economico dei grandi gruppi finanziari sia quello che detta le regole degli stati calpestando perfino le loro costituzioni. Questo è l’ordoliberismo, che si vuole imperante, io pensavo fosse un neologismo di malos, come a dire un’orda barbarica di liberismo, invece è una teoria economica della quale dice Michel Foucault:
Gli ordoliberali sostengono che bisogna (…) porre la libertà di mercato come principio organizzatore e regolatore dello stato, dall’inizio della sua esistenza sino all’ultimo dei suoi interventi. Detto altrimenti: uno stato sotto sorveglianza del mercato, anziché un mercato sotto la sorveglianza dello stato”.
Senza nessuna remora Cefis nel suo discorso all’accademia militare di Modena nel 1972 dice: “La mia patria si chiama multinazionale”, i governi frenano il processo di sviluppo delle multinazionali. “fino a quando il nostro continente sarà frammentato in diversi stati, le iniziative delle affiliate alle multinazionali dovranno sempre combattere un certo clima di diffidenza e di sospetto dovuto al fatto che i loro centri decisionali più importanti sfuggono al controllo del potere pubblico locale”.
Leggere questo libro è stato un po’ come imparare che anche la storia ha il suo inconscio costituito da tutte le connessioni tra i fatti che vengono rimosse e volutamente cancellate e poi dimenticate. Ma questo rimosso con un’analisi razionale può ritornare alla coscienza di un popolo, di una nazione. Malos è molto critico anche sulla costruzione dell’unione europea, l’Europa, dice in sostanza, attualmente non è altro che una struttura che realizza questa dittatura dell’economia, quasi fosse nata per realizzare i sogni di Cefis. Io ho sempre pensato che l’Europa avrebbe dovuto essere un’organizzazione di carattere politico piuttosto che economico, e non ho mai apprezzato il fatto che si è data importanza più all’unione economica e scarso peso a quella politica. Io penso ad un continente unito da una forma di federalismo, un governo Europeo comune che costituisca un’unità politica del continente, e poi seguono tutti governi nazionali, secondo me si costruirebbe un “Luogo” più forte (anche militarmente) e il più bello in cui vivere per l’ampiezza delle libertà personali e di pensiero.
L’unione economica dell’Europa è fondata sulla concorrenza, sulla stabilità dei prezzi e sull’indipendenza della banca centrale. L’Italia invece è fondata sul lavoro, la costituzione dice che o stato deve intervenire per risolvere il conflitto sociale garantendo l’occupazione piena. Se allo stato viene impedito di regolare l’economia per ottenere quei risultati, allora si agisce contro la costituzione e si deriva verso l’ordoliberismo.
Nel 1978 nello SME anche con la benedizione della sinistra, Berlinguer dice di voler portare la lotta di classe a livello europeo. Viene anche istituiti L’ECU come moneta scritturale, nel libro si osserva come il cambio quasi fisso, che consente solo minime oscillazioni ha procurato diversi problemi all’Italia favorendo ad esempio la Germania. (C’ero anch’io a Genova all’ultimo comizio di Berlinguer, ero andato con i compagni del circolo ARCI di Cardano, nel suo discorso ha ribadito che “la forza propulsiva della rivoluzione d’ottobre era ormai conclusa”. Già tutti avevamo capito e pensavamo che la forza propulsiva dell’URSS fosse ormai esaurita da qualche decennio, ma non ci piaceva che fosse esaurita quella della rivoluzione d’ottobre. Pochi giorni dopo purtroppo Berlinguer muore per un ictus. Da parte mia comunque da allora non ho più votato PCI, sono passato a Democrazia Proletaria).
Mi soffermo in modo particolare sull’inizio del libro e poi sulla sua fine.
Il volume comincia con l’analizzare la morte di Enrico Mattei. Il 27 ottobre 1962 alle 19 l’aereo privato sul quale viaggiava proveniente da Catania e diretto a Linate precipita nel pavese a una ventina di chilometri da Milano. Furono fatte delle indagini approssimative e le commissioni di inchiesta istituite da Andreotti cercarono di convincere che si fosse trattato di una fatalità. Si trattava invece di depistaggi. Eugenio Cefis che ha sostituito Mattei alla guida dell’Eni fa perfino fondere i resti dell’aereo, pensando di far sparire delle prove. Mattei comincia la sua carriera all’Agip, dove si oppone alla sua privatizzazione. La sua visione è quella di volere l’indipendenza energetica dell’Italia, che ha quindi bisogno di una sua società petrolifera, senza dipendere completamente dalle “sette sorelle”. Quando nasce L’ENI nel 1953 Mattei diventa presidente e poi Direttore Generale. Capisce l’importanza del metano come combustibile in particolare per il riscaldamento.
(Mi ricordo da bambino negli anni sessanta quando in cortile dicevano che arrivava il metano. Io non sapevo bene cosa volesse dire, avevo capito che era un gas che girava nei tubi. Per giorni gli adulti non parlavano altro che del metano che sarebbe arrivato, come se fosse più importante del Natale, che anch’esso stava arrivando. Anch’ io allora ho cominciato ad aspettarlo con ansia. Un giorno sono entrati nel cortile con una ruspa hanno scavato, io li guardavo dalla ringhiera, hanno posato i tubi, alla sera hanno richiuso tutto, alla fine tutti erano contenti perché avrebbero avuto il metano. Un po’ di tempo dopo ho capito, basta stufa economica a legna, e basta bombola del gas per i fornelli. Tutto quello che serviva arrivava direttamente in casa, e tutti nel cortile erano corsi a farsi attivare questo metano, ovviamente anche i miei genitori. Nel negozio dell’Aldo che vendeva le bombole non erano così contenti come gli altri, d’altronde non si può accontentare sempre tutti).
L’ENI operava indipendentemente dalle sette sorelle, e questo danneggiava il loro monopolio. Mattei aveva cacciato il suo braccio destro Cefis dopo averlo trovato a spiare carte riservate nel suo ufficio. Dopo l’uccisione di Mattei Cefis diventa la guida dell’ENI. Su Cefis viene scritto un pamphlet da Giorgio Steimetz. Nel libro Cefis viene descritto come una persona che trama nell’ombra, in contatto con i servizi segreti e che fa il gioco delle multinazionali del petrolio. Il libro sparisce subito dalle librerie, non se ne trova più una copia, nemmeno nelle biblioteche. Io l’ho cercato, pensavo che forse avrei potuto trovarlo in qualche occulta libreria alchimistica di Praga, invece è anche su IBS con disponibilità immediata, l’ho inserito per il prossimo acquisto, è stato ristampato nel 2010.
Per farla breve, l’omicidio è avvenuto per un accordo tra multinazionali petrolifere, servizi segreti americani e italiani e la manovalanza mafiosa. Buscetta ha dichiarato che: Mattei fu ucciso su richiesta del capo di Cosa nostra americana perché con la sua politica aveva danneggiato importanti interessi americani nel medio oriente. In effetti Cefis ha riportato l’Italia alla dipendenza delle multinazionali.
Finisco qui sul caso Mattei, che mi ha interessato in modo particolare, allora ero troppo piccolo, e non ho potuto seguirlo direttamente, e poi non avevamo neanche la televisione. Voglio notare ancora che il libro è ricchissimo di fatti, di nomi e di sentieri sotterranei da seguire dove la realtà non è quella che si vede, per questo è anche difficile da commentare, ho cercato di fare un’estrema sintesi mentre il libro è tutto un’analisi.
Si analizzano tutti i fatti dalla strage di Piazza Fontana a Milano, quella alla stazione di Bologna e in Piazza della Loggia a Brescia, l’attentato all’Italicus, l’omicidi del commissario Calabresi e del generale Dalla Chiesa, per citare solo alcuni degli avvenimenti. Il lato buio della storia recente italiana è costellato di cadaveri, non solo di quelli che cercavano di ristabilire, come servitori dello stato, l’interesse pubblico contro quell’ intreccio di interessi finanziari delle multinazionali, della mafia, dell’estremismo di destra e della massoneria che si sono indissolubilmente legati.
Muore non solo il giudice Levatino e Ambrosoli, che “se l’andava cercando” come disse Andreotti, muoiono anche “i cattivi” quando diventano pericolosi per il sistema della grande corruzione perché potrebbero parlare, come Calvi (nessuno ha mai creduto davvero che si fosse suicidato sotto il ponte dei Frati Neri ) o il criminologo Semerari.
Salto Sindona, Berlusconi e l’intoccabile Licio Gelli e arrivo alla conclusione con il caso della morte di Pasolini. Dice malos che Pasolini: “Nella storia della cultura italiana è forse l’unico intellettuale che abbia rifiutato qualsiasi compromesso con la società dei consumi e col Potere costituito, pagando con la vita il suo dissenso.” Cita Pasolini: “se la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la società dei consumi ha bene realizzato il fascismo”. Il cittadino diventa il consumatore.
A proposito della società dei consumi, nel libro viene anche citato Edward Bernays come uno dei responsabili del suo avvento, nonché inventore “dell’ingegneria del consenso”. Viene riportato l’esempio di come Bernays ha aiutato i produttori di tabacco che per aumentare i profitti volevano vendere le sigarette anche alle donne, che nei primi decenni del 900 non fumavano perché considerato sconveniente. Bernays riuscì a convincere gli ambienti femminili progressisti che la sigaretta è un simbolo del potere maschile, e che per essere favorevoli all’uguaglianza e alla libertà tra uomini e donne, non si può che apprezzare il tabacco che diventa così simbolo di libertà, e che inoltre raddoppia anche i profitti per le aziende delle sigarette. Devo dire che non conoscevo per niente Bernays, ho trovato due suoi libri (in inglese) che comprerò “Cristallizing public opinion” del 1923 e “Propaganda” del 1928.
Avevo riletto qualche mese fa il libro “Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione, morte” a cura di Laura Betti pubblicato nel 1978. Volevo confrontarlo con questo di malos, ma il materiale giudiziario sulla morte è piuttosto scarso. Riporta che nel 1976 il tribunale dei minori dichiara Pelosi colpevole di omicidio volontario in concorso con altri. Un anno dopo nel 1977 in appello si ritiene che manchi la prova del concorso con altri. Nel suo scritto Carla Rodotà analizza i fatti che invece portano alla convinzione della presenza di altri, e si ferma qui, nel 78 non si conoscevano ancora i nomi, e non si parlava ancora dell’adescamento fatto prospettando la restituzione dei nastri di Salò.
Dopo la sua analisi malos riassume:
- Pelosi era presente all’idroscalo ma altri hanno ucciso Pasolini
- Non c’è incontro sessuale, Pasolini viene attirato con la scusa della restituzione dei nastri rubati del film Salò.
- Pasolini viene ucciso da almeno quattro persone, tra le quali probabilmente i fratelli Borsellino e Johnny lo zingaro.
- Pasolini attraverso un carteggio con Ventura (non sapevo proprio dell’esistenza di questo carteggio) forse era entrato in possesso di informazioni pericolose per i politici democristiani.
- Si temevano le ricerche di Pasolini per la scrittura di “Petrolio”, del quale malos fornisce una “sinossi fabulistica” (anche nel film “La macchinazione” di David Grieco, Pasolini incontra Steimetz e gli chiede del suo libro su Cefis). Questo voluminoso testo un po’ saggio, un po’ romanzo sperimentale tratta anche della gestione delle società petrolifere (l’ENI ad esempio) come paradigmi di un potere nascosto (Cefis nel romanzo è Troya).
In conclusione il libro è molto articolato ma anche molto avvincente, spero di aver effettuato una sintesi rispettosa della sua complessità.
Concludo Allegando nella pagina successiva l’articolo sul Corriere della Sera, 14 novembre 1974: Cos’è questo golpe? Io so di Pier Paolo Pasolini. Si capisce leggendolo che Pasolini già intuiva tutto quello che malos ci ha raccontato con dovizia di documenti nel suo libro, ma Pasolini dice di non poter fare i nomi perché non ha le prove e nemmeno gli indizi. Dopo tanti anni ci sono prove e indizi e ora malos può fare anche i nomi.


malos mannaja (noto agli amici come “il nano malefico”, o più succintamente, “nano”) è un minuscolo mammifero nato sul terzo pianeta del sistema solare ben più di mezzo secolo fa. se si pettina le rughe da vicino, ancora fa l’alone nello specchio e tale circostanza ha rafforzato in lui la convinzione sovversiva d’essere tutt’ora vivo. ha introdotto in Italia l’antimateria di studio della “multiversional reality” e della “brainstorm quadrumany.” ha scritto e diffuso saggi analitici sulla filosofia del poema biblico mediterraneo (come “the three pillars of any literary work” e “le nombril de l’artiste silipsist”). ha collaborato con riviste italiane e internazionali preferendo posizioni post-monkeynesiane, ben distinte da quelle kitcheniste e tardomoderniste, posizioni che qui, per ovvie ragioni di spazio acrobatico non è possibile approfondire (si rimanda pertanto alle pagine 33, 38 e 69 del Kamasutra). di lui si dice che sia un ottimo contadino, un buon padre di famiglia, un discreto marito, un medico mediocre nonché un pessimo scrittore. la sua eventuale presenza in qualunque consesso letterario “alto” è tecnicamente astrusa (per ovvie ragioni statimetriche), ma a volte, per finalità meramente scientifiche legate al suo amore per l’etologia umana, è entrato in incognito in qualche salotto camuffato da nano da giardino. nell’arco della sua esistenza, ha partorito una corposa produzione letteraria: oltre ai saggi già citati, cinque romanzi, tre raccolte di racconti e sette sillogi impoetiche (per maggiori dettagli in proposito si rimanda ai migliori trattati di storia della letteratura mondiale post-moderna). strenuo sostenitore dell’intrinseca superiorità della prosa sulla poesia, tiene pertanto a precisare che i suoi componimenti in versi sono “prose acapate” o al massimo “neurodeliriche”, ma giammai Poesie. nel 2002 ha scontato sei mesi di carcare per aver rotto l’anacoluto di un avatar letterario che l’aveva scambiato per un Poeta. crede ancora nell’umanesimo sociale normato dalla Costituzione italiana e ritiene Federico Caffè, Pier Paolo Pasolini, Ennio Flaiano, Gianni Rodari e Kurt Vonnegut la sua cinquina di spiriti guida. ha sempre rifiutato le pur mirabolanti offerte di famose case editrici per restare fedele alla filosofia del copyleft, ritenendo che il libero accesso all’arte sia un diritto naturale dell’essere umano e che l’arte non debba mai essere asservita al mercato (concetto difficilissimo comprendere per chiunque nasca e viva nell’Ipermercato Globale). dal 2008 al 2015, insieme a un manipolo di generosi collaboratori, ha sostenuto Copylefteratura.org, una biblioteca copyleft. di tanto in tanto, scrive cose su neobar.org e su copylefteratura.wordpress.com.
se volete scrivergli, è contattabile all’indirizzo mail: malosmannaja@libero.it
ringrazio davvero di cuore Giancarlo per questa dettagliata e “vissuta” nota di lettura, che coglie punti nodali del testo e li arricchisce di considerazioni come sempre preziose.
aggiungo alcune considerazioni per gli eventuali volenterosi lettori.
è probabile che per apprezzare appieno il quasi-saggio storico sia necessario avere almeno 55-60 anni (e quindi avere una qualche familiarità con gli eventi e i nomi trattati), ma l’idea che questa ri-storia d’Italia sia un reperto fossile di ere geologiche lontane è grossolanamente errata.
difatti, la “distanza nel tempo” è molto relativa se pensiamo che ancora oggi in prima pagina sui maggiori quotidiani troviamo la notizia che Piritore (ex della Mobile di Palermo ed ex Prefetto) è stato messo agli arresti domiciliari dalla Procura di Palermo perché ancora oggi sta depistando le indagini sulla morte di Piersanti Mattarella. Piritore che, secondo i pm palermitani, aveva (inevitabilmente) stretti rapporti con Contrada (nome che oggi dice poco al 95% degli italiani, ma che è stato importante “scrittore” di opache pagine verItàliche).
di più, ancora oggi il mostruoso lueviatano dei sogni bagnati di Cefis detta legge in Europa stritolando le socialdemocrazie nate delle ceneri della seconda guerra mondiale e sbranando un pezzo dopo l’altro la sostanza della Costituzione Italiana. ancora oggi, una mostrUEosa dittatura fondata su trattati economicisti (che nulla hanno a che fare con la cultura europea), non contenta di aver ridotto con una “surplus war” la società civile a mercato schiavista per mercantilismi rivali (distruggendo il tessuto produttivo del continente fino a fare dell’Europa il buco nero dell’economia mondiale), punta ora a rilanciarsi (o meglio sopravvivere) puntando tutto su una “real war in flesh and blood” con annessa economia di guerra rinfocolando deliri bellicisti da guerra tiepida più che fredda…
capisco Giancarlo quando si rammarica che, in sostanza “immaginava e avrebbe voluto un’altra Europa” (d’altro canto, se nell’immaginario collettivo non ce l’avessero infiocchettata/inghirlandata a dovere dal Britannia in qua, pochi avrebbero *accettato* di barattare Keynes con von Hayek o Caffè con Monti e Draghi). ma non cadiamo nell’errore concettuale di pensare che un soggetto comune europeo possa essere altro rispetto a un soggetto economico: più il potere è accentrato e fisicamente lontano dal popolo (i.e. più il potere è sovranazionale), più tenderà a rispondere in modo sempre più esclusivo ai poteri forti economici sovranazionali. *qualsiasi* UE sarà meramente una diversa maschera applicata sul volto truce di un custode dell’ortodossia ideologica neoliberale e globalista su cui prosperano i grandi capitali economici e finanziari. e credo che ripercorrendo la storia verItàlica si possa comprendere il perché…
che aggiungere? che oltre allo sconvolgente “quadro d’insieme” in molte occasioni anche solo il rivivere le singole storie di chi ha “abitato” quegli anni mi ha strappato lacrime mute (Ambrosoli, Basile, i Mäder, la Corrocher, la Setti Carraro… giusto per citare solo qualche nome).
insomma, l’invito che vi reca la verItàlia è a non perdere la memoria in un contesto dove il “presentismo” individualista della società capitalista-liberista-consumista impera: dimenticare la nostra storia ci condanna a ripeterla.
la verità, assai spesso è più complessa (e più scomoda) di come appare, ma è lo stesso preziosa… così preziosa che tutti i falsari cercano di riprodurla.
estote parati.
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Interessantissimo Malos, è ammirevole la tua tenacia e la tua volontà di ricerca e precisione
Doris
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Riporto un commento di Serena Tozzi lasciato su Fabebook:
Serenella Tozzi
Solo oggi se ne può parlare liberamente, il che significa che siamo finalmente sulla via del recupero della dignità nazionale.
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@Doris Emilia Bragagnini. grazie Doris, in effetti, da “giovine” fui PhD… ohi, si vede che la passione per la ricerca ce l’ho proprio nel sangue.
: )
@Serenella Tozzi. mi piace molto il tuo ottimismo. per contro, da pessimista comico, temo che significhi che “le verità” storiche ci sono precluse mentre accadono (pena l’eliminazione fisica di chi osa svelarle) mentre diventano (in gran parte) indagabili a distanza di molti anni.
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malos bello, ma che bello! Questo tomo è importante, un documento prezioso, un gustoso lecca-lecca al tamarindo politico, sociale, filosofico, sociologico, ecdotico e altro, altro ancora oh my god! Un’opera omnia esfiltrante, che malosmannajzza con la sega a nastro tutto il caccame, il cispaio, il pisciume, il vomito caffeano, il cerumitico succeduti in questo ultimo mezzo secolo di storia italiana per opera di maggiorenti disastrati tucur.
Un abbraccione dal Brasio, scienziato caro.
g
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Giorgio!!! mi riempie il cuore di gioia ritrovare ancora così vivo e vitale il tuo brunellesco tripudio di lemmi viscerali!
: )
io invece invecchio e ciò non è certo d’aiuto per il mio inguaribile pessimismo comico.
un abbraccio fraterno dal nano.
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