Margherita Ealla: Non è ancora il tempo delle mele

Eva Eun-Sil Han

A. / ristà di mela tonda / a chiappa l’onda
/ di gusto in bocconcini /
lasciando i semi / ma quanto cari.


e dopo e ancora
sul torsolo della montagna
chi viaggia gira
troppo tempo al largo

si incunea pizzicando
fra il se e sé domanda
quale buon vento
ha convertito fin qui lo spazio d’aria

la casa che prepara la stoviglia
già guarda al buio .

Sono al sicuro, ridosso della coda
i centri commerciali più alla moda
e ogni tanto il banchetto delle mele
di cella frigorifera, fuori stagione
ma rosse e gialle in modo accattivante

un gusto meglio che niente
nel mordi e fuggi del fine settimana.

Così arrivare in cima
quasi un momento
incontro al proprio
panico dentro
nel profumo che è manciata del sambuco
al pestello tutto fiorito e chiaro sull’asfalto

In questo naso che non va
più in là di un palmo
cercando infanzia di lucerna a zonzo
ma che annusa il piatto
e un volto
dentro la goccia di minestra

nel riflesso scotta
qui vicino.

http://suiduepiedi.splinder.com/


10 risposte a "Margherita Ealla: Non è ancora il tempo delle mele"

  1. Elegante, ironica e puntuale, la poesia di Margherita s’invola per allargare la prospettiva. I versi qui proposti mi fanno pensare a una mela/montagna (casa/infanzia) diventata ormai “morso” finesettimanale. Poesia che richiama tutti i sensi e si fa densa liquida aerea.
    Abele

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  2. Surrealista. Sposa la decomposizione della realtà alla mescolanza degli odori, “in questo naso che non va/più in là di un palmo”, ricercando “semi/ma quanto cari”, lasciati lungo il percorso masticato di fretta.
    Ottimo lo spostamento di prospettiva agli oggetti-simbolo (“la casa che prepara la stoviglia”) e lo sdoppiamento de se/sé, che si riflette nello stesso oggetto che lo rappresenta e “nel riflesso scotta/qui vicino.”
    Solo così può farsi seme il ricordo, con un incendio riflesso, che brucia senza trasformare tutto in cenere.
    E’ sempre bello passare da te, Abele, fai conoscere ottimi autori.

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  3. la capacità visionaria di Ealla … è straordinaria.
    Un trasporto di pancia tra la cosa e l’anima che l’autrice le vuole rendere – completamente e assolutamente.
    Poi, l’ironia, a cucire il drammatico, il dolore. Il disincanto e l’attesa.
    Grande!

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  4. ero sicuro di averla già letta qualche tempo fa (non si dimenticano i versi d’eallaigamma) ed in effetti, scartabellando la trovai. così – visto che ultimamente il tempo è poco – ricopio-incollo il commento lasciato in altra sede:

    la mela da chiappare in carpe diem, lu_naticamente ammicca mentre s’incunea il buio della notte.
    ed ecco una montagna d’altri tempi (mangiata fino al torsolo in infanzia, lasciando i semi al vento), la casa che si *spegne* (e guarda il vuoto): *golden* memories rinverdite in “mordi e fuggi” nel uìkend (spettacolare intuizione) e poi cellophanate in teca cranica (perché non vagabondino “zonzando il malinconio” alla cassa, alla resa dei conti).
    eh…
    vieppiù c’è il *panico*, paura di smarrirsi dentro, ma anche *pane* a far da zuppa dentro la minestra e quella goccia d’olio a specchio in cui riflettere del se (del sé).
    poi soprattutto quello *scotta* m’ha colpito in chiusa, nel duplice significato di “scottante” (calore di pietanza appena tolta dal fuoco, così intenso da ustionare nel presente), ma anche di “passata di cottura” (ovvero irrimediabilmente andata).
    ottima lucerna in palmo di naso.
    : )

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  5. Piccolofiore, è tutta un profumo questa tua, anche se come dici le mele d’oggi… e allora ci si aggrappa a quel che abbiamo avuto rispolverando ricordi e vita, e arrivando magari inaspettati su quel vento di affetti e nostalgia, che tutto
    sembra più buono e bello. E altro ancora, in quella casa che già guarda al buio c’è tutto il conforto del nido, per dimenticare gli affanni e i semi costati così cari.
    Tu sai quanto sono imbranata nel commentare, ma conosco la tua grande arguzia nel leggere tra le righe.
    Grazie Abele, per averci concesso una così coinvolgente, bellissima rilettura.
    mmm…qui si è un po’ seriosi ma spero che per la mia venerenda età, mi perdonerete se lascio un bacetto a Margherita

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  6. e dopo e ancora…
    Margherita mela ricorda. Sempre colma di polpa odorosa, prima di grattare il torsolo deve giungere il culmine. Mela s’incunea, fra stoviglia e buio, reclamando il brivido di banchetto. Al supermercato affatto affollato c’è sempre l’occasione d’un frutto fuoristagione. e dopo e ancora…cogli un’altra mela… che porti a casa quel gusto un po vigliacco di focolare e avanti andare chè c’è tutta una vita da rosicchiare…
    Sempre grandissima. tu.

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