18 risposte a "Vincenzo Errico: Fritti"

  1. Con i “fritti” di Vincenzo prendono il via gli e-book di Neobar.
    Si tratta di una scelta di testi che intende dare un’idea della poetica di Vincenzo in attesa che l’intera raccolta venga pubblicata. Sono poesie di viaggi, di avventure e ritorni che prendono le forme dell’anima ed esaltano il corpo, l’esperienza amorosa. Ironia graffiante ma anche lirismo accorato, sguardo puntuale sulle cose.
    Abele

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  2. Il fritto mi richiama alla mente qualcosa di croccante: direi che anche questa poesia lo è! non lontana dal quotidiano questa scrittura invita piuttosto ad assaporare la vita che a rifugiarsi nei sogni. Ironia e senso critico non mancano, ma secondo me il realismo prevale.
    Grazie Abele per la proposta!
    Auguri a Vincenzo Errico per i suoi versi “gustosi”!

    Rosaria

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  3. Un’iniziativa stupenda Abele!
    Non ho mai gustato dei “fritti” così intensi e delicati al tempo stesso come quelli offerti dalla “casa” 🙂
    Complimenti a Vincenzo Enrico anche per la scelta dell’ immagine!
    Al prossimo e-book!
    Antonella

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  4. mi sorge un sorriso, e te ne sono grata, caro abele.
    letto.
    e sorrido ancora, ché la bellezza mi fa questo effetto.
    grazie, vincenzo.

    simonetta

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  5. Questi versi “fritti” per niente verdi, offerti con leggera ironia alla fermata del secolo, sono così meridiani che Abele Longo non poteva fare scelta migliore per inaugurare questo e-viaggio.
    In bocca a lupo. Più immateriale del web, più tangibile della carta. Un’anima da toccare. Grande. Auguri A Voi.
    PVita

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  6. E’ una poesia di viaggio nella memoria.
    Si attraversano paesaggi che manifestano tutta la loro bellezza ,
    non ci sono code ai raccordi o alle tangenziali.
    Le persone incontrate e i loro corpi si intridono del paesaggio che diventa
    anche un corpo disteso sulla spiaggia.
    Anche i fili del discorso sembrano imbastire questi uomini e donne
    al loro paesaggio fiabesco.
    Poi si va via portando con sé la memoria, che la cisterna è ormai pulita.

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  7. l’idea che si legga chenò mentre una donna carezza l’anca al marito villoso m’ha inevitabilmente conquistato.
    parole “vomitate”, schiette e nude, qui (salentine sulla lingua, oserei dire), nel verso esatto in cui l’autore, quasi mettendo le mani avanti, tiene a precisare “non ci sarò quando non sarò qui / ora sto, eppure già son via”.
    e nell’essere strada maestra della supposizione indolore, la pagina diventa contenitore pieno zeppo di parole chiamate al più difficile degli esorcismi (quello contro il vuoto).
    accade pertanto che il fatto che qualcosa non funzioni (corto circuito, svista, storta via, morte) diventi l’occasione per una presa di conscienza (“io me ne sono reso sconto”) che si traduca nell’andare oltre le strette aperture/valli/gole/passi della vita: oltre tale angusto valico c’è “la familiarità degli altri”, della quale i fritti di vincenzo errico comunicano tutto il sapore.
    compliments.

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  8. Sono piacevolmente sorpreso dell’accoglienza che mi avete mostrato e vi ringrazio infinitamente. Un grazie particolare ad Abele Longo che mi ha “ospitato” e che mi dà l’occasione di scambio con un interessante mondo. Un abbraccio a tutti voi.

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  9. Bella iniziativa, Abele. Per quanto riguarda la microraccolta, mi sembra che sia un mixer interessante. Il linguaggio, tentato dal racconto, si converte in lirico, non mancando di indulgere alla massima. Diversi finali li trovo stranianti, come a imbrigliare la vena intimistica, pur presente.

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  10. Approdo ora alla poesia di Vincenzo Errico e ne sono conquistata.
    Sarà anche simpatia verso la “pugliesità”, ma mi pare che Vincenzo guardi alla sua terra con sano distacco, con cuore allargato di poeta maturo, crosta fuori e tenerezza dentro. Davvero una grande scoperta, approfondirò.

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    1. Grazie Loredana, per il “sano distacco” e per la “crosta fuori e tenerezza dentro” e anche per il “cuore allargato di poeta maturo”. Avrei potuto non ripetere il tuo commento, ma ho voluto ringraziarti, così, tre volte. Un abbraccio

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  11. Da non chiedersi troppo e goderne da subito, come una pastella appunto, che rilascia il sapore del dentro solo al primo morso. Assaggio squisito ed è bello anche il gioco del, dove sarai. bravo.
    Entusiasmante faccenda Abele, un bravo anche a te.

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