Peppino Impastato: La cretina commedia

Onda pazza a Mafiopoli

“Trasmissione satiro-schizo-politica sui problemi locali”. Sigla della trasmissione: “Facciamo finta che…” di Ombretta Colli. In onda tutti i venerdì sera, rappresentava il momento di più diretto contatto con i problemi della realtà locale, che venivano gonfiati ad arte e proiettati in una realtà apparentemente al limite dell’assurdo, ma, in effetti, drammaticamente presente. Così Cinisi diventava Mafiopoli, il corso Umberto I era corso Luciano Liggio, il sindaco Gero Di Stefano era Geronimo Stefanini, il vice Franco Maniaci era Franco Maneschi “della sinistra avanzata, ma non troppo”, Gaetano Badalamenti era Tano Seduto, Giuseppe Finazzo era don Peppino Percialino, il dott. Pandolfo era il Pantofo amante di cavalli, il tecnico comunale era l’ing. Marpionese, il dott. Cucinella era “piccola cucina a gas”. La rassegna potrebbe continuare all’infinito: in realtà non si risparmiava nessuno speculatore né di Cinisi né di Terrasini, e venivano costantemente denunciati tutti i piani di utilizzazione dell’amministrazione pubblica a fini personali. La trasmissione era per lo più affidata all’improvvisazione dei suoi tre o quattro collaboratori, si contava soprattutto sul fatto che Peppino era sempre in possesso di notizie freschissime e riservate. Nei periodi di maggior successo la gente ascoltava “Onda pazza” anche nelle radioline dei bar e si sbellicava dalle risa, mentre i direttamente interessati se ne stavano con l’orecchio incollato agli apparecchi, per non perdere una parola che avrebbe potuto ledere la loro onorabilità.

Salvo Vitale

Onda pazza del 3 marzo 1978: “La cretina commedia”

Parodia dell’Inferno dantesco. Nei vari gironi si agirano alcuni personaggi locali, tra cui l’on. Pandolfo, amante di cavalli, il vicesindaco Maniaci, il costruttore Giuseppe Finazzo, soprannominato Percialino, perché proprietario di una cava di pietrisco, poi indiziato per l’omicidio di Peppino.

(Girone degli ignavi)
… E più tardi vedrai il grand’onorevole
Pantofo, che ha deciso l’abbandono,
senza però ottenere alcun perdono.

Infatti egli sta in piedi su una palla,
e mentre dietro un cane lo addenta
è costretto a inculare una cavalla.

Voce di Peppino: “Sì, sì, si tratta proprio del cane dell’onorevole, siamo andati a registrarlo dal vivo e a chiedere notizie del suo padrone che, a quanto pare, da molto tempo non si vede in giro, che, a quanto si dice, ha abbandonato la vita pubblica e non sarà presente neppure alle prossime competizioni elettorali, molti sostengono per far largo ai giovani, altri insinuano che ha rinunciato alla politica per amore dei cavalli, ma c’è di più, si dice che è talmente legato alla sua cavalla bianca, che addirittura è entrato in paranoia di gelosia: ha licenziato il suo armigero palafreniere e stalliere Ninni Carozzo, perché geloso della sua cavalla”. (Si sente Patty Pravo in “Non ti bastavo più”, mentre Peppino continua a ripetere: “Ah, Ninni, Ninni, comu t’arriducisti (come ti sei ridotto)”).

…Scendemmo ancora per un altro lato
dove c’eran color che nella bocca
puzzano per i culi che han leccato

E il mio maestro: “Volgiti, che fai?,
vedi là Maniàco che s’è desto,
dalla cintola in sù tutto il vedrai”

“O tu che di Mafiopoli sei il vice,
gli dissi, che ci fai in questo loco?”
“Lasciami stare”, triste egli mi dice,

qui son dannato a soffrire di tifo,
tentai di spostare il campo sportivo
e tutti ora mi dicono: “Che schifo!”

Così arrivammo al centro di Mafiopoli,
la turrita città piena di gente
che fa per profession l’ingannapopoli.

Voce di Peppino (mentre si ode lo scroscio d’un cesso e il suono d’una sirena): “Sì, è l’ambulanza di Mafiopoli, anch’essa è finita all’inferno, sta trasportando un ferito all’ospedale Santo Spirito.

E c’era don Peppino Percialino,
artista d’intrallazzi e di montagne,
che annusava un po’ di cocaino

sì di cocaino al naso, come si dice, sniffava, no, no, pisciava, non so se pisciava, cacava, non si sa se grugniva o se sparava,

gridava: “Sono sempre un galantuomo,
amico degli amici e di Pantofo:
presiedo una congrega: I’Ecce Homo,

e adesso nel mio cul tengo un carciofo”.

http://www.centroimpastato.com/

http://www.peppinoimpastato.com/index.asp


8 risposte a "Peppino Impastato: La cretina commedia"

  1. Queste memorie lucide come cartoline. Ci spediamo in tutto il mondo e leggiamo i giornali di seconda mano. Teniamo fede ai fioretti. E ci sporchiamo le mani per lavarci nelle fontane. Se solo quel treno non fosse stato inventato. Se solo il male si nascondesse negli angoli. Ci leveremo come tanti golem per difenderci, e stringeremo una bandiera che puoi venire a prendermi se mi hai dimenticato.
    http://macelleriamarleo.wordpress.com/

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  2. sembrano moratorie della storia,certe persone, che diventano i suoi personaggi portanti, i suoi lasciapassare per continuare ad essere ciò che è, una lastra vuota, fredda, dove in molti son rimasti freddati.
    ferni

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  3. Un documento straordinario. Purtroppo è tutto ancora così terribilmente attuale. Adesso ci sono le facce belle e solo superficialmente pultite. La malavita si muove all’ombra di questi signori. Peppino Impastato si cerca di farlo dimenticare, usando le stesse parole che venivano usate allora, dicendo che era un comunista, dando in pasto alle persone solo la parte cattiva che evoca questa definizione e facendo dimenticare tutto il resto: ciò che Peppino Impastato ha rappresentato e ancora rappresenta con il suo esempio di vita. Purtroppo molti sono ancora catturati dagli stessi proclami che venivano usati negli stessi anni in cui viveva Peppino. Siamo in una “cretina commedia” senza fine. Bisogna continuare a diffondere questo esempio, mai smettere e mai arrendersi a chi vuole farlo dimenticare.

    Ciao a tutti!

    Fernando

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