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INVITO
Ecologia, terra, Terra, Territorio, Paesaggio, Guerrilla gardening,
Distretti di economia solidale, Gruppi di acquisto solidale, Biodiversità, Critical wine, Sangu ti la terra!, pianta grane/pianta grano, Genuino clandestino, Nocività, Immaginario, Lavoro/Produzione/Consumo critico, Sensibilità planetarie ribelli, General intellect, Tracciabilità dei prodotti e dei prezzi, Orti comunitari, San Precario, Agricoltura contadina, NO-OGM, Multinazionali, biologico,
mutuo appoggio, Acqua bene comune, Permacoltura, Neurogreen, Subvertising/rivoltiamolaterra, Critical mass…
Giovedì 1 Dicembre, h.18.00
Aula SP2, Ex-Sperimentale Tabacchi, viale dell’Università 2, Università di Lecce
AGRICOLTURA BENE COMUNE!
Conferenza + Assemblea Aperta
A partire da questi temi, costruiamo insieme un progetto di alternative concrete
Bonus track: proiezione del documentario “Genuino Clandestino” realizzato dal collettivo InsuTV, Campi Aperti, terra terra, Ragnatela Autoproduzioni… su esperienze di lavoro e resistenza di giovani contadini, allevatori, produttori e artigiani.
info: angela greco 3385962404
ivano gioffreda 3890861680
marc tibaldi 3393667470
agricolturabenecomune@gmail.com
L’agricoltura è un bene comune, così come l’acqua e l’aria. Un’ecologia sociale deve partire dall’agricoltura contadina che valorizza la biodiversità, che racchiude dentro ai propri obiettivi anche il paesaggio e la sua preservazione. Lo sviluppo equilibrato di agricoltura contadina, turismo, cultura, è la chiave di volta per la valorizzazione del territorio, contro monocolture, turismo irresponsabile, svendita del territorio. Per difendere la terra, e chi ci lavora e ci abita, dallo sfruttamento, per cercare soluzioni alternative alle contraddizioni che viviamo e per impollinare nuove pratiche sociali e ambientali rizomatiche, Agricoltura Bene Comune si propone di coinvolgere studenti, disoccupati, ricercatori, migranti, professionisti, attivisti, mediattivisti, creativi, consumatori critici, attori che possono creare un circuito virtuoso di relazioni e sensibilità, di lotte e di pratiche comunitarie.
Nato nel 2011, il progetto in progress Agricoltura Bene Comune ha organizzato la“Festa dei contadini/Festa di tutti!”, il 5 agosto a Sannicola; l’assemblea “Giustizia in agricoltura, giustizia per l’agricoltura”, e più 20 incontri/assemblee sul territorio salentino, dedicati alla sensibilizzazione sui temi trattati.NB. Si allega il logo di agricolturabenecomune e la locandina, con richiesta di diffusione. Grazie!
Se non ci fosse Doris a informarmi di queste belle cose…
e se ci dessimo all’agricoltura?
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Credo che la tua terra ogni tanto mi “chiami”, Abele, e io non trovo motivo di resisterle, anzi… darsi all’agricoltura potrebbe essere davvero un sogno da – coltivare -.
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infatti… 😉
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Senza agricoltura, scomparirà anche l’ambiente.
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ci stai pensando anche tu, Pasquale?
🙂
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io vorrei occuparmi ancora delle rose, se possibile,
anche la bellezza e i colori nutrono e appagano…
grazie, cari Doris e Abele
con le rose si fanno anche marmellate, risotti e dolcetti…
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è quello che sostengo da tempo serve un rapporto diverso con la terra per riequilibrare noi stessi e il cima, la produzione non forzata o forzosa ma ambientata per territorialità e clima. Ogni prodotto sia pro e dotto di una diversa sostenibilità della lavorazione-raccolta e distribuzione per una migliore digestione. Ciao e grazie.ferni
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mi è capitato di visitare una mostra sulla civiltà contadina che metteva in evidenza l’offerta di varietà biologica che secoli di agricoltura locale e di rotazione hanno saputo sviluppare,
una varietà che va a perdersi a favore di monoculture, proprio in tutti i sensi.
Colpita, sempre in questa mostra, in particolare, dai progetti relativi alla preservazione dei semi, veri e propri gioielli da passare alle generazioni (mia madre riproduce da decenni una qualità di fagioli, il cui seme proviene da una trisnonna, passato di mano in mano come una preziosa eredità.
Grazie dell’articolo (che scopro ora…)
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ciao Cristina, Ferni e Margherita,
non sapevo del risotto con le rose! Nel mio paesello c’è un tipo di fico che proviene dalla mia trisavola, ” Mamma Nizzi”.
abele
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Già i semi, sapete che in Italia abbiamo il miglior seme di canapa,che gli altri stati comprano, ma noi siamo costretti a comprare l’ibrido che dura solo una volta e poi bisogna ricomprarlo e poi ancora e ancora? la canapa servva per fare sacchi,cordami e lenzuola dei poveri. Era un massacro coltivarla raccoglierla e macerarla per farne fibra da lavoro. Oggi si raccoglie con i mezzi della fienagione, dura meno il tempo per segmenti di produzione e serve per fare tessuti pregiati, filtri. ma in Italia si fanno ancora corde e la si coltiva dove non c’è acqua o è sotto tutela della mafia.
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