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15 – La Macchina Cinema e i Maghi di Oz
Comunque sia, i generi esistono. I generi! Hollywood ha costruito su di essi tutta la sua fortuna! “Generi e divismo sono il perno della ristrutturazione hollywoodiana.” – ricorda Goffredo Fofi – “Contrariamente al cinema delle dittature europee, centralmente condizionato, come in Urss, anche oltre e nonostante il responso del pubblico, Hollywood vive sulla variante. La sua forza sta tutta nel compiere la sua opera in efficace sintonia con i bisogni del sistema e con i bisogni del pubblico, da ricondurre sapientemente nell’alveo dei primi. Sono proprio i generi e il divismo a permetterglielo.”
La Macchina Cinema aveva ed ha sempre bisogno, al contempo, dei più perfetti trucchi di Realtà come dei più inverosimili e affabulanti viaggi nell’incredibile (dolci o aspri che siano): evviva, insomma, I Maghi Di Oz!!! E ce ne furono davvero tanti, di decennio in decennio, ciascuno specializzato nel proprio trucco autentico, nella più inesorabile, ammaliante prestitigiazione… Solo qualche nome, tra quelli certo più abili a non far capire, scoprire il trucco… O forse a dichiararlo, ingigantirlo fino a renderlo vero!
Wilder, con la Sophisticated Comedy; Minnelli e il Musical (un ricordo va ovviamente destinato anche al grande Gene Kelly, che col suo stile di ballo elegante e vigoroso, e relative coreografie, proseguì e accompagnò la fama del mitico predecessore Fred Astaire, donandoci altri favolosi successi: su tutti il minnelliano Un americano a Parigi, del’51, e l’anno dopo, in proprio, co-regia di Stanley Donen, il trionfo di Singin’ in the rain); Ford e il Western immortale; Hitchcock e il thriller, la suspense elevati ad arte…
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© Plinio Perilli, casa editrice Mancosu (Roma), 2009
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puntate precedenti:
1 – L’inseguimento degli indiani alla diligenza
2 – Frank Capra: duro spaccato sociale e commedia rosa
3 – Topolino, il più grande attore di film sonoro…
5 – “Più stelle che in cielo…”
6 – Il “Codice della Moralità” di William Hays