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Bruno Maderna: Don Perlimplin, ovvero il trionfo dell’amore e dell’immaginazione. Ballata amorosa di Federico Garcia Lorca nella traduzione italiana di Vittorio Bodini (1962).
1. Introduzione
2. Prologo – Tempo di Rag
3. Quadro I (parteI)
4. Intermezzo
5. Quadro I (parte II). I° Blues di Don Perlimplin
6. Quadro II
7. Quadro III – II° BVlues di Don Perlimplin, Canzone di Belisa, Blues “Dark rapture crawl”
8. Quadro IV.
Roberto Fabbriciani, flauto: Don Perlimplin
Marion d’ Amburgo: Marcolfa and Speaker
Sonia Bergamasco: Belisa
Marcello Bartoli: Speaker
Valentina Banci: I° Folletto
Filippo Todorov: II° Folletto
Alda dalle Lucche, Sandro Tani, Lucia Danesi, Marco Vanni: Quartetto di sassofoni (La suocera).
Progetto elettroacustico: Centro Tempo Reale, Firenze.
Contempoartensemble diretto da Mauro Ceccanti.
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Don Perlimplin
di Bruno Maderna (1920-1973)
libretto proprio, da Federico García Lorca
Ballata amorosa
Prima:
rai, 1962
Personaggi:
Speaker (rec), Marcolfa (rec), due folletti (rec), Belisa (S), Don Perlimplin (flauto), la suocera (quartetto di saxofoni)
Il soggetto dell’opera, seconda delle tre che il compositore destinò al mezzo radiofonico (ricordiamo i radiodrammi Il mio cuore è nel sud , rai 1970, e Ritratto di Erasmo , rai 1970), si attiene fedelmente all’omonima commedia di García Lorca.
Pressantemente spinto dalla governante Marcolfa, il vecchio, timido e gentile Don Perlimplin si decide a sposare la ‘bella senz’anima’ Belisa, pur sapendo che il suo amore non è contraccambiato; costei infatti lo sposa per interesse, e fin dalla prima notte di nozze lo tradisce ripetutamente. Ciononostante Perlimplin l’ama sinceramente e le fa recapitare tramite Marcolfa una lettera, in cui si finge un giovane cavaliere desideroso di un convegno notturno con lei; Belisa giunge all’appuntamento e scopre che il misterioso amante è in realtà lo stesso marito, che in quel momento si uccide.
Don Perlimplin è un’opera appositamente costruita per il mezzo radiofonico, in occasione del Premio Italia del 1962, e destinata a non uscire dal suo ambito, benché ne sia stata tentata una messinscena teatrale a Colonia nel 1975, con risultati peraltro assai discutibili. L’unico documento attendibile che riguarda la composizione dell’opera è infatti il nastro su cui essa fu registrata – una collazione di materiali appositamente scritti, di materiali derivanti da composizioni maderniane di quegli anni e di materiali elettronici – mentre la partitura è largamente incompleta e si presenta più che altro come un quaderno d’appunti, che peraltro presenta notevoli differenze con il materiale registrato su nastro. Maderna probabilmente si limitò dunque a stendere un progetto del lavoro, senza dargli una forma definita in partitura. Preferì realizzare la forma dell’opera solo in sede di montaggio del nastro, dal quale si desume che l’opera è costituita da sei parti: un’introduzione (comprendente i materiali da usare come base per interventi elettronici e improvvisazioni strumentali), un prologo (scena di Marcolfa che combina le nozze di Perlimplin con Belisa) e quattro quadri (notte di nozze; dialogo Belisa-Marcolfa sui corteggiamenti di un giovane cavaliere; amore di Belisa per il cavaliere; morte e trionfo di Don Perlimplin). Estremamente variata, come spesso in Maderna, è la tipologia di musiche assemblate in quest’opera, come ha suggerito Mario Baroni, ravvisandovi la compresenza di quattro stili ben definiti: quello «alla Darmstadt», caratteristico dei frammenti che Maderna utilizza traendoli da opere già composte (in particolare da Honeyrêves , da Musica su due dimensioni e dal Divertimento per orchestra ); quello della «citazione di moduli stilistici noti» (il madrigale, lo swing del jazz, la musica leggera, la musica ballabile); quello dei «procedimenti d’improvvisazione» (strumenti che mimano, improvvisando su un materiale ‘aleatorio’, la voce umana, come il flauto che sostiene la parte eponima); quello, infine, delle «elaborazioni elettroniche» realizzate in studio, soprattutto mediante sovrapposizione e sfasamento di linee vocali o strumentali preregistrate. Sapientissima, in ogni modo, la sintesi maderniana, che conferisce all’amara e grottesca commedia spagnola un gustoso effetto espressivo.
e.g.
http://delteatro.it/dizionario_dell_opera/d/don_perlimplin.php
Una bellissima storia d’amore.
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da appassionato della musicologia moderna e contemporanea confesso che non conosco questa composizione di maderna, poi ausculterò con impegno, interessante la presentazione..
r.m.
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